Di Giuseppe Gagliano
RIYADH. Il principe ereditario saudita Mohammad Bin Salman (MBS),, figura centrale nella politica mediorientale e leader de facto dell’Arabia Saudita, sta osservando con attenzione le mosse del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump nelle sue guerre commerciali, con un focus particolare sui rapporti tesi tra Washington, l’Europa e la Cina.

In un contesto globale segnato da incertezze economiche e rivalità geopolitiche, il principe sembra determinato a posizionare il Regno come attore chiave per mitigare le tensioni, soprattutto tra Stati Uniti e Cina, le due superpotenze che dominano l’economia mondiale.
Le opinioni di MBS sulle guerre commerciali di Trump
Secondo fonti vicine alla Corte saudita, MBS considera le guerre commerciali di Trump – caratterizzate da dazi aggressivi e retorica protezionistica – un’arma a doppio taglio.
Da un lato, il principe riconosce il potenziale di Trump di ridisegnare le dinamiche commerciali globali a favore degli Stati Uniti, un alleato storico dell’Arabia Saudita.
Dall’altro, vede in queste politiche un rischio significativo per la stabilità economica mondiale, un elemento cruciale per un Regno che dipende fortemente dalle esportazioni di petrolio e dai mercati internazionali. “MBS sa che un’escalation tra Stati Uniti e Cina potrebbe destabilizzare i prezzi dell’energia e rallentare la crescita globale, colpendo direttamente gli interessi sauditi,” ha dichiarato un analista regionale che ha richiesto l’anonimato.
Il principe ereditario, noto per la sua visione pragmatica, sembra apprezzare l’approccio di Trump nel ridefinire i rapporti di forza economici, ma è scettico sulla sostenibilità a lungo termine di una strategia basata sul confronto diretto. La sua attenzione si concentra su come queste politiche possano influire non solo sull’Occidente, ma anche sui partner asiatici dell’Arabia Saudita, in particolare la Cina.

La preoccupazione principale di MBS
La principale preoccupazione di MBS è che un’intensificazione della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina possa spingere Pechino a diversificare le sue fonti di approvvigionamento energetico,
La Cina è uno dei maggiori acquirenti di greggio del Regno, e un’interruzione nei flussi commerciali o una ritorsione cinese contro gli alleati di Washington potrebbero minare la posizione economica di Riyadh.
Inoltre, MBS teme che un’Europa indebolita dai dazi americani possa ridurre la domanda di energia, creando ulteriori pressioni sul mercato petrolifero globale.
Questa duplice minaccia – una Cina meno dipendente e un’Europa in difficoltà – rappresenta per MBS un rischio concreto per il suo ambizioso piano Vision 2030, che punta a diversificare l’economia saudita oltre il petrolio. “Il principe vede nelle guerre commerciali un ostacolo ai suoi obiettivi di lungo termine – ha spiegato un esperto di geopolitica del Golfo -. La stabilità economica globale è una condizione essenziale per attrarre investimenti stranieri e realizzare le sue riforme.”
Il piano per allentare le tensioni
Per affrontare queste sfide, MBS ha elaborato un piano strategico volto a ridurre le tensioni tra Stati Uniti e Cina, sfruttando la posizione unica dell’Arabia Saudita come ponte tra Oriente e Occidente.
Il progetto si basa su tre pilastri principali: diplomazia economica, mediazione discreta e rafforzamento dei legami commerciali con entrambi i contendenti.
In primo luogo, MBS intende intensificare il dialogo con Pechino, offrendo garanzie sulla continuità delle forniture energetiche e proponendo nuovi accordi di investimento bilaterale, specialmente nei settori tecnologico e infrastrutturale. Parallelamente, il principe sta lavorando.
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