Libano: Hezbollah minaccia Israele dopo l’uccisione del vice capo dell’Ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri. Le dita “dei combattenti sono sul grilletto”

BEIRUT. Seguirà una risposta. Così Hezbollah risponde a Israele dopo l’attacco di ieri pomeriggio avvenuto a Beirut che ha provocato l’uccisione del vice capo dell’Ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri.

Il palazzo colpito dall’attacco israeliano di ieri

In una dichiarazione rilasciata, ieri, i filo iraniani hanno affermato di essere pienamente preparati ad affrontare il nemico e che le dita dei loro “combattenti sono sul grilletto”.

Oltre ad Al-Arouri sono rimaste uccise altre 6 persone e numerose altre sono rimaste ferite.

Due di loro, Samir Effendi e Azzam al-Aqra, erano leader del braccio armato di Hamas, le Brigate Qassam.

Effendi, soprannominato Abu Amer, era responsabile dell’azione militare di Hamas nel Sud del Libano. Al-Aqra era invece responsabile della documentazione militare del movimento all’estero.

Mahmoud Zaki Shaheen, Muhammad Bashasha, Muhammad al-Rayes e Ahmed Hammoud erano tutti componenti di Hamas.

Hezbollah ha affermato che “questo crimine atroce non farebbe altro che rafforzare la convinzione dei gruppi di resistenza in Palestina, Libano, Yemen, Siria, Iran e Iraq nella loro giusta causa e consolidare il loro fermo impegno e determinazione a continuare il percorso di resistenza e jihad fino alla vittoria e alla liberazione”. ‏

Milizie di Hezbollah

I filo iraniani considerano l’attacco israeliano “come un grave attacco al Libano e al suo popolo, alla sicurezza, alla sovranità e alla resistenza”.

E da Teheran arriva un’altra dura dichiarazione. A parlare è il Presidente iraniano Ibrahim Raisi definendo l’uccisione di Saleh al-Arou “un crimine”.

Il Presidente iraniano Ibrahim Raisi

Raisi ha aggiunto che “al-Arouri era un combattente di spicco che difendeva i diritti del suo popolo”.

A dicembre scorso, l’Iran aveva avvertito Israele che avrebbe intrapreso un’azione “diretta” per vendicare l’uccisione del Comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), Razi Moussavi, morto in Siria nel corso di un attacco aereo.

Il portavoce dell’IRGC, Ramezan Sharif,  la scorsa settimana, aveva affermato che “la risposta all’assassinio di Moussavi sarà una combinazione di azione diretta e di altri guidati dall’Asse della Resistenza”.

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