Conflitto russo – ucraino: a rischio gli approvvigionamenti di prodotti agricoli nel mondo. L’allarme della FAO

Di Assunta Romano

Roma. Russia e Ucraina sono tra i principali esportatori mondiali di prodotti agricoli.

Nel 2021, sono stati tra i tre principali produttori di cereali, mais, colza, semi di girasole e olio di girasole.

La Federazione Russa è il leader mondiale nella produzione di fertilizzanti azotati, il secondo per esportazione di fertilizzanti di potassio ed il  terzo di fertilizzanti al fosforo.

La produzione di grano ucraino

L’anno scorso, la Russia ha esportato 32.9 milioni di tonnellate di cereali e frumento segalato.

L’Ucraina, tra i sei maggiori produttori di cereali, sempre l’anno scorso ha esportato 20 milioni di tonnellate di cereali e di frumento segalato, pari al 10% dell’intero mercato globale.

Sono i dati che emergono da un’analisi della FAO (Organizzazione delle Nazione Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) pubblicata  nei giorni scorsi.

La sede della FAO

Dal report emergono in particolare le ripercussioni su scala mondiale che il conflitto russo-ucraino avrà  sugli approvvigionamenti di prodotti agricoli.

Stessa incertezza sul fronte delle esportazioni russe a causa delle sanzioni economiche.

In base alle previsioni FAO elaborate prima del conflitto, l’Ucraina avrebbe esportato tra marzo e giugno 2022 circa 6 milioni di tonnellate di cereali.

Nello stesso periodo la Russia era pronta a spedire ulteriori 8 milioni di tonnellate.

Secondo la FAO, un’improvvisa riduzione dell’esportazione di cereali e semi di girasole da parte dell’Ucraina e della Russia sarebbe solo parzialmente compensata nel periodo 2022-2023  dalla fornitura da parte di altri Paesi.

La Federazione Russa è il leader mondiale nella produzione di fertilizzanti azotati

Il fabbisogno di approvvigionamento potrebbe di conseguenza  causare un aumento dei prezzi  tra l’8 e il 22%.

Se inoltre la riduzione delle esportazioni di entrambi i Paesi andrà oltre il biennio 2022-2023, il fabbisogno globale di cereali e olio di semi di girasole resterà elevato nonostante l’aumento di produzione da parte di paesi terzi.

Tutto questo porterà ad un aumento dei prezzi ben al di sopra di quelli attuali.

Molti Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa dipendono dal grano russo e ucraino. Libano, Tunisia, Yemen, Libia e Pakistan importano circa la metà dei cereali da Russia e Ucraina.

In previsione di una riduzione dell’approvvigionamento e di un potenziale aumento dei prezzi, Egitto, Turchia, Bangladesh e Iran hanno aumentato sensibilmente  l’importazione di cereali.

Secondo la FAO, questo avrà come conseguenza  un’ulteriore pressione  sul mercato globale.

Il conflitto in corso ha causato seri danni alla rete dei  trasporti, ai porti, ed alle strutture adibite a stoccaggio.

Anche l’aumento dei premi assicurativi delle navi ormeggiate nel Mar Nero può influire, secondo la FAO, sull’aumento  dei costi finali.

La guerra in corso impedisce agli agricoltori ucraini di curare i propri campi.

La  FAO prevede che in circa il 30 % dei terreni seminati in Ucraina  non si potrà  procedere ai raccolti. Stessa incertezza si trova per le semine da effettuare in primavera.

In Russia si temono gli effetti che le sanzioni economiche avranno sulle esportazioni alimentari.

Il blocco delle importazioni di pesticidi (58% dall’Unione Europea) e di semi (68% dalla UE) può seriamente compromettere l’intera produzione agricola.

Tra il 2022 e 2023, il numero delle persone da sfamare nel mondo potrebbe aumentare, secondo la FAO, tra gli 8 e i 13 milioni.

Le aree maggiormente interessate sono l’Asia Pacifica, l’Africa Sub Sahariana, il Medio Oriente e il Nord Africa.

E se la guerra dovesse continuare, gli effetti andranno ben oltre il 2022-2023.

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