Difesa: il ministro Lorenzo Guerini in audizione alle Commissioni di Camera e Senato. Disegnate le strategie operative e politiche per garantire sempre più sicurezza

Roma. “Nella lotta al virus, gli italiani possono contare sulle loro Forze Armate, perché la Difesa continuerà a fare la sua parte, per salvaguardare le vite e la sicurezza dei nostri concittadini”.

Il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini in una visita al presidio vaccinale anticovid della Cecchignola a Roma

Lo ha detto, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini intervenendo, oggi, sulle linee programmatiche alle Commissioni Difesa congiunte della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

“Ciò anche capitalizzando – come stiamo già facendo -l’esperienza maturata e mettendo a disposizione del Paese la capillare struttura organizzativa dei punti Drive trough, allestiti dalle Forze Armate per l’effettuazione dei tamponi, affinché diventino anche centri per la somministrazione dei vaccini, così da imprimere un’accelerazione decisiva alla campagna vaccinale su tutto il territorio nazionale”.

Il ministro ha augurato buon lavoro al commissario straordinario Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo che, nei giorni scorsi, ha sostituito Domenico Arcuri.

Il Generale di Corpo d’Armata Paolo Figliuolo

“Il Generale – ha aggiunto – in questo suo nuovo impegnativo ruolo, saprà sicuramente capitalizzare tutte le esperienze a cui ho fatto riferimento, oltre alla sua specifica competenza”.

Come è accaduto dall’inizio di questa pandemia, la Difesa continuerà a supportare il Sistema-Paese, grazie alle peculiari e variegate capacità di cui lo Strumento militare dispone – e dovrà continuare a disporre anche in futuro – per assolvere la sua missione primaria: la difesa dello Stato.

“Si tratta di capacità – ha detto il ministro a deputati e senatori – che si sono confermate essenziali anche per esprimere quei livelli di prontezza e di reattività necessari a fornire la risposta più efficace alla crisi sanitaria, i cui drammatici risvolti hanno riproposto sfide che hanno molte comunanze con quelle prettamente militari e che, per essere affrontate al meglio, hanno richiesto visione, rapidità, efficacia, prontezza operativa e avanguardia tecnologica”.

Non devono pertanto esserci dubbi in merito alla necessità di continuare ad investire nei settori della Sicurezza e della Difesa, ha proseguito, “per rafforzare la capacità dell’apparato statale di resistere e reagire alle crisi, con una visione di lungo periodo del Sistema‐Paese”.

Una visione che non può prescindere da due aspetti fondamentali:

  • necessità di proseguire gli sforzi per una riqualificazione del dibattito politico sulla Difesa e sul suo ruolo
  • mantenimento di uno Strumento militare all’avanguardia, capace di confrontarsi con le crescenti sfide, poste dallo scenario geopolitico e di sicurezza internazionale.

Sul primo aspetto, il ministro intende proseguire con il lavoro svolto.

“Continuerò pertanto a promuovere, in ogni sede – ha spiegato – una dialettica istituzionale volta a far comprendere meglio ai cittadini l’importanza che la Difesa riveste per il Paese. Il valore della Difesa – quale inscindibile connubio di Istituzioni e competenze industriali – piuttosto che il suo costo, e perciò il ruolo che la Difesa gioca a sostegno del posizionamento dell’Italia nello scenario internazionale e della competitività del Paese; anche a tutela del nostro patrimonio tecnologico, pensando alle generazioni future.

In merito al secondo tema e a fronte di uno scenario che “si fa sempre più complicato – anche a causa degli effetti del COVID – abbiamo la responsabilità di mantenere lo Strumento militare nelle migliori condizioni, per poter continuare ad assolvere efficacemente tutti i fondamentali compiti che gli sono assegnati. E ciò significa disporre di Forze Armate sempre più moderne ed efficienti, che sappiano bilanciare al meglio gli investimenti con le politiche del personale e con i costi di esercizio”.

Un momento della vaccinazione anti Covid-19

Partendo da questi presupposti Guerini intende proseguire, in primo luogo, “nel rafforzamento delle peculiari capacità che la Difesa è in grado di esprimere nelle situazioni di crisi, poiché – come è emerso con chiarezza in questi mesi – si tratta di capacità fondamentali anche per integrare e supportare le Istituzioni, le Amministrazioni e le imprese che, in condizioni ordinarie, sono responsabili dell’erogazione di servizi essenziali per la collettività”.

