Esercito: a Rieti premiate le risultanze del primo ciclo di sperimentazione sui Robotics & Autonomous Systems (RAS) e presentato INNOVARMY

RIETI (dal nostro inviato). Nelle 20 pagine del concept paper denominato “Esercito 4.0” alcune di esse analizzano l’utilizzo di nuovi sistemi tecnologici per rendere la Forza Armata sempre più altamente professionalizzata.

Tra i temi affrontati dal capo di SME, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, sono ritenuti molto importanti quei fattori abilitanti che consentono di integrare le potenzialità insite nei nuovi domini operativi e nelle nuove tecnologie: Spazio e Satelliti, Comando e Controllo, Guerra Elettronica, Cyber e Robotica.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino

In particolare i Posti Comando Digitalizzati  per ogni livello ordinativo, dal Corpo d’Armata al Reggimento, per acquisire strutture modulari, cyber protette e interconnesse capaci di far “dialogare”  piattaforme e nodi del sistema; la supremazia nell’ambiente elettromagnetico ovvero la gestione della Guerra elettronica; il dominio cyber che sta assumendo, ogni giorno, un ruolo sempre più crescente, esponenzialmente proporzionale all’impiego e alla dipendenza dello Strumento terrestre dalle tecnologie informatiche e di telecomunicazione; infine, la robotica.

Nel documento scritto dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito viene sottolineato che “nello sviluppo delle progettualità tutti i programmi di nuova generazione dovranno prevedere margini tali da poter integrare le novità via via introdotte dalle tecnologie RAS (Robotics and Autonomous Systems)”.

E, per facilitare l’integrazione nelle capacità del futuro (sciami di droni o di robot che si muovono a sistema con le piattaforme, sistemi automatizzati per la logistica) la Forza Armata ha avviato da tempo una sperimentazione a lungo termine con il coinvolgimento del mondo industriale, della ricerca e universitario.

“L’obiettivo – scrive il Generale Serino – è introdurre prontamente in servizio tutto ciò che a livello tecnologico possa risultare vantaggioso nella risoluzione e nella semplificazione di problemi operativi e sostituire l’uomo nelle attività ripetitive che non richiedono decisioni”.

Nei giorni scorsi, si è svolto nell’area addestrativa “NUBICH” della Scuola Interforze per la Difesa NBC di Rieti un open day a favore di Paesi alleati, Industria, Università e Centri di Ricerca in cui l’Esercito Italiano ha presentato le risultanze del primo ciclo di sperimentazione sui Robotics & Autonomous Systems (RAS) e ha presentato INNOVARMY, il modello di innovazione che alimenterà le prossime attività nel settore delle nuove tecnologie.

Le varie applicazioni della sperimentazione RAS

LA CAMPAGNA DI SPERIMENTAZIONE RAS

La Campagna di sperimentazione sui RAS trae origine dall’analisi delle tecnologie emergenti (EDTs nell’acronimo inglese) e dell’impatto che il loro utilizzo avrà sulla modalità di condurre operazioni militari.

E’ stata avviata all’inizio dell’anno scorso per comprendere come trarre il maggiore vantaggio e impiegare al meglio le nuove tecnologie nell’esecuzione dei compiti fondamentali della Forza Terrestre.

Durante il primo anno di sperimentazione l’Esercito, supportato dall’azienda MILREM Robotics, ha condotto attività di studio ed esercitazioni – anche in ambiente virtuale – per valutare gli eventuali benefici derivanti dall’impiego della tecnologia RAS nella condotta di attività tattiche in ambiente urbano.

Un THeMIS UGV della Milrem Robotics

I risultati hanno consentito di sviluppare concetti di impiego e acquisire elementi di informazione utili, sia a orientare la strategia di introduzione in servizio dei RAS sia a supportare il processo generale di sviluppo capacitivo della Forza Armata.

Seguendo gli assi di sviluppo indicati dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito il prossimo ciclo di sperimentazione sarà focalizzato sulla capacità dei sistemi RAS di assolvere i compiti relativi alla logistica distribuita e sulla possibilità di utilizzare piattaforme robotiche nel cosiddetto ’ultimo miglio’ del campo di battaglia.

