Difesa: l’acquisto di caccia russi da parte dell’India conferma lo stretto rapporto tra i due Paesi

Di Fabrizio Scarinci

Nuova Delhi. Nei giorni scorsi il Governo indiano ha firmato con la Russia un accordo da 2,4 miliardi di dollari riguardante l’acquisto di 21 caccia Mig- 29, 12 Sukhoi 30 MKI ed un pacchetto di aggiornamento per 59 dei 65 Fulcrum già in servizio con l’Aeronautica del Paese.

Uno dei Sukhoi 30 MKI dell’Aeronautica Militare indiana

Nello specifico, secondo quanto stabilito nel contratto, i Mig 29 dovrebbero essere acquistati direttamente dai produttori russi, mentre i Sukhoi 30, non diversamente dalla maggior parte dei 272 velivoli dello stesso tipo già in possesso dell’Indian Air Force, potranno essere prodotti su licenza dalla locale Hindustan Aeronautics Limited.

La decisione di dotarsi di tali aerei fa parte di un più ampio piano di potenziamento delle Forze Armate indiane, sul quale il Governo di Nuova Delhi ha deciso di accelerare in seguito al recente scontro avutosi tra le proprie truppe e quelle cinesi nella regione dell’Himalaya (episodio che testimonia inequivocabilmente l’elevatissimo livello di tensione raggiunto nell’ambito delle relazioni tra India e Repubblica Popolare Cinese).

L’arrivo dei velivoli in questione avrà, tutto sommato, un impatto moderato sui rapporti di forza tra i due Paesi (che appaiono decisamente favorevoli a Pechino), nondimeno, tale accordo, così come quello dell’ottobre del 2018 inerente la fornitura di cinque batterie di S400, ha comunque una certa importanza nel riaffermare, dopo la crisi di qualche anno fa, la forte collaborazione in ambito strategico tra Mosca e Nuova Delhi.

A partire dal 2014, infatti, il rafforzamento della partnership tra Mosca e Pechino, corredato da vari accordi di natura energetica e commerciale, nonché dalla vendita di un lotto di 24 Sukhoi 35 (con annesse tecnologie di bordo) all’aeronautica cinese, aveva provocato non pochi malumori a Nuova Delhi, che a sua volta era guardata con sospetto dalla Russia di Vladimir Putin per via del suo progressivo avvicinamento (in funzione anti-cinese) agli Stati Uniti e ai loro alleati dell’Indo-pacifico.

Il primo ministro indiano Narendra Damodardas Modi e il Presidente russo Vladimir Putin

Nondimeno, nel corso degli anni successivi, sia i russi che gli indiani hanno preferito tenere in piedi la loro storica partnership, che continua a presentare aspetti molto convenienti per entrambi i Paesi.

Infatti, se, da un lato, Nuova Delhi sembrerebbe intenzionata (anche nell’ottica di consolidare il suo ruolo di grande potenza asiatica) a “manovrare” tra russi, americani ed europei al fine di ottenere armi e, soprattutto, tecnologie militari, dall’altro, Mosca, malgrado la sua partnership con la Cina, apparirebbe sempre più preoccupata all’idea di finire in una condizione subalterna rispetto a Pechino, e starebbe quindi cercando (impossibilitata a riallacciare con l’Occidente) di bilanciare i propri rapporti con il gigante asiatico mantenendo solide relazioni anche con altre potenze della regione.

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