Di Gerardo Severino*
BUENOS AIRES. Il 2 marzo del 2023 Report Difesa pubblicò un mio articolo dal titolo “Argentina: Emergenza criminalità Rosario di Santa Fe. Rispuntano i luoghi comuni sugli italiani (https://www.reportdifesa.it/argentina-emergenza-criminalita-a-rosario-di-santa-fe-rispuntano-i-luoghi-comuni-sugli-italiani/) un contributo con il quale, nell’aggiornare i nostri lettori riguardo alla situazione dell’ordine pubblico nella città di Rosario e nel suo hinterland, con particolare riferimento alle solite battute sarcastiche circa ipotetiche connessioni con la criminalità mafiosa italiana, evidenziai il ruolo avuto, in quella circostanza, dall’allora Generale in ausiliaria Claudio Brilloni, che proprio per combattere il fenomeno era stato nominato (febbraio 2023) ministro della Sicurezza della stessa Provincia.

Ebbene, a distanza di circa un anno dalla sua nomina a Comandante Generale della gloriosa Gendarmeria Nazionale Argentina, desidero presentare meglio la figura del Generale Brilloni e, nel contempo, raccontare delle sue origini italiane, a questo punto motivo di vero orgoglio per tutti noi, essendo il Generale l’ennesimo oriundo d’Italia che ha reso lustro alla nostra Patria, scalando le vette di una delle più importanti Istituzioni di Polizia del Sud America.
Claudio Miguel Brilloni e la sua amata Gendarmeria (1981 – 2025)
Claudio Miguel Brilloni, nominato Direttore Nazionale e Comandante Generale della Gendarmeria Nazionale Argentina (con Decreto n. 732/2024 a firma del Presidente Javier Milei in data 14 agosto 2024), è nato a Santa Fé il 20 novembre 1962, nell’ambito di una famiglia di origini italiane, proveniente da Corridonia, in provincia di Macerata.
Il Brilloni entrò a far parte della Gendarmeria Nazionale Argentina nel 1981, ammesso a frequentare la prestigiosa “Scuola Generale Martín Miguel de Güemes”, dalla quale, nel dicembre del 1983, ne uscì con il grado di sottotenente.
Ufficiale di carriera della Gendarmeria, Claudio Miguel Brilloni ha prestato servizio nello Squadrone 11 “San Ignacio” (Misiones), dal 1984 al 1986. Successivamente ha operato presso il Centro di Addestramento della Gendarmeria di Santa Lucía (Corrientes), dal 1987 al 1989. L’anno seguente, ha, invece, completato il “corso basico” presso la Scuola Superiore Nazionale della Gendarmeria nel 1990.

Ha poi prestato servizio presso il prestigioso Squadrone di Sicurezza “Campo de Mayo”, del quale abbiamo più volte trattato su questa rivista, dal 1991 al 1992. Ha fatto così parte dello Squadrone di Buenos Aires, nell’ambito del quale ha ricoperto il ruolo di Comandante della Squadra Investigativa Federale sulla criminalità (Unità Investigativa Giudiziaria Speciale “Buenos Aires”), dal 1993 al 1994.
Ha anche ricoperto i ruoli di Vicecapo dello Squadrone 11 “San Ignacio”; di Comandante dell’Unità Investigativa Giudiziaria “Misiones”; di Comandante dell’Unità Investigativa Giudiziaria “Campo de Mayo” e, infine, di Comandante del Centro di Supporto e Addestramento Antidroga “General Mosconi” (Salta).
Non solo, ma presso la Scuola Nazionale della Gendarmeria “General Martín Miguel de Güemes”, il Generale Brilloni è stato un apprezzatissimo docente durante alcuni cicli Accademici.
Nella sua carriera ha ricoperto diversi incarichi di rilievo, come quello di Comandante del reparto di 3.500 Gendarmi inviato a Rosario nel 2014, nell’ambito di una missione ordinata dall’allora Ministro della Sicurezza Sergio Berni per combattere la criminalità in città.
Negli anni 2016-2017, Brilloni è stato poi a capo dell’operazione congiunta delle forze federali inviate a Rosario per ordine di Patricia Bullrich, che all’epoca era ministro della Sicurezza di quella Provincia.

