COVID-19, i consigli del CNR e della Polizia Postale contro gli adescamenti on line dei pedofili

Roma. Sono settimane in cui, per disposizione delle autorità, si deve stare in casa.

E i giovani e i giovanissimi un po’ per seguire le lezioni on line e un po’ per svago utilizzano i propri computer,  smartphone, tablet collegandosi ad Internet, usando la Rete per le loro attività e utilizzando i social network.

In aumento gli adescamenti on line dei pedofili

Dall’altra parte del video però potrebbe accadere che ci sia qualcuno che gli stessi strumenti per scopi criminali.

A questo proposito, Enrico Parano, dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche di Catania (CNR-IRIB), in collaborazione con la Polizia Postale, evidenzia un aumento del rischio di adescamento minorile online.

Come riferito dalla Polizia Postale, si registra infatti una crescita delle attività dei pedofili che hanno intensificato il loro lavoro di adescamento in Rete approfittando delle scuole chiuse e del tanto tempo libero che anche i giovanissimi trascorrono su Internet e social media.

Si è registrata una vera e propria impennata delle denunce per adescamenti on line nei giorni del Coronavirus.

I consigli? Risponde Parano: “Seguire i nostri figli quando stanno davanti a smartphone e al pc è una regola da mettere in pratica sempre; seguirli in questi giorni di emergenza è ancora più necessario, ed è anche più facile visto che a casa ci siamo anche noi”.

I pediatri e la Polizia Postale hanno messo in guardia che “in questi giorni – aggiunge Parano – è estremamente pericoloso lasciare da soli i minori a navigare liberamente in Rete. Così i pedofili trovano terreno fertile”.

Ricordiamo quali sono i campanelli d’allarme che fanno capire che un contatto è pericoloso:

Se qualcuno dice di tenere a te ma

• Ti dice cose che ti sembrano troppo volgari o ti creano disagio

• Parla sempre di sesso in chat o nei messaggi

• Ti chiede insistentemente immagini private, intime

• Ti minaccia perché vuole altre immagini, altri video

• Ti chiede numeri o contatti di altri tuoi amici

• Vuole insistentemente incontrarti

In questi casi, cosa deve fare un minore? Non deve aspettare, non deve avere paura o vergognarsi, deve solo chiedere aiuto a un adulto.

Ci sono poi le fasi dell’adescamento sui social o anche mediante i giochi on-line.

In questo caso, spiega ancora Parano, “si inizia sempre con una richiesta d’amicizia, l’adescatore prova a instaurare un contatto con la vittima”.

I più giovani, i più piccoli, accettano con meno timori le nuove richieste, magari il contatto può avvenire tramite le piattaforme da gioco.

Una volta accettata, pian piano, si cerca di consolidare il rapporto con una chat duratura dove far credere al bambino di essere suo amico e di condividere gli stessi interessi.

Nella terza fase l’adescatore verifica, dalle risposte della vittima, se ci potrebbe essere un’interferenza da parte dei genitori e chiede al piccolo se rimane solo.

Nella fase quattro l’adescatore prova ad instaurare intimità con la vittima in modo da passare poi nella fase cinque alla richiesta e all’invio di materiale pornografico.

“In questa fase – evidenzia il ricercatore del CNR – l’adescatore potrà provare anche a fissare un incontro in luoghi conosciuti e considerati sicuri dal bambino”.

I ragazzi non devono mai rilevare in Rete i dati personali quali nome, cognome, età indirizzo, numero telefono, scuola, nome di  amici, non devono mai incontrare, personalmente, con chi si è conosciuto in Rete.

Inoltre, può essere pericoloso compilare moduli on-line.

Consiglio finale di Parano rivolto ai giovani: “le foto, i selfie, i video, una volta condivisi sui social potranno essere condivisi all’infinito da chiunque, anche se li avete cancellate dai vostri smartphone e dal profilo social”.

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