Prato. Erano in servizio di pattugliamento sulle strade di Prato, nell’ambito dell’Operazione “Strade sicure”, ma per far passare cittadini cinesi che transitavano con i loro furgoni nella zona industriale del Macrolotto 1, avrebbero preteso ed ottenuto denaro. E’ questa l’accusa di concussione, dopo un’indagine condotta dalla Squadra Mobile, per 4 paracadutisti del 183° Reggimento “Nembo” di Pistoia che sono stati arrestati e posti ai domiciliari.

Militari impegnati in Operazione Strade Sicure
Le misure cautelari, firmate dal Giudice per le indagini preliminari (GIP) su richiesta della Procura pratese sono scaturite da un’inchiesta nata da un’informazione confidenziale arrivata alla DIGOS.
I casi contestati, al momento, sono otto e sarebbero avvenuti tra maggio e luglio. L’ammontare delle somme richieste variava tra i 50 ed i 100 euro. I cittadini cinesi avevano creato una chat nella quale veniva segnalata la presenza in strada dei militari che taglieggiavano gli autisti.
Lo Stato Maggiore dell’Esercito, in una nota, esprime “profondo sdegno e condanna”.
Il personale coinvolto si è macchiato – aggiunge il comunicato – “laddove le attività di indagine lo confermassero, di un comportamento inqualificabile per uomini e donne che indossano l’uniforme”.
La Forza Armata conferma “la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti” e ricorda di avere già avviato tutte le procedure per l’immediata sospensione dei militari dal servizio, Esprimendo così totale intransigenza, tolleranza zero, nel perseguire “tali inaccettabili condotte”.
“Tali isolati avvenimenti – conclude la nota – violano l’etica militare e non rispettano i principi e i valori su cui si fonda la nostra storica Istituzione ed il suo personale che, invece, con profonda onestà, professionalità, e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere, in Italia e all’estero, anche a rischio della propria vita”.
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