Egitto: scoperte enormi riserve di petrolio ad Abu Sennan

Di Chiara Cavalieri 

IL CAIRO. Il Governo egiziano ha annunciato, ieri, ,una significativa scoperta petrolifera nell’area di Abu Sennan, nel deserto occidentale, non lontano dal confine con la Libia.

Secondo quanto riferito dal Ministero del Petrolio e delle Risorse Minerarie, la scoperta è stata effettuata dalla Borg El Arab Petroleum Company nel pozzo Salmiya-5, a una profondità di 14.400 piedi (oltre 4 mila metri).

Il ritrovamento conferma il potenziale ancora largamente inesplorato del sottosuolo egiziano in questa vasta regione desertica ricca di idrocarburi.

L’area di Abu Sennan



Il pozzo, già inserito nella mappa di produzione nazionale, dovrebbe contribuire immediatamente all’aumento delle riserve e della produzione interna, con una stima di 4.100 barili di greggio al giorno e 18 milioni di piedi cubi di gas naturale.

La scoperta rafforza gli sforzi de Il Cairo verso l’autosufficienza energetica e il rafforzamento delle esportazioni, pilastro della sua strategia economica nel settore energetico.

La zona di Abu Sennan si conferma così un’area altamente produttiva, dopo il successo del pozzo ASH-2 nel 2019, che aveva registrato una produzione di 7 mila barili di petrolio e 10 milioni di piedi cubi di gas al giorno.

Negli ultimi 11 mesi, il deserto occidentale ha visto 29 nuove scoperte, che hanno aggiunto 32,7 milioni di barili di petrolio e 46,5 miliardi di piedi cubi di gas alle riserve nazionali.

il ministro del petrolio e risorse minerarie -Karem Badawy

“Questi risultati sono la prova concreta del grande potenziale energetico dell’Egitto e dell’efficacia della nostra strategia di esplorazione e produzione,” ha dichiarato il Ministro del Petrolio, KaremBadawy, dopo aver ricevuto il rapporto dal presidente della compagnia Ashraf Abu Zeina.

Il Governo egiziano sta puntando con decisione sulla collaborazione con compagnie energetiche internazionali, tra cui la Kuwait Energy e la statunitense Apache Corporation, impiegando tecnologie avanzate per l’esplorazione degli strati più profondi del sottosuolo.

La regione di Abu Sennan rientra nel bacino sedimentario di Abu Gharadig, dove l’attività estrattiva iniziò negli anni Sessanta.

Il giacimento di Abu Gharadig, scoperto nel 1969, rappresentò una delle prime grandi scoperte nell’area e pose le basi per l’interesse duraturo delle compagnie straniere.

La scoperta arriva proprio nel momento in cui l’Egitto si trova ad affrontare una difficile crisi energetica interna. Solo poche settimane fa, il 18 maggio scorso, il Governo del Cairo ha annunciato la sospensione temporanea delle forniture di gas naturale alle principali fabbriche del Paese, a causa di lavori di manutenzione alle linee del Leviathan da cui l’Egitto importa gas dal 2020.

Secondo quanto riportato da Al -Shouruk la sospensione sta avendo impatti pesanti sull’industria dei fertilizzanti, con chiusure forzate di impianti, rallentamenti nella produzione e rischio di esplosione dei prezzi sul mercato interno, oltre alla possibile nascita di un mercato nero.

In questo contesto critico, la nuova scoperta ad Abu Sennan rappresenta una boccata d’ossigeno per il Governo de Il Cairo che, da anni, punta a rafforzare l’autonomia energetica e a ridurre la dipendenza da forniture esterne, in particolare da Israele.
Questa nuova scoperta si inserisce nel quadro dell’ambiziosa strategia dell’Egitto di consolidarsi come hub energetico regionale.

Il Paese ha riconquistato lo status di esportatore netto di gas naturale nel 2018, grazie anche alla scoperta del mega-giacimento Zohr nel Mediterraneo, uno dei più grandi mai rinvenuti nella regione.

Con la nuova scoperta ad Abu Sennan, Il Cairo riafferma il proprio ruolo chiave nello scenario energetico nordafricano e mediterraneo, rafforzando al contempo la sicurezza energetica nazionale in un contesto geopolitico sempre più complesso.

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