ESCLUSIVO. In missione con i Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria. Ieri celebrati i 27 anni di costituzione del Reparto

Di Lia Pasqualina Stani

Vibo Valentia. All’interno del vasto comprensorio militare, l’aeroporto “Luigi Razza”, a circa 6 chilometri dalla cittadina di Vibo Valentia in una calda giornata d’estate si è celebrato, ieri presso la Base Logistica Operativa (BLO) la costituzione di un Reparto speciale dell’Arma dei Carabinieri: lo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria, fondato il 1° luglio 1991 all’interno dell’allora Gruppo Operativo Calabria dei Carabinieri.

Sono trascorsi ventisette anni e le prime unità speciali denominate “squadriglie”, corredate di unità cinofile, reparti a cavallo ed elicotteri, operavano in Aspromonte per la ricerca dei sequestrati, quando negli anni ’70 del secolo scorso, il fenomeno del sequestro di persone a scopo di estorsione iniziò a diffondersi nel nostro Paese.

Dopo la cattura, le vittime predestinate, quasi sempre persone economicamente benestanti, venivano condotte tra le montagne e la folta vegetazione aspromontana. I sequestratori conoscendo tutti i rifugi, le caverne, le grotte ed i recessi, in quanto calabresi o legati ad elementi delinquenziali locali, li tenevano sequestrati, anche incatenati, in attesa del riscatto.

Con la scomparsa del fenomeno dei sequestri, dovuto al blocco dei beni delle famiglie dei sequestrati, anche l’Arma dei Carabinieri è riuscita a riadattarsi alle nuove esigenze sul territorio calabrese: le squadriglie furono impiegate nella localizzazione, nella ricerca e nella cattura dei latitanti appartenenti alla ‘ndrangheta calabrese.

 

Addestramento al poligono di tiro

Gli organi istituzionali, preposti del Comando Generale, pensarono ad un Reparto di Carabinieri con un’elevata preparazione tecnica e tattica capace di operare con rapidità e mobilità che potessero giungere in un luogo sospetto senza essere visti, capaci di mimetizzarsi in un’area boschiva in grado di restare per giorni isolati da tutti e in grado di agire autonomamente, senza alcun supporto o contributo da parte di altri settori dell’Arma, per giungere all’arresto di un latitante.

Iniziarono le selezioni tra gli uomini delle squadriglie, i componenti del primo Battaglione Carabinieri Paracadutisti inquadrati nella Brigata Folgore ed i Carabinieri che avevano risposto sì per costituire il nuovo Reparto eliportato in grado di raggiungere ogni luogo dell’Aspromonte, in modo silenzioso e rapido.

Terminata la prima selezione il 1° luglio 1991 nasceva ufficialmente lo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria che come i Cacciatori delle Alpi di Giuseppe Garibaldi dopo essere entrati in un territorio nemico, combattevano facendo uso della guerriglia. Elemento caratteristico che diversifica i Carabinieri cacciatori di Calabria è il “Basco Rosso” che ne evidenzia l’orgoglio e la fierezza di ciascuno di loro di appartenere a questo Reparto speciale dell’Arma dei Carabinieri.

In mattinata subito dopo l’alzabandiera, in tenuta ginnica gli uomini dello squadrone hanno cominciato la loro giornata con la “solita” corsa intorno al perimetro della base. Tutti insieme, si sono ritrovati successivamente in palestra e poi sul campo di pallavolo prima di iniziare le attività operative che non si sono fermate neanche di domenica e neppure nel loro giorno di festa.

 

Carabinieri Cacciatori di Calabria in Sila durante un addestramento

Tra le attività d’impiego dei Carabinieri cacciatori, anche se non è la principale, c’è la ricerca ed estirpazione delle piantagioni di canapa indiana coltivate in zone boschive o montuose inaccessibili se non addirittura in container o casolari apparentemente abbandonati. Le squadre vengono impiegate sul territorio per concretizzare l’attività di contrasto alle famiglie criminali locali e cercare di raccogliere informazioni sul e dal territorio, a contatto anche  con la gente del posto, per arrivare alla cattura di un latitante.

Lo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Calabria è articolato su due Plotoni, dai quali dipendono 15  “squadre” che sono l’assetto operativo di base.

Ogni squadra è composta da sei uomini tra cui il comandante, il vicecomandante e quattro operatori. Tra quest’ultimi ci sono tiratori scelti, “rocciatori” e “rocciatori abilitati al soccorso in montagna”.

Lo Squadrone, dal momento della costituzione e fino ai nostri giorni, opera in aree di intervento prestabilite, ovvero ogni squadra ha una superficie delimitata in cui esercita la propria giurisdizione e può coordinarsi con i Comandi territoriali locali. Nei luoghi in cui si sospetta che possano esservi nascosti dei ricercati. Oppure se si è a conoscenza che si compiono delle azioni illegali, i Carabinieri cacciatori operano con dei posti di osservazione occulti. Per tale attività si avvalgono di apparecchiature ad avanzata tecnologia.

Ogni squadra è assegnata ad un territorio calabrese specifico e può eseguire perlustrazioni, oltre che mimetizzarsi e “fondersi” con il territorio.

Seppur in un clima festoso, come ogni giorno dell’anno, ieri, i Carabinieri cacciatori si sono addestrati perché è questa costante preparazione fisica che gli conferisce resistenza ad ogni condizione meteo o avversità che consente anche di ritrovare non solo latitanti in posti inimmaginabili, individuare bunker e nascondigli ma anche ricercare persone smarrite in montagna, nei boschi o vittime di infortuni per cadute in burroni, dirupi, strapiombi e luoghi isolati.

In caso di necessità, lo Squadrone può avvalersi del supporto dell’8° Nucleo Elicotteri, di stanza anch’esso a Vibo Valentia.

Carabinieri Cacciatori in addestramento

Gli aspiranti Carabinieri cacciatori di Calabria sono scelti su domanda volontaria – previa preselezione – tra coloro i quali rispondono ad una richiesta del Comando Generale o, nel caso di personale precedentemente in forze presso il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”.

Nel primo caso, gli aspiranti sono selezionati attraverso un severo scrutinio per valutarne le capacità psico – attitudinali e l’idoneità fisica. Successivamente sono inviati presso il Reparto Addestrativo del “Tuscania” per seguire un corso della durata di quattro settimane, dove vengono abilitati alle tecniche operative in piccoli nuclei all’interno di zone impervie ed in totale autonomia operativa e logistica. La fase successiva, di tre settimane, si svolge invece in Calabria presso la sede dello Squadrone. La prova finale che decreterà i nuovi Carabinieri cacciatori di Calabria consiste in una pattuglia finale di circa 48 ore.

In questi due giorni viene simulata la individuazione e la cattura di un pericoloso criminale, rintanato in un rifugio montano. L’azione deve essere condotta in modo da porre in pratica tutti gli insegnamenti ricevuti durante il percorso formativo, sia per quanto verte la pianificazione che la condotta pratica dell’operazione. Gli idonei, nel corso di una cerimonia ricevono dalle mani del Comandante del Reparto il basco rosso, inconfondibile riferimento del Reparto Carabinieri Eliportato Cacciatori Calabria.

Report Difesa, in esclusiva, racconterà l’attività addestrativa e operativa di questo reparto speciale altamente specializzato seguendo le varie squadre nei territori calabresi e in particolar modo in Aspromonte per guardare da vicino bunker e rifugi di latitanti che non sono riusciti a sfuggire ai “Falchi d’Aspromonte” che conoscono la Calabria più dei calabresi.

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