Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate: Grande Guerra, i soldati della Brigata “Sassari” impedirono la caduta dell’Altopiano di Asiago durante la cosiddetta straff expedition

CAGLIARI (nostro servizio particolare).  Il 13 maggio 1915, a bordo del piroscafo “America”, partirono dal porto di Cagliari alla volta di Napoli il 151° Reggimento Fanteria e il primo Battaglione del 152° Reggimento della Brigata “Sassari”.

Fanti della Brigata Sassri in trincea sul Monte Zebio

Era l’inizio di un’avventura che gettò nel dramma della Grande Guerra centinaia di migliaia di uomini.

Stando alle statistiche, in Sardegna a fronte di una popolazione di 870.077 abitanti, i mobilitati del 1915 al 1918, con l’ultima mandata dei Ragazzi del 1899 furono 98142, pari all’11,8%  della popolazione.

Con la guerra, i 100 mila chiamati alle armi, l’isola svuotata di uomini per oltre 4 anni, il sacrificio di 13 mila morti e decine di migliaia di feriti e mutilati, il ritorno dei reduci a casa, le donne rimaste sole a lavorare nei campi e nelle poche fabbriche, la Sardegna svolse un ruolo molto importante.

I sardi, uscendo per la prima volta dai ristretti confini dell’Isola e affacciandosi nel Continente, come chiamavano la Penisola, per la prima volta compresero di far parte di una Nazione, l’Italia, e di essere partecipi di un destino comune.

E per la prima volta, con i bollettini dell’Alto Comando che vantavano il glorioso comportamento della Brigata “Sassari”  ebbero il meritato riconoscimento nazionale.

 

Una cucina improvvisata al fronte

Il valore degli isolani fu riconosciuto con le citazioni nei Bollettini giornalieri dell’Alto Comando e soprattutto con le onorificenze.

Ben 524furono le medaglie al Valor Militare, di cui 10 d’oro, assegnate ai sardi.

Non c’è comune dell’Isola che non abbia partecipato con i suoi cittadini alla guerra, 89 paesi contano almeno un decorato, 4 oltre i dieci.

Siris, Irgoli, Sarule, Siligo e Gavoi sono i centri con la più alta percentuale di decorati rispetto alla popolazione.

Alla vittoria nella Grande Guerra è legato il ricordo di tanti sardi che combatterono nella Brigata “Sassari”, l’unica unità del Regio Esercito costituita su base regionale nel 1915.

Non c’è paese nell’isola che non abbia una strada o una piazza intitolata a un eroico sassarino o alle battaglie che videro protagonisti i “Diavoli Rossi”.

Basta osservare le lapidi negli angoli più vecchi dei cimiteri per scoprire 10i, 20 militari caduti nel ’15-’18.

Le date della morte ricordano le battaglie sul Carso Isontino (1915), sull’Altopiano dei Sette Comuni (1916-17) e della Bainsizza (1917), Caporetto, i Tre Monti (1918) e il fronte del Piave.

Sono giovani per lo più tra i 20 e 28 anni, in gran parte soldati semplici o sottufficiali.

A Senorbì tutto ricorda il Generale Carlo Sanna, il famoso “babbu mannu”, Comandante della 33^ Divisione e quindi della Brigata “Sassari” durante le battaglie dei Tre Monti e di Vittorio Veneto.

I Fanti della Sassari durante un trasporto di rifornimenti Marostica (Vicenza)

Una strada, il museo, le associazioni sono intitolate al celebre isolano nato a Cagliari da una famiglia di Senorbì.

A Quartu una via e una scuola sono dedicate al Capitano Eligio Porcu, Medaglia d’Oro alla memoria. Nel 1917, ferito alle gambe sul Montello, si tolse la vita per non cadere nelle mani dei nemici.

O Emilio Lussu che, allo scoppio della Grande Guerra si schierò con gli interventisti democratici.

Ufficiale di complemento della Brigata “Sassari”, nel 1916 si trovava sulle montagne intorno ad Asiago, dove si creò un fronte per resistere alla discesa degli austriaci.

Fu una lotta sanguinosa, a seguito della quale Lussu scrisse Un anno sull’Altipiano del 1938 (dal quale è tratto il film di Francesco Rosi, Uomini contro del 1970; https://youtu.be/8skkuB7hpVI?si=pQ_-YMyPAe9mpNdE) un prezioso documento sulla vita dei soldati in trincea.

Una lapide ricorda l’eroismo dei soldati della Brigata “Sassari”

I militari isolani partecipano a tutte le operazioni del tempo, e dunque sono presenti in tutti Corpi delle Forze Armate: dalla Brigata “Marina” ai reali Equipaggi, a tutte le unità de Regio Esercito, Reali Carabinieri, Regia Guardia di Finanza, fino alle prime componenti di quella che sarà in seguito la Regia Aeronautica.

Ma date le proporzioni, la storia della partecipazione alla Grande Guerra dell’Isola si identifica con l’unità simbolo della Sardegna, la Brigata “Sassari”. Già dal 23 giugno, il nostro Esercito, e con esso la sua punta di diamante, le Fanterie Sarde, lanciano l’assalto alle posizioni fortificate, attestandosi sul fronte dell’Isonzo.

Questi numeri aridi, che riguardano invece persone, mestieri e professioni, si riflettono su aspetti della vita ordinaria dell’Isola come il calo della produzione agricola e conseguenti aumenti dei prezzi, che riguardano tutta la popolazione.

Un gruppo di Arditi della Sassari

Gli assalti frontali, dove i militari guadagnarono l’appellativo di “Intrepidi Sardi”, urtavano contro le trincee austro-ungariche attestate sull’Altopiano del Carso, che sbarrava la via verso Gorizia e Trieste.

Nel 1916, fu proprio l’eroico sforzo, in particolare della Brigata “Sassari”, a impedire la caduta dell’Altopiano di Asiago durante la cosiddetta straff expedition.

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