Guardia di Finanza: A Perugia le Fiamme Gialle “raggirano” i trafficanti di droga. Intercettano spedizioni via Web e sequestrano 150 chili di marijuana. In manette un cittadino cinese

Di Fabio Mattei

Perugia. Che i trafficanti di droga siano notoriamente molto abili nell’organizzare e camuffare i loro traffici è cosa nota, ma anche i Finanzieri del Comando provinciale di Perugia – Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, dimostrano di essere all’altezza della situazione andando letteralmente a “raggirare” i componenti di un sodalizio criminale (tutti di nazionalità cinese) dedito all’importazione di marijuana, intercettandone diversi carichi ed arrestandone infine il capo.

Operazione della GdF di Perugia contro il traffico

È questo il riassunto dell’operazione “China Express” nella quale le Fiamme Gialle perugine, oltre ad avvalersi dei classici sistemi d’indagine come le intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese con microcamere, hanno stavolta impiegato un “captatore informatico” (meglio conosciuto come trojan), messo a punto con i colleghi del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche (NSTPFT) di Roma.

Tale “captatore”, infatti, se ben realizzato è in grado di andarsi a insinuare nei dispositivi telematici degli indagati senza essere notato; ed era proprio questo l’intento degli investigatori della GDF: spiare le varie transazioni effettuate dall’organizzazione di trafficanti andandole addirittura a scovare nel cosiddetto “deep web”, ovvero nella parte più recondita della rete laddove molte forme di criminalità trovano terreno fertile per le loro più nefande attività.

Scoperto che le transazioni monetarie intercorrenti tra i trafficanti ed i loro fornitori avvenivano in criptovaluta, i finanzieri sono così passati all’intercettazione sistematica delle loro partite di marijuana (alla fine saranno più di 20 i pacchi intercettati dai militari) le quali, dopo essere transitate in Umbria, dovevano poi giungere nel Regno Unito avvalendosi di diverse attività commerciali intestate a semplici “prestanome” come nel caso di una ditta di trasporti perugina con sede nel centro storico cittadino.

Sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, le spedizioni in questione venivano quindi bloccate ed il loro contenuto sostituito da innocua erba, simulando poi comuni “problemi tecnici” per i conseguenti ritardi nella spedizione.

Gli esami eseguiti sulle spedizioni di marijuana sequestrata ne hanno peraltro evidenziato un alto contenuto di principio attivo; il che – tradotto in termini economici – ne alza la qualità e dunque il prezzo.

Sulla vicenda è il caso di evidenziare come la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), a fronte di un numero di interventi sostanzialmente invariato, registri sul territorio umbro un quantitativo di sequestri di stupefacenti più che raddoppiato rispetto all’anno precedente e dove -proprio la marijuana – fa la classica parte del leone con in incremento di circa il 750%.

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