MILANO. Nei giorni scorsi, presso l’Aeroporto Militare di Linate, è stato condotto un esperimento volto a esplorare il potenziale utilizzo dei droni in campo medico e, in particolare, il trasporto di campioni biologici tra laboratori.
Lo studio è stato svolto da un team di ricercatori composto da medici e infermieri dell’Istituto di Medicina Aerospaziale di Milano, con la collaborazione del Laboratorio Centrale del Policlinico di Milano e la partecipazione di personale del Centro di Eccellenza per Aeromobili a Pilotaggio Remoto di Amendola.
L’esperimento condotto presso l’Aeroporto Militare di Linate
Nel corso dell’esperimento, eseguito tramite voli notturni, sono stati adoperati due droni dell’Aeronautica Militare e gettate le basi per nuove prospettive nel settore sanitario, attraverso il trasporto sicuro e rapido di campioni biologici tra laboratori, in situazioni di particolare emergenza, come calamità naturali o epidemie.
Nell’ottica di rendere l’assistenza sempre più efficace e fruibile, lo studio ha rappresentato una collaborazione interdisciplinare che segna l’inizio di una nuova pagina nell’evoluzione dell’assistenza sanitaria e del ruolo sempre più crescente dei droni in questo campo.
Il potenziale utilizzo dei droni in campo medico
L’Istituto di Medicina Aerospaziale (IMAS) è deputato al controllo della idoneità psicofisica al volo del personale navigante dell’Aeronautica Militare e delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato, oltre che del personale aeronavigante civile, contribuendo, per gli aspetti di propria competenza, a garantire la sicurezza del volo militare e civile.
L’IMAS promuove, inoltre, una costante integrazione con l’ambito sanitario civile d’eccellenza, sollecitando la diffusione della medicina aeronautica, proponendosi come punto di riferimento nel settore, mantenendo un contatto costante e fattivo con il mondo sanitario nel senso più ampio del termine.
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