Di Fabrizio Scarinci
ROMA. