Esercitazione alla base Unifil di Shama: «la sicurezza delle operazioni viene prima di tutto»

Di Paola Pellegrino

Shama. Ci sono settori in cui le distrazioni non sono ammesse. Lo sanno bene tutte le componenti del contingente italiano in Libano che, al fine di garantire la sicurezza dei militari e dei civili che si trovano in teatro, svolgono attività addestrative per fronteggiare qualsiasi tipo di minaccia.

Ne parla il Maresciallo ordinario Domenico Brucoli, Comandante del terzo plotone fucilieri del Reggimento Lagunari Serenissima, al termine di un’esercitazione svoltasi nella base Millevoi di Shama: «oggi abbiamo simulato un’attività di scorta. Nel nostro caso erano due giornalisti che dovevano intervistare un’autorità, ma questo assetto viene messo in atto ogni qualvolta ci sia la necessità di scortare qualcuno, sia esso militare o civile».

Un momento dell’esercitazione

 

Lo svolgimento lineare delle operazioni non è casuale ma frutto di un’attenta valutazione del rischio: «l’attività di pianificazione è fondamentale. Trattiamo le informazioni che ci vengono fornite dalle unità di ricognizione, che hanno buona conoscenza dell’area. Questo screening è importantissimo perché in base ad esso si stabilisce un ordine che ci permette poi di individuare elementi esterni o possibili disturbi in modo da gestirli al meglio».

Secondo le parole del Maresciallo più è schematica e ordinata la progettazione, più la condotta dell’azione si rivelerà fluida e limpida: «durante questa attività addestrativa, e in generale in tutte le operazioni, noi seguiamo delle fasi. Prima di tutto c’è la preparazione che va dal momento di pianificazione – dove si ripercorre brevemente quello che dovremo fare – fino alla sistemazione dei materiali. Ogni comandante o singolo soldato deve avere ben chiaro quale sarà il suo ruolo sul campo».

A questa segue poi la fase di esecuzione e condotta dove si mette in atto ciò che si è pianificato nella base verificando in prima battuta tramite il team di ricognizione che lo scenario sia conforme a quanto precedentemente studiato e procedendo alla messa in sicurezza dell’area. «In particolare» continua il Lagunare «la simulazione addestrativa prevedeva la presenza di una minaccia non definita che ha ferito un militare».

Il palesarsi della minaccia simulata

Nonostante ciò l’unità ha reagito prontamente agendo in base ai piani di emergenza e provvedendo all’immediata esfiltrazione dei giornalisti: «la priorità della mia pattuglia è sempre tenere i giornalisti al sicuro e, in casi come questi, la loro messa in salvo presso la zona sicura precedentemente designata». Contemporaneamente, i soccorsi ad eventuali feriti tra i militari avvengono in modo tempestivo: tutti i soldati infatti ricevono una formazione di base per cui hanno la capacità di automedicarsi o fornire un primo soccorso al ferito in caso di emergenza.

Simulazione del primo soccorso

In aggiunta, ogni unità ha dei soccorritori militari che ricevono una preparazione specifica «ogni volta che c’è un’attivazione del genere sono loro i primi ad intervenire» conclude il Maresciallo «una volta raggiunta la zona sicura procedono immediatamente alla stabilizzazione del ferito che poi, a seconda della valutazione, viene portato in zona medica o evacuato con l’elicottero».

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