Roma. Una storia lunga 156 anni quella che l’Esercito italiano ha tramandato, da quando il 4 maggio 1861 l’allora ministro della Guerra, Manfredo Fanti decretò la fine dell’Armata Sarda e degli eserciti pre-unitari da essa incorporati e la nascita dell’Esercito Italiano.
Cento anni fa si svolgevano sanguinose battaglie sul Cucco di Plava, sul Monte Kuk, sul Monte Santo, sulla Sella del Vodice, sulle pendici dell’Hermada, sull’Altopiano della Bainsizza, sulla civetta del San Gabriele, dove caddero più di 80 mila degli oltre 530 mila tra morti e feriti registrati in tutto l’anno di quello che è considerato il più sanguinoso della I Guerra Mondiale (nel 1917 persero la vita 163 mila uomini e ne rimasero feriti 367 mila). Quello che abbiamo raccontato è passato alla Storia come la X e XI battaglia dell’Isonzo.

La battaglia di Monte Santo
La storia del nostro Esercito non è solo fatti d’arme ma ha anche un valore sociale. Chi chi ha svolto il famoso periodo di leva ricorderà bene cosa è stato. Per molti la vita di caserma costituiva la prima vita di comunità, dormire nella stessa camerata, condividere gli stessi bagni, fare squadra, aiutarsi per ottenere buoni risultati nell’incarico che ti era stato affidato. Insomma, crescere come cittadino.
Ed oggi, grazie ad una Forza Armata moderna, efficiente ed efficace il nostro Paese ha dimostrato, in Patria e nelle missioni all’estero, di avere uomini e donne in uniforme capaci di rispondere ad ogni situazione critica.
Questo valore lo dimostrano i numeri statistici. Ecco un bilancio. Per le pubbliche calamità i militari dell’Esercito sono stati impiegati nell’ Operazione Sabina (emergenza sisma e neve) 1.500 militari e 550 mezzi tattici, speciali del Genio e commerciali -con un picco massimo nel corso dell’emergenza neve di 2.500 militari e circa 950 mezzi.
Questi uomini e queste donne in uniforme hanno fatto attività di ricerca e soccorso di superstiti con la rimozione delle macerie e della neve, il ripristino della viabilità stradale, la costruzione di due ponti ad Amatrice, interventi di urbanizzazione per costruire la scuola elementare ed i moduli abitativi. Non dimenticando il grande lavoro che ha dimostrato l’alta professionalità nei soccorsi all’hotel di Rigopiano con assetti specialistici.
La Forza Armata è stata impiegata anche nella attività di pubblica utilità come nell’Operazione Strade Sicure. Iniziata il 4 agosto 2008 a seguito della legge numero 125 del 24 luglio 2008 che ha autorizzato, per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, l’impiego di personale militare che agisce con le funzioni di agente di Pubblica sicurezza, a disposizione del prefetti.
Finora sono 7 mila i militari impiegati in 46 città, 236 i siti vigilati, 218 gli itinerari pattugliati, circa 650 mila le persone controllate, oltre 660 quelle arrestate e 135 mila i mezzi controllati.

Militari impiegati in Strade Sicure a Napoli
In occasione del prossimo G7 di Taormina saranno impiegati 2900 militari in più, di cui 2400 dell’Esercito. In questo mese la Forza Armata impiegherà un totale di 9400 unità.
Un altro grande impegno dell’Esercito è nelle attività di bonifiche di ordigni (2.145 il bilancio del 2016), nelle campagne antincendio (14) e nella ricerca e soccorso con gli elicotteri (3).
Il nostro Esercito è impiegato anche in tanti teatri operativi. Ad oggi sono 4 mila gli uomini e le donne presenti in 14 Paesi ed operano sotto le bandiere della NATO (Afghanistan, Kosovo, Serbia, Bosnia, Macedonia, Turchia), delle Nazioni Unite (Libano), dell’Unione Europea (Somalia, Mali, Gibuti). Oltre alle missioni in Iraq, Libia, Malta e Tunisia.
Tra i compiti affidati ci sono l’assistenza allo sviluppo delle istituzioni locali in particolare delle Forze Armate locali per migliorare la stabilità delle aree di crisi con l’addestramento, l’assistenza e la formazione. L’Esercito, inoltre, all’estero protegge e fornisce assistenza umanitaria alla popolazione, garantisce la protezione delle Forze (Force Protection) e fornisce capacità operativa nel recupero di personale (personnel ricoveri).
Insomma, come recita uno slogan “L’Esercito Italiano c’è sempre”.

Reparti schierati in occasione della cerimonia per i 156 anni di fondazione dell’Esercito
- Donne italiane consegnano lo stendardo ala cavalleria perchè si faccia onore nei campi di battaglia
- La ricostruzione di un’unità impiegata nella I Guerra Mondiale
- I granatieri di Sardegna
- Ricostruzione di un fatto d’arme della I Guerra Mondiale
- Bersaglieri ciclisti
- La celebre carica della Cavalleria