Geologia: un’analisi sullo stato dei Campi Flegrei, del Vesuvio e della Piana Campana

Di Pierluigi Musto*

NAPOLI (nostro servizio particolare). I Campi Flegrei nell’anno 2024 sono stati protagonisti a causa  del bradisismo che da circa 20 anni è in fase ascendente tanto da consigliare gli organi prepostI all’innalzamento del livello di allerta per fenomeni vulcanici, da “verde”,di quiete, a “giallo”, di attenzione, (a partire dal 2012).

La caldera dei Campi Flegrei

L’area flegrea è costantemente monitorata dall’Osservatorio Vesuviano con una rete di sensori multiparametrici in grado di fornire dettagliate e continue informazioni sullo stato della caldera.

Negli ultimi anni si è avuto un aumento della sismicità con numerosi eventi di Md  (magnitudo durata) >3 culminati col sisma del 20 maggio 2024 di Md= 4.4 +-0.3.

Esso si è sviluppato all’interno di una importante sequenza sismica durata diverse ore ed ha provocato danni  tali da obbligare all’evacuazione di diversi edifici nel Comune di Pozzuoli.

Dall’inizio fino allo scorso 27 dicembre, nella zona del Rione Terra, si è avuto un sollevamento complessivo di 18.5 centimetri circa (dati del sensore RITE).

L’area interessata dagli eventi

 

Dal novembre 2005  il suolo si è sollevato di circa 136.5 cm,  superando di una quarantina di centimetri il livello massimo raggiunto con la crisi precedente dell’1982-1984.

Da agosto scorso si ha una media di 10 mm/mese accompagnato da riduzione della sismicità .

Allontanandosi dal Rione Terra la deformazione è meno accentuata; essa degrada ad andamento radiale, fino ad essere pressochè nulla nelle zone di margine della caldera. A questi dati si aggiunge la geochimica con alcuni parametri che evidenziano uno stato di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale ed un aumento dei fluidi emessi. (Fonte: bollettini periodici dell’Osservatorio Vesuviano).

I bollettini settimanali:

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/boll-sett-flegrei

I bollettini mensili:

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/bollett-mensili-cf

La ricerca è impegnata per comprendere come sia strutturato il sottosuolo flegreo: tutti concordano che a circa 8 Km di profondità staziona una camera magmatica che non può essere responsabile direttamente della  deformazione. Quest’ultima avrebbe origine da una sorgente posta tra i 3 e i 4 chilometri.

Non è chiaro se la spinta avvenga da una piccola sacca magmatica o da gas provenienti dal basso.

Qualcuno ipotizza una recente risalita di porzioni di magma dal basso fino a 4-5 chilometri.

Ci sono varie pubblicazioni scientifiche sulla costituzione del sottosuolo flegreo, a volte anche contrastanti tra loro.  Ciò non deve meravigliare perché ci si basa su diverse metodologie indirette e spesso sperimentali.

In estrema sintesi possiamo dire che negli ultimi mesi il fenomeno  è rallentato ma permane lo stato di “Unrest

E’ ormai noto che non è possibile prevedere i terremoti e non si è in grado di prevedere la futura evoluzione del bradisismo.

Nell’area del Somma-Vesuvio permane una certa sismicità prevalentemente superficiale

L’edificio non evidenzia parametri che indicano la ripresa dell’attività vulcanica  quindi  il livello di allerta resta verde (quiete)

Il suo monitoraggio   è di competenza dell’Osservatorio Vesuviano (sede INGV di Napoli) che emette bollettini mensili anch’essi liberamente consultabili. https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/bollett-mensili-ves

Ultimamente ha avuto una certa eco la notizia di alcuni sismi con epicentro ai piedi del Roccamonfina.

L’evento più energetico ha raggiunto Mw (magnitudo momento) 3.6  avvertito in una vasta area ed anche in area flegrea. L’edificio è un vulcano ormai estinto e non c’è alcuna ripresa di attività vulcanica.

I recenti terremoti sono stati generati in un sistema di faglie tettoniche distensive.

Per approfondimento segnalo,  l’articolo dell’INGV sugli eventi del Roccamonfina:

https://ingvterremoti.com/2024/12/16/eventi-sismici-nellarea-di-roccamonfina-ce-dicembre-2024/?fbclid=IwY2xjawHWIENleHRuA2FlbQIxMQABHRnApZj4YBFtKn8E9tu3EE0xan8QJau0Qm_k7S8k0A2rEQemL2fJDe7Owg_aem_WBg0ar5GWzlD3geNbtBWVg

Si è trattato quindi di terremoti di modesta energia analoghi a quanto  avviene spesso nell’area appenninica e sub appenninica.

Nelle ultime settimane, ad esempio, si sono avuti  terremoti di modesta energia anche nel beneventano e nel salernitano.

La Campania è infatti  area sismica  per eventi tettonici: l’Appennino è in lento movimento verso est e ciò determina una certa sismicità che talvolta propone eventi di magnitudo elevata.

E’  importante ricordare che gli eventi tettonici sono potenzialmente pericolosi in quanto è possibile che avvengano terremoti con magnitudo elevate. Si ricorda che l’energia liberata da un sisma di magnitudo 6 è poco più di trenta volte maggiore di uno di magnitudo 5 e circa 1000 volte superiore ad uno di magnitudo 4. Il calcolo è  su scala logaritmica.

E’ necessario continuare ad investire sulla prevenzione sismica tenendo ben presente che i terremoti non sono prevedibili e che possono verificarsi eventi tettonici anche di energia rilevante.

Si ricordi il terremoto distruttivo dell’Irpinia (23 novembre 1980) fu di magnitudo 6.9 circa.

La Protezione Civile da qualche anno ha avviato  un progetto dal titolo “Io non rischio” presentato anche in diverse scuole dell’area napoletana e  consultabile attraverso il seguente link: https://iononrischio.protezionecivile.it/it/preparati/terremoto/

Si noterà che tale progetto estende la sua attenzione anche ad altri eventi naturali.

La Protezione Civile nell’anno 2024 ha organizzato un’esercitazione in rogetto dal titolo “Io non rischio” simulando l’evacuazione nei Campi Flegrei (12 ottobre).

E’ stata presente accanto alla popolazione puteolana nella crisi sismica del 20-21 maggio e talvolta ha organizzato delle campagne informative nel territorio flegreo.

*Geologo

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