Di Chiara Cavalieri
IL CAIRO. Egitto e Gibuti hanno raggiunto un accordo per rafforzare la sicurezza nello Stretto di Bab al-Mandab e garantire la libera navigazione nel Mar Rosso.

Accordo tra Egitto e Gibuti pe la gestione della navigazione nello Stretto di Bab al-Mandab
La Presidenza egiziana ha reso noto che il Presidente Abdel Fattah el-Sisi ha ricevuto il ministro degli Esteri di Gibuti per discutere della situazione nella regione, del Corno d’Africa e del sostegno egiziano alla Somalia.
Secondo quanto dichiarato dall’Ambasciatore Mohamed El-Shenawy, portavoce della Presidenza egiziana, l’incontro ha affrontato le misure necessarie per ripristinare la stabilità nel Corno d’Africa e gli ultimi sviluppi in Somalia. Sisi ha ribadito l’impegno dell’Egitto nel sostenere l’unità, la stabilità e l’integrità territoriale somala.

Presidente egiziano El Sisi
Durante il colloquio, il ministro gibutiano ha trasmesso i saluti e l’apprezzamento del Presidente di Gibuti, Ismail Omar Guelleh, e ha espresso la volontà di rafforzare le relazioni bilaterali con l’Egitto.
A sua volta, Sel isi ha sottolineato la profondità dei legami tra i due Paesi e la determinazione egiziana a consolidarli ulteriormente.
Si è discusso anche delle modalità per ampliare la cooperazione in tutti i settori di interesse comune, al fine di favorire lo sviluppo reciproco e rispondere alle aspirazioni dei due popoli.
Il Cairo ha ribadito il suo rifiuto della presenza di stati non litoranei nel Mar Rosso, facendo riferimento agli sforzi dell’Etiopia per ottenere uno sbocco sul mare. Inoltre, ha sottolineato l’urgenza di ripristinare la sicurezza nella regione, alla luce degli attacchi degli Houthi contro le navi in transito.
Il mese scorso, il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdel Aati, ha dichiarato che gli attacchi alle imbarcazioni nel Mar Rosso sono inaccettabili, soprattutto dopo la fine della guerra nella Striscia di Gaza. Ha sottolineato che l’Egitto ha subito gravi conseguenze economiche a causa di tali azioni e che non vi sono più giustificazioni per continuare a sfruttare la sofferenza del popolo palestinese per altri scopi politici.
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