Cybersecurity, la Francia in sette anni pronta ad impiegare 4 mila addetti per rispondere agli attacchi cibernetici

Di Valeria Fraquelli

Parigi. “Da alcuni anni il cyberspace è diventato un luogo di confronto come un altro, un luogo dove delle migliaia di hacker avanzano mascherati. Un luogo di impunità dove certe nazioni si nascondono per attaccare meglio i loro nemici. Sotto la copertura dell’anonimato, certi gruppi, certi Stati si credono tutti protetti”. A parlare è Florence Parly, ministro della Difesa francese. Il suo Paese sta puntando tutto sulla cybersecurity.

Il ministro della Difesa francese, Florence Parly

Del resto ormai Internet è diffuso in tutto il mondo e gli attacchi degli hacker sono più violenti e sofisticati, ecco perchè si sente la necessità di proteggersi e di proteggere le infrastrutture vitali della Nazione. Si è visto che un attacco hacker può ridurre in ginocchio un Paese sviluppato e per questo la Francia si sta dotando di un sistema che avverte subito i rischi ed attiva le necessarie contromisure.

“Ci dotiamo oggi chiaramente di uno scenario che potrebbe diventare realtà – ha aggiunto il ministro -. Per questo la Francia adopera ed adopererà l’arma cyber nelle sue operazioni militari”.

L’intervento della Parly è avvenuto alla presenza del Generale François Lecointre, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, e di numerosi giornalisti presenti per la grande opportunità di vedere da vicino come funziona la cybersecurity.

Il Generale François Lecointre

Prendendo ad esempio dalle connessioni anormali registrate sul server Internet interno del Ministero della Difesa nel 2017 e nel 2018, il ministro ha affermato anche che la Francia è pronta a combattere queste minacce “garantendo la nostra cyberdifesa, proteggendo meglio le nostre reti, i nostri sistemi ed i nostri dati ma anche integrando l’arma cyber nelle nostre operazioni militari.”

La sicurezza informatica ormai, nel mondo moderno e sempre connesso, è come l’oro. Tutti i dati sensibili ormai sono in rete ed è facile che i cybercriminali ne approfittino. Se la lotta contro i cyber crimnali non sarà all’altezza i malfatttori possono impadronirsi di tutti i nostri dati sensibili e usarli contro di noi come arma vera e propria, per ricatti o peggio.

Il ministro ha presentato anche una nuova politica ministeriale di lotta informatica difensiva (LID) più globale che lega tutti gli attori della comunità di difesa per bloccare i crimini informatici prima che possano creare danni irreversibili, perchè i reati informatici sono inaccettabili.

“Ma questo sforzo non ha senso se non è collettivo”, ha precisato Florence Parly, che esorta ad una partnership più forte con gli industriali ed ad una cooperazione più stretta con gli alleati europei.

Queste nuove dottrine rivelate da Florence Parly permettono di rinforzare la Posizione permanente di cyberdifesa (PPC), creata per la legge di programmazione militare 2019 -2025.

Assicurata dal Comando per la cyberdifesa, COMCYBER creato nel 2017, questa posizione permette di proteggere 7 giorni sul 7 e 24 ore su 24 tutte le reti del Ministero della Difesa e permette di anticipare e reagire ad ogni attacco contro gli interessi della difesa, in partia e all’estero.

La cybersecurity, al centro degli investimenti della Francia

Ovviamente c’è anche la parte offensiva della cyber security, e qui i francesi si tengono i loro segreti.

La legge di programmazione militare 2019-2025 dedicherà 1,6 miliardi di euro per la lotta ai cyber attack. Questo bilancio prevede il reclutamento in tutte le Forze Armate di un migliaio di cybercombattenti supplementari, per raggiungere un effettivo di 4 mila addetti entro sette anni.

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