Guardia di Finanza: a Treviso scoperta una nuova evasione erariale nel settore degli aerotaxi. Coinvolte numerose società

Di Antonella Casazza

TREVISO.  Ancora un’evasione erariale ed ancora vettori aerei coinvolti in un’indagine della Guardia di Finanza, stavolta quella di Treviso che, presso il locale scalo aeroportuale, ha individuato 90 società di aerotaxi responsabili di aver omesso – nel corso del 2022 – il versamento della dovuta imposta erariale per circa 134 mila euro.

Le indagini della Guardia di Finanza di Treviso

Come preannunciato, l’oggetto delle attenzioni investigative delle Fiamme Gialle trevigiane è stato un ben distinto segmento del trasporto aereo, ovvero quei dei voli non di linea effettuati con velivoli riconducibili a società di noleggio, le quali offrono tale servizio per una clientela che ha necessità di viaggiare con il massimo comfort e con massimo risparmio di tempo.

Per gli investigatori economico-finanziari della GDF sono stati 1.202 i passeggeri transitati per l’aeroporto “Antonio Canova” di Treviso distribuiti su 340 voli aerotaxi, a fronte dei quali non è stata in alcun modo versata la relativa imposta.

Si tratta di un tributo che è pari a 100 euro per le tratte inferiori a 1.500 chilometri che sale fino a 200 euro in caso di tragitti a chilometraggio superiore.

Tributo che dev’essere obbligatoriamente corrisposto per ogni tratta con partenza e/o arrivo sul territorio nazionale; soldi che ogni singolo passeggero corrisponde direttamente al vettore e che – a sua volta – è obbligato a versare senza ritardi allo Stato.

Nel caso qui accertato si tratta di operatori stranieri aventi sede in 26 Paesi europei e negli USA, mentre l’individuazione dei suddetti passeggeri-fantasma è avvenuta a seguito dell’analisi della documentazione che i militari hanno rintracciato presso le società di handling attive a quella sede, nonché dopo aver acquisito le dichiarazioni depositate dai vettori utilizzati per i voli aerotaxi. Tutto materiale che gli ha così permesso di incrociare i dati con i versamenti effettuati presso la Ragioneria dello Stato.

Per i finanzieri è stato dunque abbastanza semplice scoprire come le compagnie aeree oggetto dei riscontri in questione avessero omesso di versare l’imposta erariale con il fine di offrire prezzi più competitivi a imprenditori e turisti che si sono avvalsi dei loro servizi.

Ora però, all’esito della descritta attività, le stesse compagnie – oltre all’imposta in questione – si vedranno altresì applicare sanzioni per circa 40 mila euro (pari al 30% delle somme evase) come previsto dalla vigente normativa.

Già nel dicembre dello scorso anno i finanzieri in servizio presso lo scalo trevigiano avevano individuato altri 72 vettori aerei che – tra il 2017 ed il 2022 – avevano causato un ammanco alle casse dello Stato da 133.500 euro, a riprova che il settore vada costantemente vigilato per evitare il ripetersi di situazioni che, oltre a ledere gli interessi dello Stato, alterano il regime concorrenza e di mercato tra le imprese che operano nel trasporto aereo.

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