di Francesca Cannataro
Capua (dalla nostra inviata). “Lo Giuro”. Colmo di valori, ideali, sentimenti e tanta determinazione. Lo hanno urlato in cielo i giovani volontari in ferma prefissata di un anno (VFP-1) dell’Esercito Italiano, appartenenti al 1° blocco del 2019 sul piazzale d’onore della Caserma “Oreste Salomone”, sede del Comando Divisione “Acqui” e del 17° Reggimento Addestramento Volontari (RAV) “Acqui”. Ed è un turbinio di emozioni difficili da raccontare. Che hanno fatto vibrare all’unisono le più recondite corde dell’animo di tutti i presenti. Dei familiari, dei ragazzi, dei soldati “anziani” che hanno rivissuto quei momenti. Alla cerimonia, presieduta dal Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito (COMFORDOT), Generale di Corpo d’Armata Giovanni Fungo, hanno preso parte numerose autorità militari, civili e religiose, tra cui il comandante della Divisione “Acqui” Generale di Divisione Fabio Polli, l’Onorevole deputata Margherita Del Sesto, il Prefetto di Caserta, Dott. Raffaele Ruberto e il Vescovo di Capua, Monsignor Salvatore Visco. Hanno fatto da cornice ai 907 VFP-1, di cui 62 donne, i Gonfaloni di Bellona (CE) e Mignano Monte Lungo (CE), i Labari e i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma del territorio, insieme ai numerosi parenti ed amici giunti a Capua da ogni parte d’Italia per condividere, con i giovani volontari, la solennità e l’emozione di questo giorno indelebile per ogni soldato.

Con il giuramento ogni soldato si assume da sempre “la difesa della Patria” e “la salvaguardia delle libere istituzioni”. Al militare viene dunque richiesto, fin dall’atto formale del giuramento, di conformare la propria condotta a un modello di natura prevalentemente etica. Fedeltà, disciplina, onore, dovere e libertà. Parole ricorrenti nella vita di ogni soldato. Una scelta vissuta e condivisa. Ancora più forte se a intraprenderla sono i figli così giovani della nostra nazione. Intense e dense di significato, piene di valori condivisi e di fiero orgoglio le parole del Generale Fungo. “Quella di oggi – ha detto il comandante del COMFORDOT- è la festa della gioventù italiana. Non tutti i giovani sono pronti a fare questa scelta dura e piena di sacrifici. Avete giurato di voler essere cittadini speciali – ha continuato l’Alto Ufficiale – con responsabilità più grandi rispetto agli altri. Vi siete impegnati a essere dei Soldati. Il significato di Patria, di libertà, l’amore per la Bandiera vi hanno attratto e fatto compiere una scelta; i valori, quali la fedeltà, l’onore, l’esempio, il dovere, la generosità, l’impegno, il sacrificio ed il coraggio – ha concluso – sono la vostra motivazione e il pilastro della vostra continua formazione».

Momenti di piena condivisione con tutti i parenti accorsi. Dopo la formula del giuramento e il nuovo impegno dei giovani soldati, l’Inno di Mameli cantato all’unisono da tutti ed eseguito dalle Fanfare del 1° reggimento bersaglieri e dell’8° reggimento bersaglieri, della Brigata Garibaldi, ha suggellato questa nuova scelta di vita al cospetto della gloriosissima Bandiera di Guerra del Reggimento.

Toccanti anche le parole rivolte ai giovani volontari dal comandante del 17° Reggimento Addestramento Volontari, colonnello Giuseppe Zizzari. Il loro comandante. “Questi sono ragazzi con una marcia in più – ha detto – dalla generosità travolgente pronti a raggiungere in silenzio i loro obiettivi. Grazie alle mamme e ai papà dei nostri soldati per averli cresciuti in questo prezioso e unico alveolo di valori”.

Infine un altro momento particolarmente coinvolgente e sentito, ormai tradizione dei giuramenti del 17° RAV, il ricordo dei Militari che hanno iniziato il loro percorso nei ranghi dell’Esercito, proprio nella caserma “O. Salomone” e che sono caduti nell’adempimento del dovere, nelle missioni internazionali per la pace. E così i 907 giovani soldati, gridando “Presente!” a ogni caduto invocato sono divenuti i custodi della loro memoria, rendendo così omaggio alla virtù e alla dedizione di chi, prima di loro, ha suggellato il giuramento di fedeltà agli ideali e ai valori istituzionali, fino all’estremo sacrificio. «La loro eredità valoriale passerà nelle vostre mani – ha concluso il colonnello Zizzari – a voi il compito di tenerla viva, continuando a operare, con immutato ideale di Patria e di unità, nei compiti e nelle missioni che vi saranno assegnate». 907 promesse solenni di essere servitori della Patria, uomini e donne di cui la Nazione possa andarne fiera.

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