Africa: riaprono i confini tra Rwanda e Uganda. Ma le tensioni restano

Di Valeria Fraquelli 

Kigali. Dopo una lunga chiusura sono stati riaperti  confini tra il Rwanda e l’Uganda.

La frontiera tra i due Paesi (credit by Google Foto)

La popolazione, finalmente, può di nuovo attraversare frontiera tra i due Stati, senza problemi.

Anche se, si registrano le lunghe code ai varchi di controllo per l’esibizione dei documenti.

Questo ha creato parecchi disagi e non sono mancati momenti di tensione.

“Abbiamo perso molti dei nostri soldi – ha detto ai giornalisti Jean Marie Vianney Murwanashyaka, un rwandese che viveva in Uganda -. Perché non potevamo attraversare il confine. A volte, quando si voleva acquistare qualcosa, utilizzando la carta di credito, in molti hanno rinunciato poiché l’operazione era troppa costosa. Altri non hanno un conto in banca, e, di conseguenza, non hanno neanche una carta di credito. Ora siamo felici che tutto sia stato risolto”.

Il commercio e i confini aperti sono una boccata d’ossigeno per i due Paesi che, già messi in ginocchio per un’economia che stentava a trovare pace tra inflazione e continui screzi, si sono trovati colpiti dal COVID-19 e garantire l’import- export è diventato impossibile.

I camionisti sono stati i primi a pagare il prezzo della chiusura dei confini.

Molte aziende, non potendo più garantire il passaggio della frontiera e un servizio regolare, hanno chiuso, spesso per fallimento,.

Moltissimi camionisti si sono trovati senza lavoro e senza reddito.

Certo, il passato si fa sentire e i controlli dei documenti sono lunghissimi ma almeno tanti di loro sono tornati al lavoro e possono sfamare le loro famiglie.

Il Presidente del Ruanda Paul Kagame e il suo omologo ugandese Yoweri Museveni sono sempre ai “ferri corti”.

Il Presidente ruandese, Paul Kagame

E proprio sulla questione dei confini si sono spesso accusati a vicenda di compiere attività illegali l’uno nel territorio dell’altro.

La lunga e sanguinosa guerra che tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 vedeva i due Paesi duramente contrapposti.

E quanto accaduto non è stato dimenticato. Ma continua ad avere strascichi.

Il distretto di Rukiga, in Uganda che è direttamente addossato al territorio rwandese, è uno scenario classico di contrabbando, di guerriglie e di sconfinamenti.

Qui, qualche tempo fa, sono stati arrestati due cittadini del Rwanda, accusati di spionaggio dalla Polizia ugandese ma forse, di fatto, erano vittime di una ritorsione a causa dell’uccisione, avvenuta due giorni prima.

Secondo il Presidente Kagame, 100 suoi connazionali si trovano oggi nelle carceri dell’Uganda. Ma questa affermazione è stata categoricamente smentita dal suo omologo Museveni.

Ma nonostante tutto, il confine aperto è una una “valvola di sfogo” per le tensioni crescenti tra i due Paesi.

Poi è arrivato il virus e i confini sono stati chiusi, rendendo la situazione quasi soffocante e peggiorando i risultati economici.

Adesso, finalmente, sembra che sia arrivata una ventata di libertà, pur con tutte le precauzioni contro il COVID e pur con tutte le diffidenze tra i due popoli.

La cooperazione e la collaborazione tra culture diverse, ma con tanti punti in comune, può e deve esserci.

Senza dubbio, solo con un confine aperto può favorire il dialogo e la fine delle tensioni.

 

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