Di Fabrizio Scarinci
Monte Romano (Viterbo). Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, ha incontrato, nel Poligono di Monte Romano (Viterbo), il personale impiegato nell’ambito dell’esercitazione “UNA ACIES 2020”.

Allievi Marescialli della Scuola Sottufficiali di Viterbo durante l’assalto di plotone
L’evento ha coinvolto simultaneamente le Scuole d’Arma e di Specialità dell’Esercito (Scuola di Fanteria, Scuola di Cavalleria, Comando di Artiglieria, Comando di Artiglieria Contraerea, Comando Genio, Scuola dei Trasporti e Materiali, Scuola di Commissariato e Centro di Addestramento di Paracadutismo), il Comando Militare della Capitale, il Comando dei Supporti Logistici, la Direzione di Amministrazione dell’Esercito e i Poligoni di Torre Veneri (Lecce) e, per l’appunto, Monte Romano.

Ufficiale del Genio Guastatori della Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino
Le attività hanno visto la partecipazione di oltre 1.000 frequentatori dell’Area della Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito (guidata dal Generale di Corpo d’Armata Salvatore Camporeale) provenienti dalla Scuola Sottufficiali di Viterbo, dall’Accademia Militare di Modena (al comando del Generale di Brigata Rodolfo Sganga) e dal Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino (guidato dal Generale di Divisione Salvatore Cuoci).
A Monte Romano, in particolare, si sono addestrati gli Allievi Marescialli della Scuola Sottufficiali di Viterbo, gli Allievi Ufficiali dell’Accademia Militare di Modena e gli Ufficiali del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino (nello specifico, si tratta degli Ufficiali di Fanteria, Artiglieria Terrestre e Artiglieria Contraerei del 198° corso “Saldezza” e di quelli di Genio, Artiglieria Terrestre, Arma Trasporti e Materiali, Trasmissioni e Corpo di Commissariato del 199° corso “Osare”).

Allievi Ufficiali dell’Accademia Militare di Modena durante una fase del corso di pattugliatore scelto
Anche lo spiegamento di mezzi e attrezzature è stato piuttosto consistente.
Erano, infatti, presenti diversi obici trainati FH 70 (a disposizione dei reparti di Artiglieria) e numerosi veicoli, tra cui un VTMM “Orso” in versione EOD/IEDD posto a supporto dei reparti di guastatori.
Ottimizzato per resistere all’esplosione di diversi tipi di mine e ordigni improvvisati, questo mezzo è in grado, anche grazie all’ausilio del sistema VOSS (un sensore ottico ad altissima definizione capace di operare in modalità diurna, notturna e infrarossa) di fornire un grande supporto agli operatori impiegati nelle attività di sminamento.

Veicolo Tattico Medio Multiruolo “ORSO”
Dal canto loro, gli operatori dell’Arma Trasporti e Materiali erano presenti con una struttura aeroportuale mobile di tipo speditivo (APOD).
Tali strutture, denominate Airport o Seaport of Debarkation a seconda di dove sono schierate, sono deputate non solo a tracciare e seguire il materiale imbarcato o sbarcato dai vettori della Difesa, ma anche ad effettuare controlli doganali, controlli di polizia militare, l’eventuale ricondizionamento dei carichi, la gestione dei flussi di personale, mezzi e sistemi d’arma, eventuali sgomberi sanitari e il monitoraggio dei voli.
Il Corpo di Commissariato ha invece schierato un complesso di mezzi mobili campali inclusivo di cucine, panificio, celle frigo e servizi igienici.
Uno dei compiti del Corpo di Commissariato è, infatti, quello di predisporre il supporto logistico necessario allo svolgimento di attività addestrative ed operazioni militari reali, portando sul campo buona parte dei comfort presenti nelle caserme.
Fondamentale il tempo di dispiegamento delle loro attrezzature, che, con una buona pianificazione, può variare da poche ore a non più di qualche giorno (a seconda che si riesca ad individuare reti idriche e fognarie adatte a facilitare le loro attività).
Presente anche un Centro C4 in dotazione all’Arma Trasmissioni; anch’esso trasportabile ed in grado di rischierarsi nel giro di pochi giorni, svolge un ruolo fondamentale nel garantire alle truppe impegnate nelle operazioni l’accesso ad un costante flusso di informazioni utili alla gestione delle loro attività e al mantenimento di un collegamento con i loro comandi.
All’interno del Poligono sono stati anche esposti alcuni prototipi delle dotazioni del sistema “Soldato Sicuro”, volte a conferire ai Fanti una maggiore mobilità (sia diurna che notturna), nonché migliori e più sicure capacità di comunicazione e coordinamento.
Tra queste, i sistemi di mobilità notturna NIMOS, in grado, tra l’altro, di fornire dati in tempo reale, il computer portatile C2, particolarmente utile alla condivisione delle informazioni e al conseguimento di un elevato livello di consapevolezza della situazione tattica sul terreno, il sistema NOX, in grado di acquisire immagini dell’area d’interesse e di trasmetterle agli altri operatori (che, tramite i C2 sono poi in grado di condividerle con i comandi) e i fucili d’assalto Beretta ARX-160, che hanno un tiro utile di 300/500 metri e sono dotati di un lanciagranate da 40 mm, di un puntatore laser e di una termocamera.
Al suo arrivo, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito è stato ricevuto dal Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito.
Egli ha quindi avuto modo di assistere ad alcune attività addestrative (svolte, ovviamente, nel pieno rispetto delle disposizioni emanate al fine di contenere la diffusione del Covid-19) e di verificare il livello di capacità conseguito dai frequentatori dei corsi.
In particolare, sono state simulate azioni di attacco da parte di plotoni e squadre di fanteria, bonifiche di aree contaminate da mine, situazioni di combattimento nei centri abitati, attività di rifornimento di una task force in fase di manovra, l’erogazione di servizi C4 in favore del posto di comando schierato e situazioni di impiego intensivo dei mezzi mobili campali.
Rivolgendosi al personale esercitato e agli istruttori, il Capo di SME ha espresso parole di apprezzamento per l’impegno profuso e il livello di preparazione raggiunto, sottolineando come la motivazione, l’addestramento e l’esempio dovranno essere riferimenti principali cui dovrà informarsi tutta la loro vita militare, nella consapevolezza di essere protagonisti del continuo cambiamento che viene chiesto all’Esercito per soddisfare le esigenze del Paese.
“Siate umili! Comandare significa innanzitutto servire, ha continuato il Generale Farina evidenziando in particolare quanto sarà importante l’incarico che essi andranno a ricoprire.
Le Scuole Ufficiali e Sottufficiali preparano, infatti, i futuri comandanti della Forza Armata e viene da sé quanto delicato e gravoso possa risultare tale compito, specie in un contesto come quello attuale, caratterizzato non solo da profondi mutamenti tecnologici e dottrinali (cosa che, a dire il vero, risulta comune a molte epoche) ma anche dalla presenza di diversi tipi di minacce (da quelle di tipo asimmetrico a quelle derivanti dalla competizione tra potenze).
Al fine di prepararsi per far fronte ai possibili scenari tattici e operativi derivanti da tale contesto strategico, gli Allievi affrontano un lungo e complesso percorso formativo, che li porta, in un primo momento, ad affinare la propria capacità di agire sul campo di battaglia, e poi ad apprendere l’arte del Comando, le competenze tecnico-tattiche richieste dalla specialità di appartenenza e le modalità attraverso cui avviene la cooperazione tra le diverse Armi (cosa ritenuta fondamentale nell’ambito dei moderni contesti operativi).

