Guardia di Finanza: a Torino cittadino peruviano arrestato all’aeroporto “Sandro Pertini”. Trasportava 8,6 chili di cocaina occultata tra le fodere dei bagagli

Di Pierluca Cassano    Torino. Aveva le fodere ed i fondi delle proprie valigie letteralmente imbottite di cocaina il cittadino peruviano arrestato all’aeroporto “Sandro Pertini” di Torino dai finanzieri del locale Comando provinciale, in stretta collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) in servizio all’interno dello stesso scalo aereo.

Personale della GDF e dell’ADM impegnato in un’ispezione bagagli

Il “corriere” della droga, uno dei tanti che ogni anno finiscono nella rete dei controlli doganali incessantemente operati da GDF e ADM, era appena giunto nel capoluogo piemontese con volo proveniente da Lima dopo aver fatto scalo a Parigi.

A fermarlo per i controlli di rito sono stati i finanzieri in forza alla Compagnia di Caselle Torinese, nell’ambito di un dispositivo adottato proprio per il contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, i quali – operando in sinergia con i doganieri – hanno iniziato a formulare al passeggero alcune domande di rito sui motivi del suo arrivo in Italia.

L’uomo, nonostante una sua relativa tranquillità nell’atteggiamento, ha però fornito risposte evasive e contraddittorie, con una rappresentazione del viaggio e delle sue mete di soggiorno in Italia che hanno destato più d’un sospetto negli operatori.

La circostanza non poteva dunque che sfociare in un’accurata ispezione dei bagagli da stiva al seguito del viaggiatore, dalla quale saltavano fuori 8 kili e 600 grammi di cocaina occultati con non poca maestria nel doppiofondo d’una valigia, oltre che nelle federe e nelle imbottiture dello zaino, dei borselli e finanche nel gilet del passeggero.

La “neve” scovata al controllo è stata dunque sottoposta a sequestro, mentre il corriere in questione è stato immediatamente tratto in arresto con l’accusa di traffico internazionale e detenzione illecita di sostanze stupefacenti; reato per il quale è prevista la reclusione da 6 a 20 anni e la multa da 26.000 a 260.000 mila euro.

Da notare come la susseguente immissione sul mercato clandestino della citata partita di coca, avrebbe fruttato ai trafficanti una cifra stimata in oltre un milione di euro.

Guadagno che però si è trasformato in danno per le organizzazioni criminali del settore, ciò grazie alle analisi di rischio che i militari delle Fiamme Gialle e i doganieri elaborano ed aggiornano sui traffici di merci e passeggeri in transito nelle zone e negli spazi affidati alla loro vigilanza oltre che sul c.d. “fattore umano”, vale a dire sul continuo incremento delle competenze professionali individuali oltre che sull’affinamento delle procedure operative adottate per il contrasto di questi traffici illeciti.

Per quanto invece riguarda il cittadino peruviano finito agli arresti, va precisato come il procedimento penale avviato nei suoi confronti si trovi nella fase delle indagini preliminari e che, indipendentemente dagli elementi indiziari sin qui raccolti, lo stesso non può essere considerato colpevole fino ad eventuale pronunciamento d’una sentenza definitiva di condanna.

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