In continuità con le Linee Programmatiche enunciate nel 2019 e con gli intendimenti già illustrati alle due Commissioni di Camera e Senato, nel novembre scorso, Guerini conferma la volontà di perseguire tre priorità strategiche:

  • rafforzare le capacità impiegate nella gestione della pandemia, valorizzando le lezioni apprese, per consentire alla Difesa di supportare in maniera ancor più efficace il Paese, in questa emergenza o in situazioni analoghe che dovessero presentarsi in futuro
  • contribuire fattivamente alla sicurezza internazionale ed alla tutela degli interessi strategici nazionali, a fronte di uno scenario caratterizzato da scontri di influenze, che determinano incerti e instabili equilibri di potere ed inediti profili di rischio rispetto al passato
  • proseguire e dare ulteriore impulso al processo di adeguamento dello Strumento militare, valorizzando pienamente l’intero potenziale esprimibile dall’Industria della Difesa, di cui è essenziale assicurare lo sviluppo ed il posizionamento sul mercato europeo ed internazionale.

“Per quanto riguarda la prima direttrice – ha aggiunto – .cioè il rafforzamento delle capacità esprimibili dalla Difesa in situazioni di crisi, resto fermamente convinto della necessità di potenziare l’autonomia logistica delle Forze Armate procedendo, in primo luogo, al ripianamento degli equipaggiamenti, dei mezzi, delle dotazioni e delle scorte, alle quali abbiamo attinto per la gestione dell’emergenza, e potenziando ulteriormente le capacità di intervento rapido dello Strumento militare”.

“Questa emergenza – ha proseguito il ministro – ha fornito ulteriore evidenza del fatto che l’operatività delle Forze Armate poggia su una credibile ed efficiente struttura di supporto logistico, a tutto tondo, qualitativamente e quantitativamente adeguata. Nell’ambito delle attuali disponibilità finanziarie, intendo perciò dare opportuna rilevanza a tale esigenza e, in tal senso, ho incaricato lo Stato Maggiore della Difesa di condurre uno studio sulle necessità complessive di rafforzamento logistico ed infrastrutturale della Difesa, nonché sui costi ad esse associati”.

Sempre nel quadro del rafforzamento della capacità delle Forze Armate di operare in contesti particolarmente degradati, oltre ad incrementare gli strumenti di prevenzione e contrasto della minaccia Nucleare, Biologica, Chimica e Radiologica, il ministro intende proseguire nel potenziamento della Sanità militare.

Un’operatrice della Sanità militare al lavoro

“A questo proposito – ha evidenziato –  nel corso del 2020 la Difesa ha già indetto un concorso straordinario per l’arruolamento, con chiamata diretta, di ufficiali medici e sottufficiali infermieri.

Ad aprile dell’anno scorso, è stato poi concluso l’adeguamento capacitivo del Policlinico Militare del Celio, realizzando un reparto COVID che dispone oggi di oltre 150 posti letto, di cui un terzo per la terapia intensiva/sub intensiva”.

Un laboratorio del Policlinico Militare del Celio

E per quest’anno, anche grazie alle risorse che sono state previste per questo scopo nella Legge di Bilancio,” proseguiremo nella riorganizzazione della Sanità militare, perseguendo la sua definitiva transizione in senso interforze e nell’ottica di una sempre maggiore interazione e interoperabilità con il Servizio Sanitario Nazionale”.

Per fronteggiare la pandemia, in effetti, è stato sviluppato anche un modello complementare di Sanità Militare, fondato su professionalità particolarmente qualificate.

L’esperienza ha dato frutti molto importanti, sia sul piano dell’immediato supporto operativo sia, soprattutto, per il significativo scambio scientifico-culturale con il settore civile, creando un bacino di personale “fidelizzato”, a cui poter attingere anche per le future esigenze delle Forze Armate.

Per Guerini è  indispensabile continuare a valorizzare e sostenere le capacità produttive, di cui la Difesa già dispone, anche attraverso l’intensificazione delle sinergie con gli Istituti di Ricerca e con le eccellenze industriali del Paese.

“In tale quadro – ha proseguito – abbiamo recentemente sottoscritto un’intesa tra l’Agenzia Industrie Difesa, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare e la Fondazione Toscana Life Sciences, per la creazione di un polo di ricerca e sviluppo per la produzione di vaccini e anticorpi, a ulteriore riprova dell’importanza dell’apporto fornito dalla Sanità militare nella gestione della crisi pandemica e quale risultato delle sinergie poste in essere, con il mondo dell’Università e della ricerca, per combattere più efficacemente il virus”.

Un apporto essenziale anche in campo diagnostico che, come emerso in occasione dell’individuazione della cd variante inglese del virus, ha visto la Difesa protagonista.

