Monte Romano (Viterbo) – dal nostro inviato. Gli scenari internazionali moderni sono caratterizzati da un crescente livello d’incertezza e di imprevedibilità, con un’interazione continua tra diverse tipologie di minacce, che hanno acuito la complessità e la variabilità delle situazioni operative.
Da una concezione della Sicurezza e della Difesa nazionale e internazionale cristallizzata si è passati al concetto di sicurezza multidimensionale, in costante mutamento e volubilità.
Per la dinamicità, versatilità d’impiego e prontezza operativa, la Brigata paracadutisti Folgore è tra gli strumenti a disposizione dell’Esercito Italiano per assicurare la capacità di risposta immediata della Difesa a situazioni di crisi ed emergenze e far fronte ai rischi e alle minacce agli interessi materiali, ai valori di democrazia e libertà e all’identità culturale del Paese.
Un esempio concreto ci riporta agli eventi dell’Afghanistan di pochi mesi fa, quando la Folgore è stata chiamata a fornire supporto alle operazioni di evacuazione dei cittadini italiani e stranieri.
Report Difesa ha intervistato recentemente “Aquila-1”, il Comandante della Brigata “Folgore”, Generale Roberto Vergori, a margine di un’esercitazione tenutasi nel Poligono di Monte Romano (Viterbo).

Il Comandante della Folgore Generale di Brigata Roberto Vergori durante un discorso al personale
Generale, gli scenari moderni sono molto labili, non interconnessi e dinamici. La risposta immediata è presumibilmente la disponibilità di unità altamente preparate. Qual è il valore della Grande Unità in questo contesto?
La Folgore è la Grande Unità da combattimento dell’Esercito con capacità specialistica, in grado di intervenire con le sue unità, rapidamente e con brevissimo preavviso, anche in aree e località difficilmente raggiungibili e a distanze strategiche dalla Madrepatria.
L’aviolancio, come strumento d’inserzione e/o infiltrazione, è una capacità imprescindibile per soddisfare il requisito di rapidità di proiezione, tempestività d’impiego e profondità di penetrazione nel dispositivo avversario.
Il valore della Grande Unità ha origine nel peculiare addestramento, improntato al massimo realismo e ai più alti standard.
Noi ci prepariamo al peggio, in condizioni di stress, stanchezza e sforzo prolungato, in modo da trovarci sempre nelle migliori condizioni per essere prontamente impiegabili in ogni ambiente operativo.

Attività con impiego di apparati per la visione notturna
La forza della Folgore, come per l’Esercito, risiede anche nello spirito di corpo, un legame fortissimo che si crea tra i membri della stessa unità e che si alimenta attingendo alla realtà della nostra storia e tradizioni d’ideali del dovere e amor di Patria. Un vero moltiplicatore del senso di appartenenza e della disponibilità al servizio, che è necessaria premessa di affidabilità.
La Brigata Folgore è una colonna portante del nostro Esercito per l’impiego in operazioni Fuori Area. La sua determinazione e la precipua preparazione ne hanno fatto un valore aggiunto in ogni Teatro Operativo. Cosa riesce ad esprimere in termini di capacità operative?
I paracadutisti sono da sempre caratterizzati da passione, iniziativa e coraggio, qualità che i nostri partner ci hanno costantemente riconosciuto sia nelle operazioni sia nelle esercitazioni al di fuori dei confini nazionali.
Mi preme chiarirne il significato.
La passione è asservita alla volontà di assolvere il compito e all’accorta valutazione del rischio e delle conseguenze di ogni azione.
L’iniziativa deriva dalla consapevolezza di essere parte di una squadra, in cui ogni paracadutista conosce benissimo lo scopo della missione ricevuta e sa che il successo del gruppo dipende da ognuno di loro.
Il coraggio, infine, fa parte di un telaio di valori etico-morali, in cui sicurezza e interesse comune si antepongono alle esigenze individuali.

Aviolancio dalla porta assiale del velivolo
La Folgore esprime oggi capacità operative efficaci, versatili e “full spectrum”, secondo il principio della massima integrazione inter-arma e interforze.
Al fine di consolidare le potenzialità sul piano dell’interoperabilità multinazionale, inoltre, i nostri paracadutisti si addestrano periodicamente con le aviotruppe dei principali Paesi dell’Alleanza Atlantica e dei Paesi partner (cosiddetta Airborne Community) nella pianificazione congiunta e condotta di operazioni di Ingresso Forzato (cosiddetta Joint Forcible Entry Operations).
Si tratta di operazioni eseguite in territorio potenzialmente ostile per la conquista e successiva occupazione di una posizione solida e sicura, al fine di condurre una o più operazioni successive, per le quali i tratti distintivi prima accennati sono imprescindibili.
L’equipaggiamento del paracadutista, nel suo insieme, è leggero ma indubbiamente completo per poter sopperire a qualsiasi gap, in termini di minaccia, in qualsiasi situazione. Vi sono studi che indicano un aggiornamento dell’equipaggiamento individuale e di reparto che sia al passo con le reali minacce attuali e quelle studiate per l’immediato futuro?
Al termine di ogni impegno assegnato ai nostri Comandi e Unità, sia che si tratti di esercitazioni sia di operazioni, si attiva un’analisi post-missione, nell’ambito di un più ampio, continuo e strutturato processo di apprendimento mirato all’individuazione delle esigenze di adeguamento, ammodernamento e potenziamento delle capacità operative.
Le analisi post-missione si estendono alle procedure tecnico-tattiche, agli equipaggiamenti da combattimento e ai materiali aviolancistici impiegati e consentono il coordinamento e la sincronizzazione puntuale di ogni intervento migliorativo necessario, sia dal punto di vista dell’impiego operativo che delle esigenze di nuove acquisizioni.

