BRASILE-ARGENTINA: LA MISSIONE DELLA FREGATA “DES GENEYS” E LA NASCITA DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA I DUE PAESI CON IL REGNO DI SARDEGNA (1834 – 1835)

Di Gerardo Severino*

BUENOS AIRES (nostro servizio particolare). Nel 1834, le note Province Riunite del Rio de la Plata, sorte all’indomani della ribellione anti spagnola del 25 maggio 1810, avevano dato vita alla  “Confederación Argentina”, con capitale Buenos Aires, il cui Governatore provinciale “ad interim” era Juan José Viamonte.

I continui attriti fra i “federales”, che credevano fermamente in un’Argentina federata e gli “unitarios”, che, al contrario, spingevano per un potere forte da concentrare nelle sole mani di Buefedeakes nos Aires, città dai ricchi commerci e sede di una Dogana che apportava alle casse dello Stato non pochi quattrini, aveva preoccupato le Case regnanti Europee, compresa quella dei Savoia, che governava gli Stati Sardi, preoccupata per le eventuali ripercussioni contro i suoi numerosi sudditi, soprattutto liguri, che da anni operavano lungo le rive del Rio de la Plata, oltre che nella stessa Buenos Aires.

Come è noto agli storici della Marina Militare fu proprio in quel frangente che Re Carlo Alberto autorizzò l’invio nell’America Meridionale di una nave militare sarda, la gloriosa Fregata “Des Geneys” (così denominata in onore del grande Ammiraglio Giorgio Andrea Agnès des Geneys, nato a Chiomonte il 29 aprile 1761 e morto a Genova l’8 gennaio 1839), la quale partì da Genova il 25 febbraio di quello stesso anno, diretta in Brasile.

La Fregata Des Geneys nel porto di Napoli (anno 1866)

Alcune settimane prima – ci piace ricordarlo in questa circostanza – un tale Cleombroto s’era imbarcato su quella stessa nave, come marinaio semplice, nel tentativo di sollevare l’equipaggio contro il Re di Sardegna.

L’Ammiraglio Giorgio Des Geneys

Scoperto il tentativo rivoluzionario organizzato dall’uomo, che altri non era che Giuseppe Garibaldi, se ne decretò la condanna a morte, che per fortuna il futuro “Eroe dei Due Mondi” evitò, fuggendo in Francia.

La “Des Geneys” fu, dunque, la prima unità da guerra piemontese a varcare l’Oceano Atlantico, al comando di un bravo ufficiale, il Capitano di Vascello Tito Olzati, originario di San Pier d’Arena, da poche settimane nominato Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Giunti a Rio de Janeiro, ove la Corte di Torino non disponeva ancora di un proprio agente diplomatico (il primo console generale, il conte Gaetano Palma giunse a Rio solo nel maggio seguente), i marinai sardi furono accolti dalle varie comunità italiane che da anni vivevano in Brasile, desiderose di apprendere da vicino le “ultime dall’Italia”.

La notizia dell’arrivo della Fregata sarda raggiunse anche l’Argentina, grande Paese che s’affacciava sul Rio de la Plata, ove la presenza degli italiani, in generale e dei sudditi piemontesi, in particolare, non era certo da meno. Fu a quel punto che il Capitano Olzati, che dal 15 giugno si trovava acquartierato con la sua nave nel porto di Montevideo (Uruguay), decise di accogliere l’invito di fare una visita nella capitale argentina.

Unitamente ai suoi ufficiali, l’Olzati si spinse alla volta di Buenos Aires, volendo, in realtà, sondare il terreno riguardo alla reale situazione dei suoi conterranei.

Una vecchia patente di nomina firmata dall’Ammiraglio Des Geneys

La storia ci ricorda che la delegazione della Marina Sarda s’imbarcò su di un veliero che prestava servizio tra la sponda orientale del Rio de la Plata e Buenos Aires, ove giunse il 26 dello stesso mese di giugno.

Qui, Olzati e i suoi ufficiali furono ricevuti dal Governatore Viamonte, il quale organizzò per loro una riunione presso lo stesso Governo della provincia, riunione nel corso della quale il politico Argentino, appartenendo al partito dei “federales”, espresse il desiderio di tutta la Confederazione di voler instaurare rapporti diplomatici con la Corte Sabauda.

Tornata a Genova la Fregata “Des Geneys”, il Capitano Olzati si recò immediatamente a Torino, relazionando il ministro degli Esteri riguardo a tale ipotesi.

Ovviamente la proposta fu ritenuta interessante, tanto da ordinare all’incaricato d’affari Sardo a Rio de Janeiro di provvedere alla nomina di un agente consolare da collocare in Buenos Aires.

Questi fu individuato nel ricco commerciante e filantropo Don Pedro Plomer, lo stesso che aveva simpaticamente accolto in città la delegazione della Regia Marina sarda.

