PARIGI. Le ultime dichiarazioni del Presidente americano Donald i Trump di non voler escludere il ricorso a misure economiche o militari per prendere il controllo della Groenlandia hanno puntato i riflettori sul Paese, suscitando reazioni tempestive da parte del primo ministro danese, Mette Frederiksen, oltre che dei leader di Europa e NATO

Il primo ministro danese, Mette Frederiksen
Quali potrebbero essere le mire di Trump e perché l’isola è considerata strategica?
Per Ernesto De Martinis, CEO Regione Mediterraneo & Africa delle Assicurazioni Coface: “La Groenlandia è un territorio importante da un punto di vista globale e negli ultimi anni è stata oggetto di interessi crescenti, tra cui l’ipotesi di investimenti cinesi nel settore minerario e nelle infrastrutture, generando insoddisfazione da parte del Governo statunitense. L’isola è particolarmente importante per gli Stati Uniti per tre aspetti principali: difesa, commercio e minerali critici. In sintesi, la Groenlandia rappresenta una combinazione di risorse strategiche, economiche e militari che la rendono un asset importante per chiunque voglia consolidare la propria posizione globale, e Trump ha visto un’opportunità per rafforzare la sua influenza”.
La Groenlandia è una piccola economia con poco meno di soli 60 mila abitanti. È un territorio autonomo del Regno di Danimarca (come la Danimarca e le Isole Faroe).
Ha una “home rule”, ovvero controlla la maggior parte delle questioni interne mentre la Danimarca detiene il controllo sugli Affari esteri, la Difesa, la politica monetaria e la cittadinanza.
Tuti i residenti sono cittadini danesi. L’economia del Paese è basata principalmente sull’industria ittica e sul settore turistico in crescita, oltre che ad alcune attività minerarie (attualmente ha due miniere attive).
Il settore pubblico conta per quasi la metà dell’occupazione domestica.
Il Paese è fortemente dipendente dal supporto del Governo di Copenaghen sotto forma del “bloktilskud”, un finanziamento a fondo perduto, che conta per la metà delle entrate pubbliche.
Il 50% delle esportazioni è verso la Danimarca e il 60% delle importazioni proviene da quest’ultima.
Elezioni in Aprile 2025: l’indipendenza al centro del dibattito
Nel prossimo mese di aprile si terranno le elezioni in Groenlandia e con ogni probabilità, aggiunge ancora De Martini, esse si focalizzeranno sul futuro del Paese e sulla eventuale indipendenza.
“Lo ha dichiarato anche l’attuale primo ministro, Múte B. Egede, del Partito Inuit Ataqatigiit (Partito socialista che punta all’indipendenza del Paese) – aggiunge il CEO Regione Mediterraneo & Africa delle Assicurazioni Coface -. Nel suo discorso di fine anno, ha dichiarato che nel prossimo mandato potrebbe istituire una Commissione per definire ciò che identifica un referendum legittimo, quale domanda deve essere presentata e la durata della campagna. Ciò fa eco a un’altra Commissione per la Costituzione del Paese, presentata ad aprile 2023 al Parlamento regionale che sarà promulgata una volta raggiunta l’indipendenza. In pratica, una volta che la commissione referendaria ha stabilito le modalità di svolgimento del referendum, quest’ultimo può essere dichiarato. Se il risultato fosse favorevole all’indipendenza, il Parlamento danese dovrà dare il proprio consenso, cosa che secondo le aspettative verrà rispettata dal momento che solo due Partiti di minoranza hanno dichiarato l’intenzione di volersi opporre”.

Il primo ministro della Groenlandia Múte B. Egede
Il concetto di indipendenza è popolare in Groenlandia
Nel 2016[1], il 64% dei residenti lo considerava “abbastanza importante”, ma in termini di tempistica la questione è più complicata.
