Roma. Tra gennaio e giugno di quest’anno, i militari dei Nuclei Carabinieri CITES e del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno svolto un’importante serie di controlli, su antiquari, case d’asta, gioiellerie, siti web e telemarketing, per contrastare il commercio illegale di oggetti in avorio.

L’operazione dei Carabinieri contro il traffico di avorio
L’avorio, oltre ad essere elemento costitutivo di opere d’arte che possono arrivare a costare anche decine di migliaia di euro, è sottoposto alla tutela della CITES.
La CITES è la Convenzione di Washington che disciplina il commercio internazionale di specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione la cui messa in vendita senza la prescritta documentazione configura un’ipotesi di reato.
In linea generale il commercio dell’avorio è vietato dall’ordinamento nazionale e internazionale per fattispecie rigorosamente definite dalla normativa vigente (Reg. CE 338/97, Reg CE 865/06 e Legge 150/92) riguardanti, in particolare, gli oggetti acquisiti prima dell’entrata in vigore della Convenzione CITES e delle successive norme di settore.
L’attività operativa si è svolta su tutto il territorio nazionale, sono stati effettuati quasi 200 controlli (che hanno interessato le principali case d’asta ed antiquari), sequestrati circa 460 pezzi (tra cui zanne, statuette, crocifissi, posate e gioielli), per un valore stimato di circa 400 mila euro.
La collaborazione tra i Carabinieri del Raggruppamento CITES e del Comando Tutela Patrimonio Culturale ha consentito di mettere a fatto comune conoscenze e professionalità diverse, quali quelle sul contrasto al commercio su flora e fauna in via di estinzione e quelle che regolano il commercio di opere d’arte.
L’Unione Europea sta ponendo una grande attenzione al tema del commercio dell’avorio, valutando l’opportunità di adottare delle politiche che vanno nella direzione della forte limitazione delle transazioni per le finalità commerciali attualmente autorizzate.
Al riguardo, la campagna italiana Golden Tusks è, senza dubbio, un modello di riferimento per gli altri Paesi europei impegnati nel contrasto ai reati commessi in danno alle specie protette dalla Convenzione CITES, da altri trattati e Direttive europee.
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