La nomina da parte del console generale Palma, tuttavia, non ebbe effetti pratici, in quanto il nuovo Governatore della provincia di Buenos Aires, Don Manuel Vicente Maza (a ciò nominato il 27 giugno 1834), fece osservare che per ottenere l’exequatur occorreva un preventivo riconoscimento ufficiale della Confederazione da parte del Regno di Sardegna [1].

Si resero necessari, quindi, ulteriori contatti fra i rappresentanti dei due Ministeri degli Esteri, prima di procedere ad una nuova nomina.

Fu così che alcuni mesi dopo, quindi dopo il 7 marzo 1835, allorquando il generale Juan Manuel de Rosas riprese in mano le redini di Buenos Aires e della stessa Confederazione, assumendo la “dittatura” ed avocando a sé anche l’interim delle relazioni estere, oltre alla gestione militare dei conflitti con gli Stati vicini, che il Regno di Sardegna, pur non riconoscendo ancora ufficialmente la Confederazione (ciò avverrà solo il 12 maggio 1838) decise di allacciarvi comunque rapporti diplomatici duraturi.

Al di là dell’impopolarità che il Rosas riscuoteva in Europa, i rapporti fra i due Paesi si rendevano, infatti, necessari, oltre che per la tutela dei sudditi piemontesi in Argentina e Uruguay, anche per favorire gli scambi commerciali fra i due Stati e, di conseguenza, l’ulteriore emigrazione di non pochi liguri e piemontesi, soprattutto abili commercianti e armatori, attratti sia da quella generosa terra che dalle opportunità mercantili offerte dalla navigazione del Rio de la Plata e dal grande porto di Buenos Aires.

Nell’ottobre di quello stesso anno, Re Carlo Alberto, ottenuto comunque l’exequatur da parte del Generale Rosas, nominò il barone Henry Claude Louis Picolet d’Hermillon [2], di nobile famiglia savoiarda, primo Console generale presso la Confederazione Argentina, distaccandolo così a Buenos Aires, mentre un vice consolato fu istituito anche a Montevideo, affidato a Gaetano Gavazzo [3].

Da quel momento in avanti i due Stati avrebbero mantenuto un costante rapporto, sia d’amicizia che commerciale, rapporto che nel 1855, a tre anni dal rovesciamento del Generale Rosas, verrà ulteriormente rafforzato grazie alla firma, avvenuta il 21 settembre a Paranà, allora capitale provvisoria della Confederazione (dopo la scissione di Buenos Aires, che nel 1852 aveva dato vita ad uno Stato indipendente), un importante accordo, passato alla storia come “Trattato d’amicizia, di navigazione e di commercio fra la Sardegna e la Confederazione Argentina”, i cui contenuti sono abbastanza comprensibili già dalla lettura del titolo.

A sottoscriverlo, per una validità preventivata in 12 anni, furono il nuovo console generale dei Regi Stati sardi, Marcello Cerruti e il ministro delle Relazioni Estere, vice presidente della stessa Confederazione, Juan Maria Gutiérrez.

La Regia Marina sarda, prima e quella del Regno d’Italia, poi continuarono a solcare il Mar de la Plata per altri lunghi anni, soccorrendo talvolta anche i tanti italiani rimasti vittime delle frequenti insurrezioni e guerre che avrebbero continuato ad insanguinare quella parte del Sud America [4].

Nell’assicurare ciò, la Forza Armata non dimenticò mai di ricordare i “pionieri” della Fregata “Des Geneys”, i quali, nel portare a buon fine la prima traversata Atlantica avevano, di fatto, posto le basi per una nuova missione diplomatica in Sud America.

NOTE

[1] Cfr. Rejistro Oficial de la Provincia de Buenos Ayres – 1831 – 1835, Buenos Aires, Imprensa del Mercurio, 1835, p. 129.

[2] Nato a Tarbes l’11 giugno del 1797, il barone Picolet d’Hermillon era stato ufficiale, Sottotenente, del 2° Reggimento di Fanteria Savoia, prima di abbracciare la carriera diplomatica. Dopo la lunga esperienza in Argentina, fu Console Generale in Brasile, dall’11 gennaio 1849, poi trasferito in Spagna, a Madrid, ove si sarebbe spento il 3 settembre del 1864. Coniugato con la N.D. Joséphine Julie de Souville era padre di Jules, nato nel 1828.

[3] Sull’argomento vgs. il saggio di Isidoro J. Ruiz MORENO, Inizio delle relazioni tra Italia e Argentina, in <<Euroamericani. La popolazione di origine italiana in Argentina>>, Torino, Fondazione Giovanni Agnelli, 1987, pp. 1/12.

[4] Sull’argomento vgs. Lamberto Radogna, Cronistoria delle unità da guerra delle Marine preunitarie, Roma, Fusa Editore, 1981.

*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – .Storico Militare. Membro del Comitato di Redazione Report Difesa

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