L’evento conclusivo della prima spira è stata l’occasione per presentare INNOVARMY, modello di innovazione che l’Esercito ha deciso di applicare dal prossimo ciclo della sperimentazione.

Tramite la pubblicazione di periodiche call tecnologiche, la Forza Armata conta di intercettare tecnologie innovative utili alla soluzione dei problemi operativi oggetto di studio e facilitarne il loro impiego.

Le attività della Campagna sono state condotte seguendo le tre fasi previste dal Concept Development and Experimentation (CD&E) dell’Alleanza Atlantica: research, developmet, validation.

Tre gli imput definiti nella prima spira di sperimentazione:

  • Scenario di riferimento: si tratta dell’ambiente urbano degradato, in linea con i trend di impiego futuro individuati dalla Forza Armata e dall’Alleanza Atlantica
  • Tre problemi operativi a una minore unità di Fanteria leggera: movimento di avvicinamento a un’area urbana, bonifica di un edificio e rifornimento di unità
  • Uno strumento con il quale condurre le attività di sperimentazione: è stato contrattualizzato un partner tecnologico con il compito di fornire un’architettura RAS e curare l’integrazione di elementi aggiuntivi.

SVILUPPI FUTURI

Ma quali potranno essere gli sviluppi futuri? Questo progetto ha un’impostazione pluriennale e mantenendo invariato l’approccio metodologico e cambiando uno o più imput potranno essere studiati vari elementi per il suo impiego a livello militare.

E nella prossima spira di sperimentazione il focus sarà incentrato sulle capacità delle architetture RAS di attuare concetti di impiego legati alla logistica distribuita e.

Si approfondirà anche la capacità di far operare insieme sia le piattaforme Manned che quelle Unmanned.

L’ESERCITAZIONE ALLA SCUOLA NBC DI RIETI

Nel corso della giornata dedicata alla “Final Experimentation Trial” della Campagna RAS si è tenuta un’attività dimostrativa che ha visto un Plotone di Fanteria leggera della Brigata Granatieri di Sardegna, su base 4 Squadre, muovere appiedato per effettuare un rastrellamento di un edificio denominato “SNAKE” con lo scopo di consolidarsi e sfruttare il successo.

Ma, secondo quanto riferito da fonti di Intelligence, nell’area di operazioni sono presenti elementi ostili organizzati a livello di Squadra.

Il Plotone è stato rinforzato con piattaforme RAS per l’assolvimento della missione.

Le Squadre Alfa e Bravo hanno avuto il compito di effettuare il rastrellamento del target, con una terza Squadra messa a rincalzo delle altre due per effettuare invece il rastrellamento del tunnel che hanno fatto parte dello scenario esercitativo (la Scuola di Rieti è dotata infatti di numerose aree dove i frequentatori possono addestrarsi).

Mentre una terza Squadra di supporto alla manovra ha coperto con una buona utilizzazione del fuoco il movimento delle altre e ha garantito la sicurezza del dispositivo.

Il Plotone ha impiegato un micro-UAV che ha garantito la consapevolezza della situazione delle unità amiche, nemiche e di eventuali civili presenti nel settore del centro urbano preso ad oggetto dello scenario.

Ogni Squadra aveva a sua disposizione strumenti tecnologici per una condivisione real time sia di informazioni sull’esatta posizione di unità nemiche, sul movimento di quelle amiche e sulle immagini trasmesse ai robot e agli autonomi impiegati che è stato possibile vedere da un maxi schermo collocato proprio a pochi metri dalla scena.

Interessante in questa attività è stato conoscere come il combattimento in un ambiente urbano che la Storia ci ha tramandato e la cronaca di fa conoscere ogni giorno, sia estremamente complesso.

Infatti, lo stress psico-fisico per un soldato aumenta. Impegnato in un’operazione può avere infiniti motivi per ritrovarsi in una situazione di pericolo per se stesso ma anche per l’unità nella quale è inquadrato.

Il nemico potrebbe essere nascosto dovunque. Vicino o lontano. In un edificio, in una metropolitana. Ci potrebbero essere anche civili che magari sono diventati ostaggi.