Successivamente è stato Comandante della Regione I Campo de Mayo nel 2018 e Direttore Generale delle Operazioni nel 2019, anno in cui transitò nella posizione Ausiliaria. Non per questo andò completamente in pensione. Dopo il ritiro dal servizio militare, il Generale Brilloni entrò nella Pubblica Amministrazione Civile, assumendo l’incarico di Segretario della Pubblica Sicurezza di Santa Fe.
Nel febbraio 2023, come già ricordato in apertura, il Generale Brilloni fu, quindi, nominato ministro della Sicurezza, sempre nell’ambito della Provincia di Santà Fé. A differenza di altri funzionari, Brilloni assunse l’incarico senza appartenere a un partito politico specifico, ma basandosi solo sulla sua performance in materia di sicurezza, che gli ha consentito di svolgere un ruolo di primo piano nella lotta al narcotraffico proprio a Rosario, ove, come avevamo già ricordato nel prima citato articolo del 2 marzo 2023, il Generale dovette affrontare uno dei peggiori periodi di violenza.
Ricordiamo, infatti, che a Rosario, l’anno 2022 si era chiuso con ben 287 omicidi dovuti alla criminalità organizzata o a sparatorie, in alcune delle quali erano rimaste vittime anche passanti occasionali.
Si trattò, come è facile intuire, di un incarico delicatissimo al quale l’ufficiale Generale si dedicò con indomito coraggio, valore e spirito di abnegazione: qualità, queste, che hanno poi indotto, nell’agosto di un anno fa il ministro della Sicurezza Argentino, la stessa Patricia Bullrich Luro, a proporlo per la nomina a Comandante Generale della Gendarmeria.
Da Pausula (Macerata) a Santa Fé
Quella dei Brilloni di Santa Fé è una vicenda che ci porta a Corridonia, sino al 1931 denominata Pausula, in provincia di Macerata, ove, attorno al 1863, vide la luce Giuseppe Brilloni, il capostipite dell’attuale famiglia argentina, il quale sbarcò a Buenos Aires nella seconda metà degli anni Ottanta dell’Ottocento.
Tempo dopo, José Brilloni si trasferì nella grande città di Santa Fé, a circa 480 km. a Nord Ovest di Buenos Aires e 164 km. a Nord di Rosario.

In quella che è una delle più antiche città della Repubblica Argentina (fu fondata nel 1573 da Juan de Garay, col nome di Santa Fe de Vera Cruz) era già allora molto consistente la colonia italiana, gran parte della quale composta da ricchi commercianti e facenderos, molti dei quali originari delle Marche.

A San José del Rincón, José mise su famiglia, sposandosi con Carolina, nativa del posto e dalla quale avrà nell’ordine José junior, Deolindo, Virginia e Sara.
In seguito, avrebbero raggiunto l’Argentina anche altri congiunti di José Brilloni, quali Giuseppe, classe 1873, giunto a Buenos Aires il 5 maggio 1889, quindi Davide, classe 1868, il quale approdò a Buenos Aires il 12 agosto del 1892.
All’atto della registrazione, all’arrivo nella Capitale porteña, i congiunti Brilloni dichiararono di esercitare tutti il mestiere di “Jornalero”, equivalente a quello italiano di “lavoratore a giornata”.
E sempre a Santà Fé, esattamente in Arroyo del Medio Abayo, troviamo Davide Brilloni, in occasione del Censimento Nazionale del 1895.
In quella circostanza, l’uomo risulta, tuttavia, vedovo, mentre con lui è convivente il fratello, il citato José Brilloni, nato anche lui a Pausula, di anni ventidue, di professione “Chacarero”, vale a dire “Fattore”.
Fu, infine, la volta di Nazzareno.
E sarà proprio il figlio di quest’ultimo, Enrico Brilloni, nato a Pausula il 21 marzo del 1896, che tornato in Italia per prendere parte alla “Grande Guerra” sarà uno dei tanti Italo-Argentini a cadere per la Patria lontana.
Il giovane morì, infatti, il 24 ottobre del 1917 sul Medio Isonzo, a causa della gravi ferite riportate in combattimento.
Egli era un soldato del 213° Reggimento Fanteria. Ma questa è un’altra storia…
*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare. Membro del Comitato di Redazione di Report Difesa
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