In 2017[2], quasi l’80% dei cittadini e dei politici hanno dichiarato contrarietà all’indipendenza se avesse comportato un peggioramento della qualità di vita, cosa che potrebbe accadere se essa significasse la fine del finanziamento a fondo perduto della Danimarca.
Inoltre, restano altre questioni irrisolte, come i problemi relativi alla politica monetaria e altre considerazioni pratiche (manodopera, maggiori strutture per l’istruzione ecc..).
Con la Commissione che necessita di concludere il proprio lavoro, è improbabile un referendum nel breve periodo (nei prossimi due anni) e anche successivamente permangono disaccordi su quando sarà condotto.
Anche per quest’anno, la maggior parte dei Partiti non ha intenzione di fissare una data per il referendum, incluso quello più favorevole all’indipendenza, il Naleraq.
Quali sono gli interessi di Trump?
“La Groenlandia è particolarmente importante per gli Stati Uniti per tre aspetti principali: Difesa, commercio e minerali critici” commenta Jonathan Steenberg, economista di Coface per il Nord Europa
Per la Difesa, la Groenlandia è geograficamente parte del Continente nord americano e dista soli 2.000 chilometri dal Maine settentrionale e la stessa distanza dalla Russia continentale.
Gli Stati Uniti dispongono già di una presenza militare nel Paese, la base spaziale Pituffik (attualmente utilizzata per allerta e sorveglianza), attiva dal 1940.
Per quanto riguarda il commercio, con le temperature in rapido aumento al Polo Nord, si prevede la nascita di nuove rotte commerciali che ridurrebbero di un terzo la durata del viaggio tra l’Est asiatico e l’Europa.
L’importanza geopolitica della Groenlandia è in aumento in quanto avrebbe voce in capitolo sull’utilizzo delle sue acque e quindi sul commercio globale.
C’è poi la questione dei minerali rari e delle risorse naturali.
Al momento, la Groenlandia ha un’attività mineraria limitata – due sole miniere incentrate su terre rare e oro – ma si evidenzia molta attività di esplorazione e rilascio di licenze in virtù del notevole potenziale in termini di risorse naturali, inclusi molti metalli e minerali rari.
Detiene 25 dei 34 minerali critici indicati dalla Commissione Europea.
Tuttavia, considerato il clima sfavorevole e le temperature rigide molte ricerche hanno rilevato che sarebbe troppo oneroso estrarre la maggior parte delle risorse potenziali.
Con la crescente capacità di adattamento e per evitare un’eccessiva dipendenza da alcuni Paesi, in aggiunta all’aumento delle temperature, la prospettiva dell’estrazione mineraria in Groenlandia appare più favorevole.
Tuttavia, queste prospettive sono limitate dalla politica interna, dopo l’introduzione nel 2021 da parte del Governo di una legislazione che prevede la fine del rilascio di nuove licenze per l’esplorazione di petrolio e gas, nonché una legislazione che vieta l’esplorazione e l’estrazione di uranio.
Un eventuale voto per l’indipendenza nel prossimo decennio solleva una questione fondamentale sul futuro della Groenlandia.
Considerato il numero contenuto della popolazione, probabilmente dovrà dipendere da un Paese più grande, sia che sia attraverso un accordo di libera associazione con la Danimarca, oppure con altri Paesi, come Stati Uniti o Cina.
“Le elezioni che si terranno ad aprile potrebbero avere un forte impatto a livello geopolitico. Per questo, come Coface, continueremo a monitorare attentamente l’evolversi dello scenario e a raccogliere informazioni e dati per supportare i nostri clienti che hanno interessi in determinati settori o aree geografiche, con l’obiettivo di proteggerli dai rischi o più in generale aiutarli nello sviluppo dell’attività”, conclude Pietro Vargiu, Country Manager Coface Italia.
NOTE
1) Massivt flertal for selvstændighed
2) Redaktør: Grønlændere vil ikke ofre levestandard for selvstændighed | Indland | DR
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