Di Pierpaolo Piras
Berlino. Angela Merkel, cancelliere federale della Germania, ed Emanuel Macron, Presidente della Francia, annunciano un grande piano di finanziamenti per la riparazione dei danni economici in Europa, secondari alla pandemia da Coronavirus.
L’incontro è avvenuto, giorni a fa a Berlino, e l’annuncio è stato dato da entrambi nella sala del Cancellierato.
L’impressione è stata quella di un rinnovato patto a trazione franco-tedesca per una proposta congiunta di ricostruzione, includendo la costituzione un fondo pari a 500 miliardi di euro a favore dei Paesi più colpiti dal COVID-19.
Merkel e Macron si sono dilungati sui nobili e solidali sentimenti ispiratori del loro progetto. La proposta richiede, hanno detto, l’accettazione corale da parte delle autorità istituzionali della Unione Europea.
Inutile aggiungere che l’obiettivo strategico è quello di conservare e possibilmente rafforzare i vincoli europei nelle nuove sfide nel confronto sempre più arduo con le economie ed i sistemi dei giganti USA e Cina.
Tecnicamente il piano si articola in quattro momenti fondamentali: strategia sanitaria, fondo per la solidarietà e la crescita economico-finanziaria, accelerazione di tutti i processi di transizione ecologica e digitale e rafforzamento della capacità industriale unitamente alla sovranità politica.
La proposta franco-tedesca ha suscitato plauso e aspettative positive, anche in Italia. È stata presentata ai 27 della Unione Europea per la eventuale approvazione avendo come punto di riferimento gli ultimi bilanci pluriennali della CEE.
È bene sottolineare che si tratta di una sovvenzione, non di crediti, con l’obiettivo strategico di non fare crescere il debito pubblico degli Stati maggiormente colpiti dalla pandemia: perché ciò costituirebbe un pericolo grave per la stabilità economico-politica della intera UE.
I 500 miliardi saranno rimborsati a credito più che agevolato, attraverso specifici fondi comunitari e non direttamente dai singoli Paesi. Dai prossimi colloqui dipenderanno le modalità relative ai tempi e ai tecnicismi vari.
Tutto il discorso è rivolto soprattutto ai Paesi più ostici da convincere come l’Olanda, che, tra l’altro, sembra osteggiare l’Italia un po’ troppo spesso e l’immancabile sovranista Sebastian Kurz, lo stesso che non tradisce l’occasione di pronunciare parole prive di riguardo verso l’Italia.
Ancora, i fondi non verranno rimborsati dai più danneggiati, Paesi o regioni che siano, ma dall’ambito del bilancio comunitario.
Nel testo è stato inserito anche l’aspetto sanitario dopo il deplorevole comportamento tenuto dalla UE allorquando rifiutò malamente la richiesta di aiuto sanitario rivolto dall’Italia all’acuto esordio della pandemia.
” La convinzione comune alla base di questa proposta è la necessità di un’Europa più forte”, questo ha sentitamente affermato Macron, a Berlino.
Sul piano economico, sarà la Commissione Europea con l’Eurozona a stabilire la strada di ripianamento e, già dal mese prossimo, dovrebbe essere pronto un piano che definisca i settori d’intervento, differenziate secondo le esigenze dei territori più colpiti.
Notevole approvazione ha ricevuto la volontà di inserire l’aspetto ecologico e digitale.
Era ora che l’Unione Europea si occupasse fattivamente degli aspetti ecologici che tanta parte hanno nel condizionare il progresso sociale e la salute dei cittadini.
Molto probabilmente si inizierà dai fumi e derivati legati alla economia del petrolio. Quindi verrà alla ribalta tutto ciò che genera particolato atmosferico e biossido di carbonio, così colpevoli del cosiddetto “effetto serra” e relativo cambiamento climatico.
Possiamo ripeterla come economia “verde” , che secondo questo piano dovrà essere approfondita e potenziata sia per gli aspetti legati alla biodiversità e ambiente che nei suoi risvolti pratici della vita familiare di tutti i giorni.
La sanità
È stato tragico constatare quanto insufficiente e fragile sia stato il ruolo e l’intervento sanitario con migliaia e migliaia di vittime.
Macron è stato deciso e lapidario: “L’Europa della sanità non è mai esistita e deve diventare la nostra priorità”.
La prima decisione sarà quella di acquisire capacità proprie nella produzione di arredi, macchinari e materiali (es. mascherine) e ancor più di vaccini. Tutto deve avvenire entro i confini nazionali.
Il digitale
Si prospetta un futuro all’insegna della digitalizzazione della società, del lavoro e dell’informazione. Su quest’ultima corrono già adesso le possibilità di controllo (G5) delle persone e delle attività aziendali e per dirla tutta i segreti industriali e di Stato.
Insomma, ci voleva davvero una pandemia da coronavirus per prendere sul serio queste ben note problematiche?
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