SITUAZIONE GEOPOLITICA ED IMPEGNO DELL’ITALIA 

Guerini ha anche parlato di quanto accade nel mondo,

È un incontrovertibile trend geopolitico, quello cui ci troviamo di fronte, ha spiegato “che vede il quadro di sicurezza dell’area mediterranea in costante peggioramento, verso una situazione di progressiva instabilità”.

Il Mediterraneo è sempre un’area ad alto rischio che impattano negativamente sugli interessi del nostro Paese, sia economici sia di sicurezza.

La situazione in Libai preoccupa sempre

“La destabilizzante presenza di milizie straniere in Libia – ha sostenuto -, la perdurante situazione di instabilità in Libano e di tensione nell’area del Golfo Persico, la ricomposizione di alleanze ed aggregazioni tra Paesi dell’area, dettate da crescenti rivalità e confitti di interessi, i contenziosi marittimi in corso nel quadrante orientale, le contese per l’accesso alle rotte commerciali e per il controllo delle risorse energetiche, rappresentano solo alcune delle criticità che rischiano di chiudere in spazi angusti il Mediterraneo allargato, attraverso cui passano le nostre vitali linee di navigazione, quale conseguenza di un decennio di crisi, conflitti e radicali trasformazioni dei rapporti internazionali, che l’emergenza sanitaria ha accelerato e accentuato nelle conseguenze”.

“Alla luce di ciò, – ha sottolineato – penso sia indifferibile l’esigenza di articolare una nuova strategia della Difesa per il Mediterraneo che, di concerto con gli altri Ministeri interessati, declini l’uso complementare dei mezzi a disposizione del Paese, per contribuire a conferire stabilità a tale area, a cui sono indissolubilmente connessi i nostri obiettivi di sviluppo e progresso”.

In altri termini, la Difesa è chiamata a difendere gli Italiani e gli interessi italiani in uno scenario di accresciuta competizione strategica e di progressivo degrado del tessuto di sicurezza.

Occorre perciò  sviluppare una nuova visione, che si traduca in una nostra presenza rafforzata, che sia quindi visibile e percepita come fattore di stabilità.

Una visione aggiornata, secondo Guerini, che contribuisca a migliorare la promozione e la tutela degli interessi nazionali, da sempre assicurata dalla nostra tradizionale capacità di contribuire alla costruzione di rapporti politici, puntando sul dialogo e sulla collaborazione con tutti gli attori.

Una capacità che ora va appunto rafforzata, in ragione delle preoccupanti dinamiche in atto, con una presenza più intensa e credibile orientata – assieme a quella dei nostri Alleati – nella difesa di spazi aperti di libertà e cooperazione nel Mediterraneo.

“Ed è esattamente questa, la chiave di lettura che deve essere data all’impegno militare italiano nella regione”, ha sostenuto il ministro.

La nostra partecipazione alle missioni al di fuori del territorio nazionale – che si completa anche attraverso le attività di cooperazione militare – è infatti il “pivot” intorno al quale si coagulano gli sforzi per promuovere e dare concretezza ad iniziative bilaterali e multilaterali, che portano positive ricadute al nostro Paese, non soltanto in termini di sicurezza e di credibilità internazionale dell’Italia, ma anche sotto il profilo economico e industriale.

Muovendo da questi presupposti, nel 2020 l’Italia ha già rafforzato la sua presenza nel Mediterraneo orientale, in risposta alla crescente proiezione di attori vecchi e nuovi, che minacciano, tra le altre, le prerogative legittime di sfruttamento delle risorse energetiche e, più in generale, mettono a repentaglio le attività economiche, inclusi i trasporti, anche mediante un uso a volte spregiudicato del Diritto Internazionale Marittimo.

Sempre in quest’ottica, per il ministro “va letta anche la volontà di partecipare, presumibilmente già a partire da quest’anno, alla Forza Marittima di UNIFIL”.

Per il nostro Paese la stabilizzazione della Libia resta una”priorità strategica”.

Nel quadro del più ampio sforzo nazionale teso alla pacificazione del Paese, il Dicastero ha quindi rilanciato le attività di cooperazione tecnico-militare con il Ministero della Difesa libico, per supportare quest’ultimo in termini di riorganizzazione delle sue strutture operative, nella formazione e nell’addestramento, in questa fase decisiva di ricostruzione unitaria delle istituzioni libiche.

A tale scopo, lo scorso dicembre Guerini ha siglato un accordo tecnico con il suo omologo, che individua e disciplina le attività di cooperazione militare.

