Di Assunta Romano
Erevan, Domenica scorsa, il primo aereo carico di aiuti umanitari provenienti dalla Francia è atterrato a Erevan.
Il velivolo noleggiato dall’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri francese, ha consegnato alle autorità armene attrezzature mediche e quant’altro necessario per le popolazioni presenti nell’Artsakh.
Entro la fine di novembre, secondo quanto dichiarato dal Presidente Emmanuel Macron, è previsto l’arrivo di un secondo aereo di aiuti che comprenderà oltre a beni forniti dallo Stato francese, anche donazioni raccolte dalle associazioni di solidarietà con l’Armenia, in particolare la Fondazione Aznavour e l’Unione Generale Armena di Beneficenza.
Oltre alle missioni sanitarie promosse dal Governo di Parigi susseguitesi dal mese di ottobre, sarà inoltre rafforzata la cooperazione tra gli ospedali dei due Paesi e in una fase successiva la Francia sosterrà finanziariamente i progetti messi in atto in Armenia dalle organizzazioni umanitarie o dalle agenzie dell’ONU.
Alla ripresa delle ostilità nell’enclave del Nagorno Karabakh alla fine dello scorso mese di settembre, il Presidente armeno Pashinyan in un tweet del 1° ottobre si era rivolto agli Stati Uniti, alla Russia, alla Francia e all’Iran denunciando la presenza di terroristi siriani a supporto dell’offensiva turco- azera e sottolineando che il fatto costituiva una minaccia non solo per il Nagorno Karabakh ma anche per l’equilibrio della comunità internazionale.
Il Governo francese, sempre piu’ intenzionato a svolgere il ruolo di Paese leader nella politica estera dell’Unione europea e in qualità di componente della co-presidenza del Gruppo di Minsk insieme a Stati Uniti e Russia non ha tardato a raccogliere l’appello del capo del Governo armeno.
Il partenariato energetico dell’UE con Baku, secondo il Presidente francese, non può essere un motivo per non avere una visione a 360 gradi della situazione dell’intera area e soprattutto impedire di denunciare la politica estera aggressiva della Turchia nei confronti degli armeni.
Altro motivo che ha spinto Macron a schierarsi apertamente a supporto del Governo armeno presieduto da Pashinyan, è la presenza in Francia della più grande comunità diasporica armena del vecchio Continente rappresentata soprattutto nel “Gruppo di Amicizia Parlamentare Francia Armenia”.
Si tratta di una vera e propria lobby che ha svolto nel corso degli anni un ruolo fondamentale nel mantenimento delle relazioni diplomatiche, economiche e culturali tra Parigi e Erevan, consolidatesi soprattutto nel corso degli ultimi due decenni.
Un’intenso programma di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra i due Paesi è in vigore dal 4 novembre 1995.
Punta di diamante della cooperazione bilaterale, è l’Università Francese in Armenia (UFAR) che accoglie più di 1.000 studenti all’anno nel campo del diritto, del commercio e gestione, che rilascia alla fine del percorso formativo un doppio diploma francese e armeno, in partenariato con l’Università di Lione.
La Francia è inoltre il secondo più grande Paese straniero ad investire in Armenia, dietro la Russia.
Nel 2001 fu il primo Stato europeo a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno del 1915 e successivamente nel 2006 un disegno di legge promosso dall’Assemblea Nazionale Francese che rendeva illegale il diniego del genocidio armeno, ebbe come conseguenza l’inasprimento delle relazioni tra Francia e Turchia.
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