Carabinieri, visita del sottosegretario Tofalo al 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania” e si lancia in paracadute in tandem con un istruttore

Livorno. Incontro del sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo a Livorno, con i Carabinieri del 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania”.

“Sono orgoglioso – ha detto Tofalo, assistendo ad una ‘esercitazione programmata – di rappresentare professionisti altamente specializzati a cui vengono assegnati compiti molto delicati. Potervi osservare durante il vostro addestramento, condividere per quanto possibile le vostre esperienze sul campo e ascoltare le vostre testimonianze è per me un privilegio. Rappresentate una élite della Difesa al servizio del Paese”.

Il sottosegretario Tofalo saluta i militari del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti

Tofalo ha poi eseguito un lancio in tandem con un istruttore, saltando da una quota di oltre 4.500 metri. “Ho voluto dare un segnale forte di vicinanza a questi professionisti della sicurezza, mettendo la mia stessa vita in mano a chi ogni giorno difende gli interessi nazionali e rappresenta il Paese nel mondo”, ha aggiunto il sottosegretario che, tra le deleghe assegnate dal Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ha ricevuto quella relativa all’Arma dei Carabinieri.

Ad accompagnarlo c’era il Generale di Corpo di Armata Sabino Cavaliere, alla guida del Comando delle Unità mobili e specializzate Carabinieri “Palidoro” da cui oggi dipende il “Tuscania” che fino al 2002 era posto alle dipendenze della Brigata Paracadutisti “Folgore” dell’Esercito.

 

Un momento della visita del sottosegretario Tofalo

 

Il Reggimento “Tuscania”, con un organico di circa 500 unità, ha una doppia veste che gli consente di essere agile strumento di supporto in ambito tipicamente militare, con operazioni di occupazione preventiva, difesa delle posizioni, interdizione e contro-interdizione di aree specifiche, supporto a contingenti di Forze Armate in operazioni “fuori area” anche con funzioni di Polizia militare e Forza di Polizia in supporto all’Arma territoriale, per la sicurezza alle sedi diplomatiche in Paesi a rischio e come scorta di personalità.

Gli aspiranti al Reggimento vengono sottoposti ad una dura selezione psicofisica per poi essere ammessi alla frequenza di un corso di 9 mesi in cui diventano paracadutisti, si addestrano di pattuglia, di plotone ed all’impiego di armi e materiali speciali. Superate queste prove, durante la permanenza nel battaglione, l’addestramento diventa permanente grazie all’acquisizione di nuove abilità e tecniche sempre più sofisticate.

Le Missioni a cui hanno partecipato sono molteplici non ultima quella in Libia. Molto frequenti sono stati gli impieghi sul territorio nazionale nelle aree che, per caratteristiche morfologiche e socio-criminali, risultano difficilmente controllabili dalle Forze di Polizia territoriali.

Numerose anche le operazioni antisequestro, anticontrabbando ed anticrimine condotte con successo in Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.

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