Catalogna, uno scontro politico-costituzionale per il referendum independentista

Barcellona. Cosa ha portato all’intervento, oggi, della Guardia Civil negli Uffici della Generalitat di Catalogna? Precisamente una norma della Costituzione spagnola del 1978, nata dopo circa una quarantina di anni di Franchismo che creò le Comunità Autonome, con un’ampia libertà economica (articoli 148, 149, 156., 157, 158;  (http://host.uniroma3.it/progetti/cedir/cedir/Lex-doc/Sp_cost.pdf).

Un momento della protesta dei cittadini filo indipendentisti, dopo l’intervento della Guardia civil negli uffici della Generalitat catalana, a Barcellona

Mentre l’articolo 155 (coma 1) stabilisce che quando una “Comunità Autonoma non ottemperi agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comporti in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al presidente della Comunità Autonoma e, ove questa sia disattesa con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie por obbligarla all’adempimento forzato di tali obblighi o per la protezione di detti interessi”.

Il comma 2 aggiunge: “Il Governo potrà dare istruzioni a tutte le Autorità delle Comunità Autonome per l’esecuzione delle misure previste nel comma precedente”.

E se da parte degli indipendentisti si dovesse usare la forza contro la sovranità o l’indipendenza della Spagna, la sua integrità territoriale o l’ordinamento costituzionale e non ci siano altro mezzi per risolvere il problema, allora il Governo, così come stabilisce il comma 4 dell’articolo 116 della Costituzione, può proporre al Congresso dei Deputati la dichiarazione di uno stato d’emergenza, che però deve essere dichiarato dalla maggioranza assoluta del Congresso dei Deputati, su proposta esclusiva del Governo. Il Congresso dovrà determinare il suo ambito territoriale, durata e condizioni.

Una manifestazione di indipendentisti catalani

Esiste, dal punto di vista giuridico, un grande dibattito su questo articolo. Qualcuno lo interpreta come la possibilità del Governo di sospendere l’autonomia di una Comunità che non voglia rispettare le leggi e di conseguenza la Costituzione. Usando nello stesso tempo la forza? Non esistono precedenti e quindi, anche i costituzionalisti spagnoli stanno discutendo sul da farsi

L’articolo 155 trae origine dal’articolo 37 della Legge Fondamentale di Bonn della Germania, dove viene stabilito “il compimento forzoso delle obbligazioni” da parte di una Comunità (ricordiamo che la Germania ha i Lander).

In verità, ci sarebbe una differenza tra le due normative. Per la Spagna deve esistere “una situazione di conflitto” che possa attentare gravemente contro l’interesse generale di tutta la Nazione perché il Governo centrale debba intervenire.

Ma, sempre analizzando la Costituzione, emerge un elemento importante. Una volta che il Governo intende mettere in pratica la norma deve inviare al presidente della Comunità autonoma che non vuole rispettare le leggi una sorta di “ultimo avviso” affinchè si metta in regola. E se non dovesse farlo, allora l’Esecutivo può imporlo “con la forza”. Ma dovrà avere il via libera dal Senato. E qui Rajoy gioca in casa, avendo una maggioranza schiacciante.

Nei mesi passati era stata ventilata anche l’ipotesi che il Governo mettesse in campo l’Esercito in Catalogna. E questo chiaramente avrebbe creato un precedente pericoloso che avrebbe portato al rischio di scontri di piazza tra indipendentisti e Forze Armate e di Polizia.

Già questo pomeriggio, dopo gli arresti della mattina di vertici politici del Governo autonomo (https://elpais.com/ccaa/2017/09/20/catalunya/1505896269_248253.html), sono scoppiati alcuni momenti di tensione e brevi tafferugli fra i manifestanti indipendentisti e la Guardia Civil davanti ad una sede del Governo catalano mentre gli agenti scortavano uno dei dirigenti dell’amministrazione, arrestati nel blitz di questa mattina. Non risulta ci siano stati feriti o persone arrestate. I manifestanti hanno cercato di bloccare il passaggio del convoglio.

Davanti alla sfida dell’indipendenza catalana, che “non rispetta la legge”, “logicamente lo Stato deve reagire” ha detto il premier spagnolo Mariano Rajoy dopo l’intervento della Guardia civil.

“Nessuno Stato al mondo può accettare quanto stanno facendo (gli indipendentisti ndr) – ha aggiunto -. Erano avvertiti, sapevano che il referendum non si può fare perché contrario alla sovranità nazionale e al diritto di tutti gli spagnoli di decidere cosa vogliono per il loro Paese”.

Il presidente catalano, Carles Puigdemont ha immediatamente convocato una riunione urgente del suo Governo. “Stanno attaccando le istituzioni di questo paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo” ha reagito su Twitter. “Il loro – ha aggiunto – è un atteggiamento totalitario. Il Governo spagnolo ha superato la linea rossa”.

Molto caldo, chiaramente, anche il confronto politico nell’aula del Congresso dei Deputati, dopo l’intervento del capo del Governo, Rajoy.

Intanto, continuano le indagini delle Forze di Polizia spagnole. Secondo la tv pubblica TVE la Polizia nazionale ha sequestrato, ieri, negli uffici di una società di posta privata 45 mila convocazioni inviate per la costituzione dei seggi elettorali. Mentre la Guardia Civil ha sequestrato oggi 10 milioni di schede per il voto al referendum durante una perquisizione in un magazzino a Bigues i Riells, vicino a Barcellona. Gli agenti hanno sequestrato anche altro materiale elettorale per il referendum di autodeterminazione.

Da parte sua il ministro delle Finanze, Cristobal Montoro ha confermato il blocco dei fondi dell’amministrazione catalana, deciso venerdì dal Governo. Il Ministero degli Interni di Madrid ha, nel frattempo, annullato permessi e ferie degli agenti della Polizia nazionale e della Guardia Civil, assegnati alla Catalogna. La misura è prevista per il periodo dal 20 settembre al 5 ottobre, ma può essere prorogata.

Il presidente catalano Carlos Puigdemont ha denunciato “l’atteggiamento totalitario” del governo spagnolo dopo il blitz di questa mattina contro il governo di Barcellona. “Il governo spagnolo ha superato la linea rossa” ha accusato Puigdemont. Ed ha concluso che il referendum il 1° ottobre si farà.

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