Di Anna Pigłowska Kaczor
Varsavia (nostro servizio particolare). Le mani del Presidente bielorusso Lukashenko sulla vicenda dei migranti al confine con la Polonia hanno spinto molti Paesi occidentali e la stessa Unione europea ad agire.
Portando così il piano bielorusso alla sconfitta? E qual è ancora il ruolo del Presidente russo Vladimir Putin?
Report Difesa ne ha discusso con il giornalista bielorusso Zmicier Mickiewicz della TV, “Bielsat TV”.
Bielsat TV è l’unico canale televisivo indipendente bielorusso, attualmente
con sede centrale a Varsavia (Polonia) e trasmesso via satellite e su
YouTube.
La televisione opera dal 2007 e promuove la democrazia, la cultura nazionale e il collegamento con l’Europa tra i bielorussi.
“Bielsat TV” non è mai stato accreditata dal regime di Lukashenko. I giornalisti sono stati costantemente repressi per le loro attività.
Dopo gli eventi del 2020, alcuni di loro sono stati costretti a lasciare il Paese e sono in carcere.
La televisione dove lavora Mickiewicz ha due uffici. Uno è a Varsavia, ma trasmette in Bielorussia e a causa del regime di Minsk non può trasmettere direttamente dalla Bielorussia, perché il canale è considerato troppo estremista dal Governo locale.
LA SITUAZIONE AL CONFINE
Per Zmicier Mickiewicz vanno valutate alcune cose. “La prima – prosegue -: Putin ha i suoi piani in questo gioco, dove supporta l’idea di Lukashenko, con i Servizi russi che aiutano a trasferire questi migranti verso il confine tra la Bielorussia e la Polonia”.
Il reporter ha lavorato vicino al confine polacco-bielorusso, ovviamente in una zona sicura. Da qui ha avuto modo di vedere da vicino la situazione.
Domandiamo: chi sono questi migranti nelle mani di Lukashenko?
“Penso – risponde – che siano normali migranti economici. I quali pensano di poter migliorare la loro condizione e si sono mossi per andare in Europa convinti che l’Europa li volesse. Ma d’altra parte il pensiero è che si tratti di persone raccolte dai Servizi russi, e anche che tra di loro ci siano ex collaboratori dei Servizi iracheni e siriani”.
“Ho avuto queste informazioni – aggiunge – da ByPol. Da fonti che in precedenza erano bielorusse e dopo un’unificazione dei Servizi bielorussi, hanno abbandonato il loro lavoro in occasione degli eventi dello scorso agosto, e ora trasmettono molte informazioni su ciò che sta accadendo”.
Come sta andando questo situazione sui migranti? “Per quanto ne sappiamo – prosegue Mickiewicz – ci sono state molte inchieste giornalistiche su questo tema e, tra l’altro, ci sono anche coloro che hanno organizzato i viaggi”.
Ma, per Lukaszenko queste informazioni sono tutte false ma non gli
importa, perché la Bielorussia secondo lui, non c’entra nulla.
“E dice sempre il Presidente bielorusso – spiega il giornalista – che questi sono migrantii che sono finiti qui perché vogliono andare in Europa”.
Pensa che questo conflitto al confine polacco-bielorusso finirà presto o
continuerà?
“È davvero difficile da rispondere – sostiene ancora il giornalista bielorusso – perché, come ho detto prima, Lukaszenko vuole in qualche modo ritirarsi da questo conflitto. Vede infatti che la Polonia non fa entrare nessuno. Semplicemente non sarà possibile spingere queste persone nel loro territorio e l’Unione europea rimarrà ferma sulle sue decisioni”.
“La Polonia ha rafforzato i suoi confini, sta costruendo un muro – dice Mickiewicz -. Ma Lukashenko vuole ritirarsi senza perdere la faccia in modo che nessuno dica che lui ha perso in questo conflitto. Esercita questa pressione sui confini, seguita da provocazioni, lancio di pietre”.
Sempre secondo il giornalista non esistono pietre nella foresta bielorussa.
“Tutto – evidenzia – è stato trasportato dai Servizi di Lukashenko. È tutto organizzato esclusivamente da loro. La loro tattica è quella di coprire con bambini e donne. C’è una foto, divenuta famosa, dove i migranti hanno soffiato del fumo negli occhi di un bambino per farlo piangere. Hanno fatto uno spettacolo per i giornalisti stranieri. Lo hanno preso, gli hanno tolto le scarpe per farlo sembrare povero. I presidi di Lukashenko sono
antilogici e non c’è alcuna garanzia che non inizi qualcosa di nuovo”.
“Ma – conclude il giornalista – i bielorussi non si fidano di questa propaganda e sono solidali con i polacchi”.
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