Corea del Nord, altro test missilistico fallito. Ma l’attivismo di Pyongyang preoccupa

Pyongyang. Un altro test missilistico compiuto, questa mattina, dalla Corea del Nord ha di nuovo messo in agitazione le cancellerie dei Paesi asiatici e non solo. Per la vicina Corea del Sud, da anni abituata a questo genere di azioni, il test dovrebbe essere fallito.

Nuovo test missilistico della Corea del Nord. L’attivismo del Paese asiatico preoccupa.

“La Corea del Nord – hanno spiegato fonti del Ministero della Difesa di Seul – ha lanciato un missile partito dalla costa orientale da un’area vicina alla base aerea di Wonsan ma si ritiene che non sia riuscito”.

Pyongyang, dopo che il leader Kim Jong-Un ha parlato di fasi finali in vista di un test di missile intercontinentale nel discorso alla nazione di inizio anno, ha mostrato un dinamismo sul fronte balistico.

Il 12 febbraio, infatti, è stata la volta di un missile di medio raggio, presentato con il nome di Pukguksong-2, finito nelle acque del Mar del Giappone.

Molti i tentativi falliti nel lancio de imissili.

Il 6 marzo, invece, è stata la volta di 4 vettori partiti dalla base di Dongchang-ri, nel Nord Ovest del Paese, tre dei quali finiti a 250-300 chilometri dalle coste del Giappone dopo una gittata di circa 1.000 chilometri.

“Il mondo intero testimonierà presto l’importante significato della grande vittoria”, ha commentato Kim, nel resoconto fatto domenica dall’agenzia ufficiale KCNA, sulla prova di un nuovo motore per missili/razzi, quando a Pechino il segretario di Stato americano Rex Tillerson ed il presidente cinese Xi Jinping stavano per incontrasi nella Grande Sala del Popolo. Lo sviluppo e il completamento del motore “aiuteranno a consolidare le fondamenta scientifiche e tecnologiche per raggiungere i massimi livelli di messa in orbita satellitare nello sviluppo dell’aerospazio”.

L’obiettivo della Corea del Nord potrebbe essere quello di arrivare ad equipaggiare un missile con una testata nucleare, tanto da minacciare gli Usa, Ma il tentativo, fallito, di oggi dimostra che i tecnici di Pyongyang non sono riusciti ancora ad ottenere la tecnologia necessaria.

Lo scorso anno, la Corea del Nord sparò oltre una ventina di missili a corto e medio raggio, inoltre effettuò due prove nucleari nel suo territorio. Alcuni tentativi fallirono.

Il Paese sarebbe comunque riuscito a raggiungere una buona capacità di lanci di proiettili da piattaforme mobili o da sottomarini.

La Nord Corea, malgrado le pressioni dell’ONU, non ci pensa proprio ad abbandonare i suo ambiziosi piani nucleari.

L’amministrazione Trump ha deciso di intraprendere la linea dura, tanto che il segretario di Stato, Rex Tillerson, la scorsa settimana in un incontro a Seul ha dichiarato che tutte le opzioni sono sul tavolo, quando si tratta di frenare la Corea del Nord, incluso un intervento militare.

Ma poi, sempre nel corso di una visita istituzionale, il titolare della diplomazia Usa abbassò i toni.

Ed in questa classica guerra di nervi, il regime nord coreano, rispose attraverso la sua agenzia di stampa ufficiale di non avere paura.

Tutto questo sta creando una rincorsa al riarmo o meglio alla difesa dei propri confini. La Corea del Sud ha accelerato l’installazione del sistema antimissili THAAD, di tecnologia americana (http://www.lockheedmartin.com/us/products/thaad.html)

Una scelta che ha fatto infuriare il Governo di Pechino che teme la presenza militare statunitense vicino i suoi confini.

Intanto Washington e Seul proseguono le attività legate alle esercitazioni congiunte in territorio sud coreano. Chiaramente non si è fatta attendere la riposta di Pyongyang che le ha definite “una provocazione ed un saggio per l’invasione del suo Paese”.

Intanto, la Corea del Nord terrà l’11 aprile la sessione parlamentare annuale. L’agenzia ufficiale KCNA non ha fornito nel suo breve dispaccio i temi in agenda dell’evento che si tiene solitamente ad aprile ma che nel 2016 slittò a giugno, un mese dopo il primo congresso in 36 anni del Partito dei Lavoratori in cui il leader Kim Jong-Un diventò “presidente”. L’attenzione degli osservatori è rivolta ai possibili cambi relativi allo sviluppo di piani nucleari e missilistici, alle riforme economiche e alle possibili nomine di vertice.

L’ultima Assemblea suprema del popolo modificò, tra le altre cose, la Costituzione per avviare la ristrutturazione della Commissione nazionale di difesa, l’organo istituzionale di più alto livello, proprio per poter affidare formalmente a Kim la presidenza.

Autore