Di particolare rilievo è inoltre il supporto che, a partire da luglio scorso, la Difesa sta assicurando alle Autorità libiche per le attività di sminamento umanitario, con l’invio di personale specializzato e la cessione gratuita di mezzi ed equipaggiamenti.

Infine, sempre con riferimento alla situazione in Libia, resta fondamentale il ruolo della missione europea IRINI, a guida italiana.

Il ministro intende continuate a dare elevata priorità alla “costruzione di capacità” (il cosiddetto capacity building) tratto saliente e caratterizzante dell’impegno italiano in tutte le missioni internazionali ed in particolare di quelle a favore dei Paesi maggiormente impegnati nella lotta al terrorismo internazionale dell’area MENA (Middle East and North Africa), del Corno d’Africa e del Sahel.

Nell’ambito del rafforzamento del dispositivo per il Sud della NATO, l’Italia renderà disponibile un team di esperti a favore dei Paesi partner, situati lungo il fianco sud dell’Alleanza, che richiedano collaborazione per l’addestramento, la consulenza e lo sviluppo di capacità, nell’ambito della sicurezza e della difesa del territorio.

A tal riguardo, si continuerà ad esercitare la nostra azione verso i Paesi alleati, per far comprendere l’importanza di un adattamento sostanziale della NATO verso sud, in termini di piani e di capacità necessarie a favorire la stabilizzazione delle aree di crisi, dove crescono gli spazi per nuovi rischi e minacce.

Con riferimento all’Iraq, dove continuano a persistere condizioni di insicurezza diffusa, come dimostrato dai recenti avvenimenti, e in esito al confronto che Guerini ha avuto con il Segretario Generale della NATYO, Jens Stoltenberg e con i suoi omologhi, in occasione dell’ultima riunione ministeriale dell’Alleanza Atlantica, l’Italia sosterrà il “rafforzamento” della Missione NATO nel Paese, con lo scopo di incrementare le attività addestrative, di consulenza ed esercitative, coerentemente con le condizioni di sicurezza.

Il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenbeg

Siamo inoltre pronti ad assumere la guida della Missione, al termine del Comando danese, a conferma dell’importanza della nostra presenza in un’area fondamentale per l’assetto degli equilibri in Medio-Oriente.

In aggiunta agli impegni già in atto, quest’anno Guerini intende poi rafforzare la nostra presenza in Mali e Niger, aumentando così l’apporto europeo alla Coalizione per il Sahel, a vantaggio della stabilità di un’area adiacente alla Libia, e contribuendo al contrasto al terrorismo nella regione.

La partecipazione alla “Task Force TAKUBA”, già decisa nel 2020, prevede l’impiego di elicotteri per attività di evacuazione medica e, proprio domani, è previsto l’avvio delle attività con la partenza della prima aliquota di personale.

A fronte della perdurante tensione nell’area del Golfo Persico, si sta invece valutando, sempre a partire da quest’anno, un impegno misurato e bilanciato nel quadro dell’iniziativa multinazionale di sicurezza marittima, nota come EMASOH (European-led Maritime Awareness Strait Of Hormuz) a cui già l’Italia aderisce già a livello politico.

Qualora se ne confermasse l’opportunità, l’attività sarà sottoposta all’approvazione del Parlamento, nell’ambito della presentazione da parte del Governo della Deliberazione Missioni Internazionali 2021.

Anche la stabilità dei Balcani Occidentali resta un obiettivo cruciale per l’Italia, per la NATO e per l’UE, in ragione del potenziale impatto che l’eventuale acuirsi delle tensioni in quest’area potrebbe avere sull’Europa tutta.

Per questo il ministro conferma “il livello del nostro impegno nella Missione KFOR, anche se nel corso del 2021 ne cederemo temporaneamente il comando all’Ungheria, con l’intendimento di acquisirne nuovamente la guida, l’anno successivo”.

Continua la missione Kfor per la stabilità dei Balcani

Allargando poi lo sguardo fino all’Afghanistan, per il Paese si prospetta un anno di importanza cruciale, in ragione dei recenti sviluppi, quali l’accordo di Doha tra USA e Talebani e l’avvio dei colloqui di riconciliazione nazionale intra-afgani, in un contesto che vede purtroppo la prosecuzione delle violenze e gli effetti della presenza attiva di network terroristici internazionali, quali Al-Qaeda e ISIS.

La storica firma degli accordi con i talebani nel febbraio del scorso anno

“Come ho detto al Segretario Generale della NATO – ha spiegato il ministro ai parlamentari – e al Segretario alla Difesa americana Austin e ribadito in occasione della riunione ministeriale, sul futuro impegno in Afghanistan dobbiamo decidere insieme, come abbiamo sempre sostenuto, preservando la fondamentale coesione tra gli Alleati, presupposto indispensabile per riflettere sul futuro della NATO nel Paese”.

