Di Luca Tatarelli
Caserta. La costituzione dei Drive Through Difesa, nell’ambito dell’Operazione “Igea”, è stata un’iniziativa del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e si inquadra in un vasto programma di supporto alla sanità nazionale.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini entra al Policlinico Militare Celio accompagnato dal capo di SMD, Generale Vecciarelli e dal comandante Logistico dell’Esercito, Generale Figluolo
L’organizzazione, gestita dallo Stato Maggiore della Difesa, vede il coinvolgimento di tutte le Forze Armate, il cui ruolo guida è devoluto al Comando Operativo di vertice Interforze (COI) nella fase di pianificazione e di condotta dell’Operazione “Igea”, in coordinamento con le istituzioni, le autorità sanitarie locali e la Protezione Civile.
In particolare, le attività al Drive Through a Caserta, operative dal 29 ottobre scorso, si svolgono, ogni giorno, con grande tranquillità.

Una fase del prelievo con il tampone al Drive Through di Caserta
Infatti, il personale dipendente dalla Brigata Bersaglieri Garibaldi gestisce, a supporto dell’ASL l’operazione di screening medico sul COVID-19, effettuato mediante tamponi naso-faringei ai cittadini.
Personale medico e infermieristico militare, in concorso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) contribuisce all’effettuazione dei tamponi.
Oltre a questo, i militari dell’Esercito continuano a supportare le Prefetture con oltre 7 mila unità impiegate nell’Operazione “Strade Sicure” su tutto il territorio nazionale.
Non solo. Oltre all’aspetto della sicurezza nazionale, va notato che grazie al contributo degli uomini e delle donne con i camici bianchi e con le stellette sono stati attivati vari posti letto per la degenza ordinaria e per quella sub-intensiva/intensiva presso i Centri ospedalieri e le strutture sanitarie campali.
Sono stati poi messi in campo mezzi terrestri per il trasporto di materiale sanitario e di dispositivi per la protezione individuale (DPI), velivoli per il trasporto in biocontenimento, con specifiche barelle, alcune delle quali dotate di ventilazione assistita.
Ed ancora: un supporto nei lavori di predisposizione e di allestimento delle aree sanitarie, attraverso presidi assistenziali d’ausilio per le attività sanitarie regionali e per il dispiegamento del laboratorio tecnico campale, e con l’aumento del numero di ambulanze rese operative per aiutare i cittadini malati.
In termini numerici, le Forze Armate hanno finora impiegato oltre 21 mila uomini e donne e circa 1.600 mezzi dal 23 ottobre, gestiti e coordinati dal COI, attraverso la Sala Monitoraggio Emergenza COVID.
Solo nell’Operazione “Igea” sono impiegati, allo stato attuale 139 medici e 274 membri team di sanitari interforze, distribuiti su tutto il territorio nazionale in vari Drive Through Difesa.

Una Task Force sanitaria al lavoro
La Sanità Militare fornisce supporto all’emergenza anche con assetti campali impiegando medici e infermieri e strutture sanitarie militari.
Il personale potrà essere utilizzato, sempre in base alle esigenze, anche in altre attività emergenziali in stretta collaborazione con il Ministero della Salute.
LE STRUTTURE DELLA DIFESA
La Difesa ha reso disponibile strutture sanitarie quali il Policlinico Militare Celio (circa 150 posti) di Roma e i Centri Ospedalieri Militari di Milano (circa 50 posti) e Taranto (circa 30 posti).

Una delle corsie del Policlinico militare del Celio
Tutte le strutture sono dotate di stanze disponibili per ospitare personale civile in quarantena/isolamento.
Insomma, il sistema della Difesa italiano, in occasione di questa pandemia, ha dimostrato il ruolo strategico delle Forze Armate come strumento al servizio della comunità.
Quanto avvenuto in questi mesi possiamo definirlo come la più grave crisi nazionale dal secondo dopoguerra.
Il Comando Operativo di vertice Interforze (COI), ovvero lo strumento con il quale il capo di Stato Maggiore della Difesa è in grado di esercitare la sua determinante funzione di Comandante Operativo delle Forze Armate ha implementato una Sala Operativa per tutto l’arco della giornata, 7 giorni su 7.
La Sala è tutta dedicata all’emergenza e per gestire e condividere le informazioni di interesse, con gli altri Dicasteri impegnati a fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Inoltre, monitorizza la situazione dei militari italiani in tutte le missioni e le operazioni nazionali.
Insomma, la professionalità, lo spirito di sacrificio e l’impegno delle nostre Forze Armate si è dimostrato, ancora una volta, uno strumento fondamentale per il “Sistema Paese”.
IL DRIVE THROUGH DI CASERTA
Il Drive Through di Caserta ha realizzato, finora, oltre 18 mila tamponi.

