Economia: la Giornata europea della Ripartenza. Trasformare l’insuccesso in una rinascita imprenditoriale. Un convegno al Senato della Repubblica

ROMA. Ieri al Senato della Repubblica, si è svolta “La Giornata Europea della Ripartenza”, per affrontare il tema del fallimento imprenditoriale e delle sue conseguenze economiche e sociali.

L’evento ha riunito associazioni italiane, francesi e belghe impegnate nel supporto a imprenditori e imprenditrici che hanno vissuto liquidazioni giudiziali, con l’obiettivo di promuovere strumenti legali, economici e culturali per facilitare la ripartenza imprenditoriale.

In Italia, ogni anno chiudono circa 100 mila imprese, un numero che nel 2023 è quasi triplicato, generando costi sociali superiori ai 5 miliardi di euro.

Alcuni partecipanti al convegno

 

Questo fenomeno colpisce milioni di lavoratori e lascia molte famiglie senza reddito. Oltre alle difficoltà economiche, il fallimento è ancora considerato uno stigma, un ostacolo che limita le possibilità di ripresa, specialmente per le donne, spesso discriminate nell’accesso al credito.

Fiorella Pallas, presidente di “100.000 Ripartenze,” ha aperto il dibattito condividendo la sua esperienza personale: “Ho vissuto il fallimento e da quella sfida è nato il desiderio di aiutare altri imprenditori a ripartire. Ripartire non significa solo ricostruire un’impresa, ma recuperare autostima, consapevolezza e resilienza. Dal 2019, l’associazione offre un programma gratuito di 12-18 mesi con coach, mentori e specialisti tecnici per affrontare le sfide emotive e operative del fallimento”.

Gisella Geraci, cofondatrice di “100.000 Ripartenze”  ha sottolineato alcuni ostacoli chiave: “Le procedure di liquidazione giudiziale, che in Italia durano mediamente sette anni, impediscono di ricoprire ruoli imprenditoriali, e le segnalazioni negative nei sistemi bancari, visibili per tre anni anche dopo la risoluzione del debito, bloccano ogni possibilità di accesso al credito per imprenditori meritevoli”.

Le esperienze internazionali hanno arricchito il confronto. In Francia, sono state eliminate le segnalazioni bancarie più penalizzanti per gli imprenditori in difficoltà.

Inoltre, è stato istituito il Portail du Rebond, un centro di contatto unico con le istituzioni governative, che ha semplificato l’accesso ai servizi di supporto.

Bernard Gloppe, Direttore dello Sviluppo europeo di “60.000 Rebonds”,  ha sottolineato l’importanza di finanziamenti pubblici e privati continuativi: “Grazie a questi fondi, siamo riusciti a sostenere 1.300 imprenditori nel 2024, dimostrando che l’accompagnamento strutturato riduce significativamente i tempi di ripartenza.”

Dal Belgio, Sébastien Hamende della Fondazione Pulse Revival ha illustrato l’impatto positivo del loro modello di accompagnamento: “In Belgio ogni euro investito nel supporto agli imprenditori genera un risparmio di 10 euro in prestazioni sociali e mancate entrate economiche. Accompagnare gli imprenditori è un investimento strategico per l’intera economia”.

Anche il settore privato ha espresso il proprio punto di vista. Mario Molinari, imprenditore e co-owner di Molinari S.p.A., ha dichiarato: “Non possiamo lasciare tutto il peso di queste sfide sulle spalle delle associazioni. È necessario un impegno condiviso tra aziende e istituzioni, con risorse dedicate e agevolazioni.”

Investire nel rilancio imprenditoriale significa dare nuova linfa all’economia, ridurre la pressione sul welfare e preservare posti di lavoro e marchi storici.

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