ROMA (dal nostro inviato). La cultura della difesa è un tema che è sempre necessario approfondire.
Nel corso del convegno, alla LUISS di Roma, si è discusso di quale evoluzione con un occhio alla geopolitica, alla formazione per l’interesse nazionale.
Come media partner dell’evento, Report Difesa.

Nel suo intervento Claudia Trivilino. Public Policy Manager di META, ha evidenziato come il tema della Difesa “sia centrale e nuovo. La nostra collaborazione, come META, è costante sulla cybersicurezza visto che abbiamo 4 miliardi di utenti”.
La Trivilino ha aggiunto META protegge le informazioni sia nel rapporto con gli Stati, dove essa opera, sia nel rapporto con i cittadini.
E il risultato è stato quello di scoprire in questi anni ben 150 network molto attivi in una sorta di “guerra cognitiva”.
Network che hanno agito in modo occulto nel campo della sanità. Altre sono legate al conflitto in corso in Ucraina, con siti russi che, ha ricordato la Trivilino, hanno fatto propaganda per le loro idee, inquinando l’informazione.
Il Generale di Corpo d’Armata, Mauro D’Ubaldi, vice segretario generale della Difesa ha aggiunto come sia “necessaria l’unicità di mettere insieme i poteri dello Stato”.
E la comunicazione della Difesa è molto importante perché è legata al rapporto con i cittadini.
Ai quali va trasmesso un forte sentimento di sicurezza.
“Nel settore della Difesa – ha aggiunto il Generale – c’è bisogno di comunicazione esterna e interna. Dobbiamo rafforzare le tradizioni delle nostre Forze Armate” i cui valori vanno, ogni giorno, ricordati.
Nel suo intervento Elias Zarina, Human Rights Defender Social Activist ha ricordato la sua vita.
Da giovane ha fatto parte del Movimento giovanile del Fronte popolare per la liberazione della Palestina per circa 4 anni quando era all’Università di Betlemme.
E ha ricordato: “Un giorno ho ricevuto una telefonata che mi diceva di tornare immediatamente a casa dei miei genitori perché c’era un problema. Ho riconosciuto dalla voce di mia mamma che c’era qualcosa di terribile che stava succedendo. Quindi sono tornato a casa dei miei genitori e ho scoperto che gli amici di mia moglie erano stati uccisi all’Università”.
Abbandonò il movimento perché troppo politicizzato (filocomunista) e troppo lontano dalla religione.
Era il 2006. Molti suoi amici prendevano le armi.
Ha condiviso con la platea il fatto di avere lavorato per un anno, in Israele, “per l’educazione della comunità cristiana e quella araba nella sfera civile, in quella sociale e militare”.
Il settore dell’industria con Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo, ha portato al tavolo di discussione le sue posizioni. “Nel 2024 – ha ricordato – abbiamo fatturato 18 miliardi di euro. Abbiamo investito 2,2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo. La sicurezza è fondamentale per l’economia”.

Pontecorvo ha ricordato quanto avvenne nel 2001 con l’attacco alle Torri Gemelle, a New York. Quel giorno la Borsa perse il 30% nelle contrattazioni.
“Per questo – ha proseguito Pontecorvo – la sicurezza è il prodromo per qualsiasi sviluppo. Abbiamo due conflitti a poche ore di volo da Roma (russo-ucraino e Israele-Hamas Ndr) che non finiranno di certo domani. Dal nostro Centro di Chieti abbiamo abbiamo analizzato 1,4 milioni di eventi cyber al giorno che sono triplicati negli ultimi mesi Moltissimi di forte intensità”.

Claudio Catalano, amministratore delegato di Iveco Defence Vehicles, ha spiegato che nel settore automotive si registra “una deindusrializzazione. Ci sono fornitori che non vogliono fornire componentistica alle industrie della Difesa”.
Per Marco Di Liddo, direttore del Ce.Si, la “minaccia viene percepita lontana. La gente dice che i russi non ci bombarderanno mai. Si registra, insomma, una mancanza di rischi sulla sicurezza. Ma senza una difesa efficace ci sarebbero crisi economiche e occupazionali”.

Infine, l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato Militare della NATO (in collegamento video da Bruxelles) ha evidenziato come la “cultura della Difesa nella prospettiva militare è un concetto vitale sia nelle Forze Armate dove serve a forgiare i militari stessi sia nella società civile”.
Nella stessa Alleanza atlantica la cultura della Difesa “è dinamica e in continua evoluzione. Grazie all’ombrello della NATO è stato possibile superare una fase storica difficile e preservare la pace in Europa. L’Alleanza atlantica è un patrimonio condivisibile”.
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