E, in merito alla prosecuzione dell’impegno dell’Alleanza in Afghanistan, “dobbiamo anche tenere debitamente conto sia dell’apprezzamento delle autorità e del popolo afgano, per quello che abbiamo fatto in questi anni, sia della loro preoccupazione – che ho raccolto nel corso del mio recente viaggio – per il rischio di vanificare tutti i progressi fin qui fatti, qualora decidessimo di andare via in assenza di una soddisfacente maturazione del processo politico interno”.

Nel corso della citata riunione ministeriale, è stato deciso di aggiornare il processo decisionale ad un prossimo appuntamento, in ambito NATO, condividendo ancora una volta la necessità di decidere insieme, valutando con assoluta attenzione le condizioni sul terreno, la sicurezza del nostro personale e il possibile deterioramento della situazione.

Per l’Italia “Atlantismo significa che la NATO è e resta il nostro imprescindibile punto di riferimento, in termini di valori condivisi, dissuasione, deterrenza e difesa”.

Un’Alleanza che deve oggi confrontarsi con nuovi attori, nuove dinamiche internazionali, nuove fonti di instabilità, nuovi domini operativi.

Tutti temi che hanno portato ad una riflessione politica, a cui abbiamo partecipato attivamente, sia contribuendo al dibattito che alimentando i lavori dell’iniziativa “NATO 2030” – affidata ad un gruppo di esperti –, dalla quale, tra le altre proposte, è emersa l’esigenza di rivisitare il “concetto strategico” dell’Alleanza, risalente al 2010.

ADEGUAMENTO DELLE FORZE ARMATE

“Alla luce della complessità del quadro di riferimento – ha detto il ministro della Difesa ai parlamentari – sia necessario accelerare l’ammodernamento delle nostre Forze Armate, proseguendo anche negli sforzi per conferire maggiore stabilità e certezza al budget della Difesa”.

E se, da un lato, questo processo deve guardare convintamente al futuro, in termini di innovazione, interoperabilità e digitalizzazione, dall’altro dovrà procedere anche all’insegna del bilanciamento e dell’omogeneità tecnologica, indispensabile per assicurare l’effettiva integrazione tra tutte le componenti.

“In tale quadro – ha ancora sostenuto – intendo proseguire nel processo di integrazione interforze, per conseguire il più alto grado di efficienza, efficacia e rapidità dei processi, salvaguardando e valorizzando al contempo le peculiarità di ciascuna Forza Armata”.

Inoltre, per incrementare la capacità della Difesa di operare in maniera sinergica in tutti i domini, allargando sempre di più il campo d’azione anche all’ambiente cibernetico e allo spazio, il ministro vuole proseguire con l’implementazione e il consolidamento del Comando interforze delle Operazioni in Rete e del Comando interforze Operazioni Spaziali.

Contestualmente, anche tenendo conto degli obiettivi capacitivi indicati dalla NATO, resta indispensabile colmare i principali gap capacitivi di tutte le componenti.

Solo uno Strumento interforze sempre più moderno, tecnologicamente omogeneo, fortemente integrato e bilanciato tra tutte le sue componenti, è infatti in grado di produrre effetti rilevanti e assicurare la tutela più efficace degli interessi nazionali, a fronte del complesso e delicato scenario di riferimento delineato.

Il processo di ammodernamento delle Forze Armate dovrà proseguire su alcuni elementi chiave: la riqualificazione della spesa, la certezza delle risorse finanziarie, la capacità di realizzare i programmi in coerenza con le esigenze operative delle Forze Armate, in un’ottica di valorizzazione e sviluppo delle capacità tecnologiche e industriali nazionali nonché di supporto all’export, in un trend di crescita graduale e strutturale degli investimenti.

E con riguardo al tema delle prospettive di stabilità e di profondità degli stanziamenti  il ministro registra, con soddisfazione, i significativi progressi compiuti.

E attraverso il rifinanziamento del “Fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale”, previsto dalla Legge di Bilancio 2021-2023, il Parlamento ha infatti assicurato maggiore certezza ai finanziamenti destinati al Dicastero, riconoscendo il valore strategico e propulsivo per l’intera economia del Paese, degli investimenti nella Difesa.

L’impegno del Governo è, adesso, quello di assicurare che questo fondo assuma carattere strutturale e divenga lo strumento principale per sostenere l’ammodernamento della Forze Armate.

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