Guardia di Finanza: a Firenze tentano una truffa da 230 mila euro durante l’acquisto di alcuni orologi di lusso, ma i militari notano la trattativa e li arrestano

Di Alessandro Margottini               

FIRENZE. Stava quasi per riuscire la truffa da 230 mila euro che due sinti avevano organizzato ai danni di un cittadino dal quale stavano acquistando alcuni orologi di lusso, ma ai Finanzieri del Comando provinciale di Firenze – che senza farsi notare hanno osservato la trattativa di vendita – non sono sfuggite le mosse dei due soggetti che sono così finiti agli arresti.

Il denaro sequestrato durante l’attività anti-truffa della GDF di Firenze

L’azione truffaldina è venuta alla luce durante una normale attività di controllo economico del territorio, che i militari stavano svolgendo all’interno del Quartiere fiorentino di Rifredi.

Proprio durante il citato servizio i militari, poco prima acceduti in un bar per un controllo parametrico, si sono accorti della presenza dei due giovani soggetti di etnia sinti i quali, arrivati dal Piemonte e seduti su un tavolino dello stesso esercizio commerciale, erano intenti a trattare l’acquisto di alcuni orologi d’un notissimo marchio internazionale, alla vista dei quali hanno mostrato all’ignaro venditore il loro zaino pieno di banconote.

Intuendo che la circostanza richiedesse subito un opportuno approfondimento, i Finanzieri sono intervenuti procedendo all’identificazione dei tre oltre che all’ispezione dello zaino, nel quale sono state rinvenute 23 mazzette di denaro contante in banconote da 100 euro, per un ammontare nominale complessivo pari a 230.500 euro.

Dall’esame del denaro rinvenuto è così emerso come due giovani, con l’evidente fine d’ingannare il malcapitato venditore, avevano posizionato all’inizio e alla fine d’ogni mazzetta delle banconote autentiche (per un importo di 10.300 euro), mentre tutte le altre che componevano le citate mazzette erano palesemente false.

All’interno di un trolley che gli stessi “acquirenti” avevano al seguito, i Finanzieri hanno inoltre trovato una macchinetta conta-soldi con la quale avrebbero completato l’acquisto, dandogli un aspetto di trasparenza e regolarità rispetto al prezzo pattuito.

I due, colti in piena flagranza del reato (e risultati già gravati da precedenti specifici), sono stati dunque arrestati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre tutto il denaro falso ed autentico rinvenuto è stato sottoposto a sequestro, insieme a due telefoni cellulari che avevano indosso e alla suddetta macchinetta conta-soldi.

Il procedimento giudiziario che li riguarda si trova ora nella sua fase preliminare, per tale motivo la loro responsabilità per il reato contestatogli potrà essere dichiarata solo in presenza di condanna definitiva, sussistendo fino a quel momento la presunzione d’innocenza.

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