Di Alessandro Margottini
LECCE. Un milione e mezzo di euro circa in contanti, questa è la somma nelle disponibilità di un avvocato che i finanzieri del Comando Provinciale di Lecce – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), hanno rinvenuto e sequestrato nell’ambito delle loro attività di contrasto all’evasione fiscale.
Il sequestro in parola è avvenuto a seguito di un’attenta analisi di rischio che gli specialisti del citato Nucleo PEF hanno elaborato sino a individuare la posizione sospetta del professionista, con proprio studio in un comune della provincia salentina, il quale risultava aver dichiarato soltanto una parte dei compensi ottenuti (peraltro di importi tutt’altro che trascurabili) direttamente incassati dai propri clienti ma senza che fossero stati dichiarati al Fisco.
I primi elementi emersi nel corso della suddetta analisi hanno dunque indotto gli investigatori ad effettuare gli opportuni riscontri di natura contabile e fiscale con l’esecuzione di paralleli controlli incrociati, scoprendo il tal modo come professionista verificato – nel periodo d’imposta ricompreso tra gli anni 2018 e 2023 – si fosse indebitamente avvalso del regime forfetario destinato invece ai contribuenti minori.
Attraverso tale artifizio lo stesso avvocato aveva così omesso gli adempimenti IVA previsti invece dal “regime ordinario” a cui invece doveva sottostare, andando a indicare (nelle dichiarazioni obbligatorie da presentare ai fini delle imposte dirette) compensi nettamente inferiori rispetto a quelli effettivamente incassati.
La conseguente attività ispettiva ha poi confermato quanto già emerso in sede di verifica, ovvero la presenza di redditi mai dichiarati sostanziatisi nel rinvenimento della sopracitata somma in contanti; soldi che per l’Autorità Giudiziaria inquirente rappresentano il provento dell’evasione messa a segno dal professionista e per questo da sottoporre a sequestro.
Al termine delle operazioni di polizia tributaria e giudiziaria, lo stesso professionista è stato dunque segnalato alla Procura della Repubblica di Lecce per i reati di dichiarazione infedele ed autoriciclaggio, nonché alla Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Lecce per il conseguente recupero delle imposte evase.
Resta in ogni caso opportuno evidenziare come il procedimento penale instaurato a seguito della vicenda si trovi ancora nella sua fase preliminare, per questo le responsabilità dell’indagato potranno essere dichiarate soltanto ad intervenuta e irrevocabile sentenza di condanna.
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