Cybersicurezza. Tofalo: importanti passi avanti negli ultimi anni. Per il futuro occorre una maggiore diffusione della “cultura informatica”

Di Fabrizio Scarinci

PESCARA. In occasione dell’Expo Security & Cyber Security Forum di Pescara, Report Difesa ha avuto modo di intervistare l’Ing. Angelo Tofalo, già sottosegretario alla Difesa nei governi Conte I e Conte II, con cui ci si è brevemente soffermati sui maggiori rischi attualmente presenti nel mondo cibernetico e sulle varie iniziative intraprese dai nostri governi e dalla nostra Pubblica Amministrazione al fine di salvaguardare le proprie funzioni e il tessuto produttivo del Paese.

L’ex sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo

Ingegnere. Ricordare ancora volta quanto il mondo cyber costituisca un’enorme fonte di opportunità sarebbe certamente superfluo. Ma, come noto, esso costituisce anche una considerevole fonte di rischi. Quali sono, al momento, le maggiori minacce che esso comporta per il nostro Sistema-Paese?

Come noto, nel mondo cyber figurano diversi tipi di operatori. Si va da quelli di tipo militare e di intelligence a quelli di tipo aziendale, da quelli di carattere associativo a quelli di carattere criminale. E, chiaramente, molte tipologie di operatori comportano anche molte tipologie di minacce, che includono fattispecie quali l’esfiltrazione di segreti militari ed industriali, il furto di dati sensibili e/o numerose azioni di carattere criminale.

In tale contesto l’Italia risulta, purtroppo, molto esposta. Basti pensare che, stando ai dati disponibili, nel corso degli ultimi anni il nostro Paese avrebbe subìto addirittura il 7,6% circa degli attacchi informatici condotti a livello mondiale.

Tra i soggetti più esposti figurano, ovviamente, l’Amministrazione centrale dello Stato e diverse aziende tecnologiche, a cui, più volte si è cercato rubare segreti e dati sensibili.

Da quello che percepiamo, però, qualche cambiamento rispetto alla percezione della minaccia sembrerebbe esserci stato. Quali sono le maggiori iniziative che abbiamo intrapreso al fine di migliorare il nostro livello di sicurezza?

Nel corso del tempo, la nostra capacità di difenderci è certamente cresciuta.

Anche grazie ad una proficua collaborazione con i nostri partner europei, infatti, negli ultimi dieci anni siamo riusciti a rendere sempre più efficiente la nostra “architettura organizzativa”.

Attualmente i suoi pilastri principali sono costituiti dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (o ACN), creata nel 2021, dal Comando per le Operazioni in Rete (COR) del Ministero della Difesa, dagli assetti cyber delle nostre agenzie d’intelligence (AISE e AISI) e dalle varie misure di contrasto al cybercrime portate avanti dal Ministero degli Interni e dalla Polizia Postale.

Ovviamente, soprattutto in ragione dell’estrema dinamicità che caratterizza questo dominio, per migliorare ulteriormente le nostre difese e restare al passo con i tempi anche nei prossimi anni si rendono assolutamente indispensabili un’adeguata formazione del personale (non solo a livello di PA, ma anche in ambito aziendale), una più efficace interazione tra soggetti pubblici e privati (con questi ultimi che dovranno essere spinti a rispettare alcuni particolari standard in fatto di sicurezza) e una maggiore diffusione della “cultura informatica” presso la popolazione.

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