Si esegue il tampone naso-faringeo
Attivato il 29 ottobre, grazie alla logistica operata dai Bersaglieri dell’8° Reggimento e dai Cavalleggeri Guide (19) di Persano (Salerno) sono state installate tende e infrastrutture varie.
I sanitari militari fanno parte della Brigata Bersaglieri Garibaldi (8 medici ed altrettanti infermieri, oltre ad altri che provengono da vari Enti di Forza Armata presenti in Campania) che collaborano con quelli civili dipendenti dall’ASL.
Personale del 7° Reggimento NBC “Cremona” di Civitavecchia (Roma) ha fornito anch’esso del suo personale per le analisi dei tamponi.
La richiesta dei cittadini di sottoporsi al tampone viene processata dall’ASL che, ogni giorno, comunica alla Brigata Garibaldi il numero degli interessati e gli orari di arrivo.
Alla porta di Campo El Alamein, attiguo alla Caserma “Ferrari Orsi”, sede della Brigata, i militari controllano e gestiscono l’accesso, rigorosamente con i finestrini delle auto abbassati (saranno rialzati solo quando le persone dovranno sottoporsi all’esame medico).
Si controllano i documenti e i numeri di targa.
Tutti i dati vengono comunicati in “maglia radio” al personale militare presente nel campo.
Una quindicina di militari garantisce il servizio di movimento mezzi e di sicurezza dalle 9 alle 16, senza interruzioni (sono anche gli orari di apertura del DT).
Ricordiamo che oltre a questo impegno, medici ed infermieri continuano ad assicurare le cure sanitarie nelle caserme, nelle attività addestrative e nei Teatri Operativi.
Si tratta di un grande sforzo operativo per tutta la Sanità Militare.
Uno sforzo che sarà garantito anche a Cosenza, dove però ad operare sarà il locale Comando Militare dell’Esercito.
La Brigata Garibaldi fornirà un supporto infermieristico e, nel caso, un team medico.
Le tende sono state già installate e le analisi sono iniziate il 23 novembre.
COME VENGONO PROCESSATI I TAMPONI MOLECOLARI
Una volta che i medici fanno il tampone molecolare, esso viene processato in un laboratorio campale Modulo Biologico B/LAB situato in uno shelter.

L’esame dei tamponi naso-faringei
Qui i tamponi vengono “manipolati” all’interno di una cappa BL2 per gestire l’esame in piena sicurezza.
Viene presa un’aliquota del tampone e messa in 2 “pozzetti” che poi vengono inseriti in un estrattore che lavora 32 tamponi alla volta (16 per ogni “pozzetto”).
L’operatore prepara i “pozzetti” e poi inserisce un’aliquota di 200 microlitri di tampone in essi.
I 32 tamponi vengono inseriti nella macchina che poi fa l’estrazione. Questo procedimento dura circa un’ora.
Dal “pozzetto” viene estratto l’RNA per poi passare ad una fase di retro trascrizione del virus. L’RNA lo trasforma in DNA che viene poi “amplificato”.
Se viene scoperto il virus esso viene “amplificato” attraverso sequenze specifiche del virus e questa amplificazione viene letta come una curva di fluorescenza che aumenta.
Questo segnale fa sapere agli operatori se siamo, o meno, in presenza del virus.
Nel caso in cui fossero riscontrati degli errori dall’esame del campione, esso viene dato “indeterminato”, ovvero né positivo né negativo.
Quindi, l’analisi viene ripetuta.
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