Covid-19, Caligiuri (SOCINT): la diffusione del virus tra disinformazione e fake news

Di Maria Enrica Rubino

Roma. Disinformazione, fake news e diffusione della pandemia da Covid-19. Per il Prof. Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence e direttore del Master di Intelligence dell’Università della Calabria, “la diffusione virale di informazioni non corrette e, in molti casi, false durante la pandemia ha indotto, sin dall’inizio dell’emergenza, comportamenti scorretti da parte della popolazione, accentuando così la diffusione del virus”.

Il Professor Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence

“In Italia” – spiega il docente a Report Difesa – “abbiamo assistito a una iniziale sottovalutazione del fenomeno: il 2 febbraio durante la trasmissione ‘Che tempo che fa’ il ministro della salute e uno dei più celebrati virologi italiani sostenevano che il nostro Paese non avrebbe avuto problemi. Qualche giorno dopo, anche il presidente del consiglio aveva rassicurato che l’Italia avrebbe affrontato la pandemia senza eccessive difficoltà. Sindaci di grandi città invitavano agli happy hour, segretari nazionali di partito ritenevano ininfluente il problema. Abbiamo dovuto aspettare il 27 febbraio affinché nel sistema mediatico e nei social in Italia avvenisse un’inversione di tendenza e si prendesse consapevolezza della gravità del coronavirus. Mi riferisco a quando il presidente di Regione Lombardia si è presentato in conferenza stampa con la mascherina affermando di essersi messo in autoquarantena in quanto un membro del suo staff era risultato positivo al tampone.

In tutto il mese di marzo abbiamo assistito a una sorta di covideocrazia, una pandemia immateriale che ha prodotto l’effetto panico, che da un lato ha indotto i cittadini a comportamenti virtuosi di distanziamento sociale e dall’altro ha creato un clima dannoso a livello psicologico ed economico. Nel frattempo, il dibattito politico è proseguito sostanzialmente come se nulla fosse con le tradizionali contrapposizioni parlamentari, mentre la comunicazione del governo si è identificata spesso con la propaganda, con annunci di provvedimenti economici che, ancora oggi, stentano a diventare realtà. Anche a livello scientifico una riflessione va fatta perché le contrapposizioni tra virologi hanno sostanzialmente dimostrato che le posizioni responsabili ed equilibrate sono state messe in minoranza. A questo proposito, solo il modello di contenimento adottato nel Veneto ha dimostrato la sua efficacia. Il resto dichiarazioni e interviste”.

Che ruolo pensa abbiano giocato le fake news?

Le principali fake news sono rappresentate dall’origine intenzionale del virus e dalle false immagini delle bare di Bergamo. In questa “fase 2” il ruolo della comunicazione è ancora più delicato: in gran parte è monopolizzata dal dibattito sulle tecnologie di tracciamento. A tal proposito, stiamo assistendo a comportamenti su cui seriamente riflettere: la reale adeguatezza del sistema politico e burocratico, che prescinde dalle competenze delle singole persone. Dopo settimane di dibattiti roventi, sull’App Immuni, ieri su “La Stampa” si è commentato: “è cambiato totalmente il modello, ma è rimasta l’azienda aggiudicataria, Bending Spoons, che era partita dal modello opposto. Come se, volendo della verdura, fossimo andati a comprarla al negozio di carne.

Come vede la fase del post emergenza a livello internazionale?

“Lucio Caracciolo in relazione alle conseguenze della pandemia parla di “mondo virato”. Quanto sta succedendo porterà a un riequilibrio a livello globale poiché sono emerse le contraddizioni dei grandi attori geopolitici. L’Europa ha sinora dimostrato grande debolezza. Gli Stati Uniti sono sconvolti dalla malattia che ha come inevitabile sfondo le elezioni presidenziali di novembre. La Cina da un lato ha dimostrato una grande capacità di intervento e dall’altra ha confermato l’inevitabile opacità del suo sistema di governo. Detto questo, che mondo sarà dopo il Coronavirus? In gran parte lo stesso”.

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