Guardia di Finanza: a Reggio Calabria confiscato un patrimonio da 26 milioni di euro. Apparteneva ad un imprenditore in affari con le ‘ndrine

Di Antonio Leone

Reggio Calabria. Oltre 26 milioni di euro è il valore del patrimonio confiscato – in via definitiva – nei confronti di un imprenditore reggino, da tempo affermatosi nel settore della grande distribuzione alimentare grazie ai suoi stretti rapporti d’affari con le cosche di ‘ndrangheta dei “Tegano” e dei “Condello”, egemoni sul mandamento di Reggio Calabria città.

Operazione della Guardia di Finanza reggina

Il provvedimento di confisca, disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino, trae origine da un precedente maxi-sequestro patrimoniale disposto sul patrimonio dello stesso imprenditore, che nel maggio 2016 finì al centro dell’operazione “Fata Morgana” a seguito della quale vennero svelati i fitti collegamenti esistenti tra la criminalità organizzata ed una strutturata rete di professionisti in grado di influenzare molti settori dell’economia cittadina.

In quell’occasione vennero disposte 30 perquisizioni con l’esecuzione di 7 fermi di indiziato di delitto, nonché sequestrate 12 società e beni per un valore complessivo di 34 milioni di euro.

Proprio dagli sviluppi di quell’importante operazione, è emerso come l’imprenditore abbia nel tempo beneficiato del costante appoggio fornitogli dalle potenti cosche del quartiere reggino di “Gallico”, circostanza questa che gli ha consentito di realizzare una lunga serie di condotte delittuose per effetto delle quali imponeva illecitamente le proprie attività commerciali sbaragliando quelle della concorrenza.

Sulla scorta del pesante quadro probatorio venuto alla luce, i Finanzieri del GICO (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) di Reggio Calabria erano stati incaricati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia di eseguire indagini patrimoniali volte ad individuare i beni mobili e immobili nelle disponibilità dell’imprenditore in odore di ‘ndrangheta, nonché del suo intero nucleo familiare.

Proprio da quell’attività d’indagine, è così emersa la macroscopica sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale dell’indagato nonché dei suoi congiunti, fattore questo che ha così indotto gli inquirenti a ritenere come gli ingenti beni detenuti altro non fossero che il frutto delle sue attività illecite, portate avanti senza incontrare ostacoli e sotto la rassicurante copertura garantitagli dalle famiglie ‘ndranghetiste con cui era evidentemente in affari.

L’odierno provvedimento di confisca, più nel dettaglio, ha interessato 17 rapporti finanziari societari incluso l’intero pacchetto delle partecipazioni sociali e la totalità del complesso aziendale di quest’ultima che comprende 28 immobili tra terreni e fabbricati, 2 veicoli e 5 rapporti finanziari per un valore complessivo che, come riportato sopra, supera i 26 milioni di euro.

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