Ufficiali di Artiglieria della Scuola di Applicazione dell’Esercito di torino in azione con FH 70
L’esercitazione UNA ACIES (che in latino significa, appunto, “unica schiera”) si tiene con cadenza annuale ed ha come obiettivo proprio quello di consentire una maggiore collaborazione tra le diverse specialità.
Tutti gli Allievi, i Comandanti e gli Istruttori con cui si è avuto modo di parlare (in una serie di interviste tenutesi il giorno precedente alla visita del Capo di SME) concordano nel ritenere tale evento uno dei più utili in tal senso.
Il Generale di Divisione Salvatore Cuoci, in particolare, ha sottolineato come tale attività sia una delle maggiori occasioni di riunione delle varie Scuole e Istituti di formazione dell’Esercito, con l’opportunità di mettere in atto azioni dimostrative e la possibilità di far conoscere agli addestrati le modalità di funzionamento di ognuna delle specialità presenti.
Il Generale Cuoci ha, inoltre, spiegato come le minacce alla nostra sicurezza siano sempre in evoluzione e come, pertanto, anche le dottrine tattiche e operative della Forza Armata debbano continuamente adattarsi a nuovi scenari.
Al fine di facilitare e velocizzare i necessari processi di apprendimento risulta essenziale poter disporre di Comandanti che, pur senza aver avuto modo di partecipare ad operazioni reali, siano altamente qualificati e aggiornati riguardo alle ultime “lessons learned” (elemento, tra l’altro, indispensabile anche per poter interagire efficacemente e proficuamente con personale già impiegato in operazioni militari all’estero).
A tale scopo, giocano un ruolo cruciale proprio le Scuole e gli Istituti della Forza Armata, che sono in grado di fornire ai propri Allievi una formazione tale da conferire loro un elevato grado di capacità nel valutare correttamente le varie situazioni in cui potrebbero venire a trovarsi (cosa particolarmente utile durante le operazioni di Peace-Keeping, dove è fondamentale, saper “riconoscere le varie sfumature di grigio” e ragionare sul contesto locale con una certa elasticità).

Ufficiali di cavalleria della Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino in addestramento a Torre Veneri (Lecce)
Oltre che a livello didattico e formativo, questi Istituti si presentano come delle vere e proprie eccellenze anche sul piano organizzativo.
L’ultimo loro successo in questo senso è dato dal modo in cui essi hanno gestito l’emergenza Covid, nell’ambito della quale sono riusciti, facendo largo uso di strumenti come l’e-learning, a non interrompere, almeno per ciò che concerne la parte teorica, la preparazione degli Allievi.
Tale modus operandi ha poi fatto da traino per altre Università ed Istituti di Formazione, mostrando ancora una volta come lo strumento militare sia una preziosa risorsa, utile al funzionamento dell’intero Paese.
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