COVID-19: SMD, LE FORZE ARMATE SEMPRE IN PRIMA LINEA AL VIRUS IN PIENA SICUREZZA

Roma. In una nota lo Stato Maggiore della Difesa (SMD), in merito alle notizie apparse su un quotidiano, precisa i diversi aspetti che riguardano l’operato degli oltre 45 mila uomini e donne delle Forze Armate.

Grande l’impegno dell’Esercito a fianco della Protezione civile per l’emergenza Covid-19

Le quali, da circa due mesi operano in concorso alla Protezione Civile e al Ministero della Salute, nell’applicazione delle misure di contrasto all’emergenza sanitaria su tutto il territorio nazionale a supporto dei cittadini.

Le Forze Armate fin dal primo momento, ricorda la nota di SMD “hanno messo in campo tutti gli assetti richiesti con un grande sforzo di uomini, mezzi e strutture”.

Al personale impiegato sono stati forniti i dispositivi di protezione individuale che nel prosieguo delle attività sono stati rinnovati e integrati dalla Protezione Civile e dalle Aziende sanitarie, responsabili dell’impiego del personale militare messo a disposizione dalla Difesa.

“In particolare, – prosegue la nota – per il personale alloggiato all’interno delle infrastrutture militari, al fine di garantire il distanziamento sociale come indicato nei Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, si è proceduto attraverso la riduzione del personale presente in caserma, la sospensione di attività addestrative ed esercitative, la rimodulazione del dispositivo (ad esempio, per il personale di “Strade Sicure”) e l’individuazione di ulteriori strutture alloggiative”.

Carabinieri in servizio in un’area rossa per l’emergenza Covid-19

Medici e infermieri militari sono stati rapidamente messi a disposizione della Protezione Civile e del Ministero della Salute, personale preparato e in grado di garantire con professionalità e responsabilità il proprio contributo a prescindere dalla specializzazione.

Sono state attuate tutte le misure precauzionali definite dalle direttive ministeriali, si legge ancora nel comunicato stampa “per garantire la massima protezione del personale, impegnato in Italia e nelle missioni internazionali, dal contagio del COVID 19 e sono stati effettuati circa 8 mila tamponi nei confronti del personale militare”.

Al momento, le strutture sanitarie ospedaliere della Difesa sono rappresentate dal Policlinico Militare Celio, dal Centro Ospedaliero Militare (COM) di Milano e dal COM di Taranto e da sei Dipartimenti di Medicina Militare Legale (DMML) strutture messe a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale per la gestione dell’emergenza sanitaria.

Uno degli ospedali da campo italiani

Oltre a questi sono disponibili anche gli ospedali da campo delle Forze Armate.

All’interno dell’ospedale Celio, sarà realizzato nei prossimi giorni una unità COVID di 150 posti letto di cui 50 in terapia intensiva.

In merito agli aspetti di indennizzo (copertura assicurativa), prosegue il comunicato, “tutto il personale militare gode delle tutele previste dall’istituto della causa di servizio”.

Al riguardo, l’Ispettorato Generale della Sanità Militare (IGESAN) ha recentemente emanato una direttiva finalizzata al riconoscimento da infortunio dell’infezione da COVID-19.

Nell’attuale stato emergenziale, IGESAN è stato individuato quale organo di programmazione e di gestione finanziaria delle risorse rese disponibili ed ha provveduto “in accordo con le decisioni dell’Autorità politica all’emissione di un bando straordinario per la formazione specialistica di personale sanitario”.

Inoltre, conclude la nota “è stato richiamato in servizio personale medico qualificato dall’ausiliaria, al fine di contribuire all’emergenza in atto”.

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