In questa situazione è, dunque, difficile anche capire da dove possano provenire gli spari.

Per questo l’utilizzo di micro UAV è utile per conoscere il campo di battaglia e far sì che le unità sul terreno possano portare a compimento la missione assegnata.

Molto importante, come in ogni azione di combattimento gli aspetti logistici: movimento, munizionamento, aspetti sanitari per eventuali esfiltrazioni di personale.

Ecco, dunque, spiegato i motivi per i quali la Forza Armata voglia dotarsi di robot capaci di raggiungere il più rapidamente possibile l’area di operazioni e sostenere i soldati.

Nell’attività addestrativa a Rieti il Plotone in esercitazione è stato supportato da un UGV multiruolo con motore ibrido dal peso di 1.630 chili e una capacità di carico di 750 chili (velocità massima 20 chilometri orari) e con una dotazione di camere termiche, IR e HD su tutti i lati del mezzo.

Inoltre, per il controllo della bonifica del livello di sotto superficie è stato impiegato un micro-UGV modulare del peso di 10 chili con un’autonomia di 2-4 ore.

A conclusione dell’attività restano da analizzare alcuni punti molto importanti per la pianificazione: alto livello di autosufficienza delle forze in campo, recupero dei rifornimenti per le unità combattenti da parte dei logisti nelle quantità richieste e nel luogo ritenuto necessario.

Infine, protezione dall’azione del nemico anche per i rifornimenti e le unità logistiche utilizzando una Force Protection e un opportuno occultamento.

PARLA IL GENERALE DI DIVISIONE FRANCESCO OLLA, CAPO DEL 3° RPGF DELLO STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO

Con il Generale di Divisione Francesco Olla, al termine dell’addestramento Report Difesa ha analizzato alcuni aspetti del RAS.

ll Generale di Divisione Francesco Olla

In questo video vewngono illustrate le attività: https://youtu.be/Hgl6tQsuU4M.

In particolare, abbiamo voluto porre attenzione su come le nuove tecnologie RAS e l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale impatteranno sull’attività futura di pianificazione e di programmazione che gli Ufficiali addetti dovranno mettere in atto.

“A mio avviso non solo gli Ufficiali addetti alla pianificazione, ma in generale tutto il personale militare dovrà maturare una grande consapevolezza dell’evoluzione tecnologica e di come essa possa essere utilizzata ed applicata per esigenze della Forza Armata. Esigenze di natura operativa a tutto tondo”,  ha risposto il Generale, aggiungendo che l’Esercito deve essere pronto ad assolvere alle sue quattro missioni con determinazione, tempestività e versatilità.

“Versatilità che come in passato deve essere ricercata anche nella progettazione e acquisizione di mezzi e materiali”, ha aggiunto.

Olla ha voluto poi sottolineare che la conoscenza delle nuove tecnologie sarà fondamentale anche per coloro che lavorano nell’ambito del procurement e il supporto logistico. In particolare, un ruolo importantissimo sarà giocato dagli ingegneri del Corpo Tecnico dell’Esercito a cui cadrà l’onere delle sperimentazioni e validazioni delle varie piattaforme da acquisire.

“Con la rapida evoluzione tecnologica che stiamo osservando in questi anni – ha proseguito il Generale Olla –  sarà impensabile discernere ciò che è specificatamente ingegneristico (compresa l’informatica) e quello che è invece operativo perché le due cose saranno sempre più interconnesse”.

Per questa ragione, in fase di sperimentazione dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie, lo Stato Maggiore dell’Esercito ritiene fondamentale il contributo specialistico/tecnico del personale con maggiore esperienza sul campo, i più idonei a dare una valutazione sull’impiego operativo dei prodotti di nuova introduzione.

“Senza l’apporto e la valutazione degli operatori sul campo tutto rimarrebbe al solo livello teorico”.

Altro aspetto imprescindibile è che le nuove piattaforme siano concepite e implementate in una visione joint.

“Non si può pensare – ha ribadito il Generale Olla – di concepire e acquisire tecnologie e materiali che non siano joint e integrate tra loro poiché l’impiego operativo odierno e sempre di più in futuro sarà multidominio.”

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