Coppia di tiratori in postazione, impiegati in una fase addestrativa
A riguardo, la Brigata Folgore dispone anche di un Ente tecnico che, per tutta la Difesa, è incaricato di condurre studi e sperimentazioni in materia specifica di aviolancio, comprendendo anche l’analisi d’incidenti ed eventi di pericolo e la determinazione delle misure di prevenzione e correttive.
In Patria la Brigata paracadutisti “Folgore” è impiegata anche in numerose città nell’Operazione “Strade Sicure”. Non è proprio una missione dedicata alle truppe paracadutiste ma la loro presenza è sinonimo di sicurezza per la popolazione italiana. Per assolvere tale impegno avete dovuto modificare l’addestramento oppure è stato un riadattamento della dottrina di impiego?
L’addestramento di specialità è la ragion d’essere della Grande Unità da combattimento, che accompagna il paracadutista sin dalla sua formazione di base, in cui, da un lato, segue un percorso di condizionamento fisico progressivo per affrontare il corso di paracadutismo nelle condizioni di massima sicurezza, e, dall’altro, acquisisce le tecniche di combattimento di base, necessarie e richieste per standardizzarne le minime capacità operative.
La piena capacità operativa si matura presso le unità di appartenenza. Tuttavia, quando ci viene assegnata una specifica missione, siamo chiamati a prepararci in maniera molto accurata ad operare nello specifico Teatro.

Il fuoco con il mortaio nel corso di un’esercitazione
Non fa eccezione l’Operazione “Strade Sicure”, la cui preparazione viene orientata a specifici obiettivi, in base alle capacità da esprimere e ai compiti di sostegno alla pubblica sicurezza.
Ciò significa che, in vista dell’impiego, il focus addestrativo viene ampliato sulla consapevolezza del ruolo operativo, delle possibili minacce e dei rischi associati, sino a raggiungere l’automatismo delle procedure tecnico-operative più efficaci e attagliate all’esigenza.
Gli scenari internazionali stanno modificando la geopolitica economica e delle risorse. La presenza delle forze militari, in un contesto della strategia della politica estera di una nazione, sono indispensabili per la credibilità di una nazione e di una coalizione. In un quadro mondiale sempre più incerto, quali sfide si troverà ad affrontare la sua Grande Unità nel prossimo futuro e quali correttivi necessita per continuare ad essere la certezza dell’Esercito Italiano?
Oggi più che mai lo strumento militare è un concreto bene pubblico di primario valore. L’impegno quotidiano nella gestione di tutte le operazioni militari in Italia e all’estero e l’eccezionale sforzo profuso nel contrasto alla pandemia hanno confermato l’efficace prontezza delle nostre Forze Armate, con l’Esercito in prima linea, nel rispondere a tutte le esigenze emerse.
La mutevolezza e complessità dello scenario di sicurezza internazionale richiedono un sempre più marcato e rapido innalzamento degli standard operativi e capacitivi.

Un paracadutista appena atterrato in Zona di Lancio
La credibilità della risposta si sposta, quindi, sul piano della superiorità tecnologica e informativa, della coesione delle Alleanze e sulla rapidità con la quale siamo in grado di proiettare le nostre forze.
Potremo essere chiamati ad esempio a proiettare in tempi estremamente ridotti dispositivi capaci di operare non solo nei tre ambienti operativi classici (air, land, maritime), ma anche nei due emergenti ambiti di confronto (cyber e spazio).
Quale pedina operativa del nostro Esercito, in grado di esprimere un ventaglio di competenze specifiche che garantiscono una grande flessibilità operativa, la Folgore è chiamata ad assicurare la disponibilità di unità coese e prontamente impiegabili in tutti gli ambienti, per la difesa del territorio e della sicurezza nazionale e a supporto dei “core task” dell’Alleanza Atlantica [1].
Un compito che sarà assolto con l’impegno di esprimere un valore aggiunto in situazioni caratterizzate da imprevedibilità ed impatto globale e di superare sempre le aspettative sotto ogni punto di vista.
Lei è paracadutista dal 1991, adesso è il Comandante della Brigata “Folgore”. Come si sente?
Da Comandante vivo, ormai da quasi 32 anni, l’attaccamento a tutti quei valori che consentono ai militari di anteporre sempre gli interessi dell’Istituzione che rappresentano.
I Comandanti, a ogni livello, imparano prima a obbedire e ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, quale presupposto per potersi assumere la responsabilità delle proprie unità, nella consapevolezza che l’esempio è la via maestra da seguire al meglio delle proprie capacità.

Paracadutisti durante aviolancio con la tecnica della caduta libera
Occorre rimboccarsi le maniche tutti giorni, sviluppare il lavoro di squadra, capire costantemente cosa è importante e cosa è urgente per la crescita professionale di ogni soldato, per la sicurezza e l’efficienza operativa della propria unità.
Da Comandante della “Folgore” sento l’orgoglio di vivere il servizio in una specialità dell’Esercito caratterizzata da forte identità, spirito combattivo e senso di appartenenza, segni distintivi che si rinnovano nelle difficoltà, nella stanchezza e nelle fatiche, imparando a guardare avanti con umiltà, rispetto degli altri e delle proprie paure, ma senza mai fare un passo indietro.

Una Blindo del Savoia Cavalleria (3°) Paracadutisti nel corso di un’esercitazione
Grande è anche la responsabilità di mantenere la Folgore ai più alti standard, affinché i baschi amaranto di oggi continuino sul campo a superare le aspettative, sotto ogni aspetto, tenendo alto il nome di chi ci ha preceduto e il prestigio dell’Esercito e dell’Italia.
[1] Difesa collettiva, gestione delle crisi e sicurezza cooperativa.
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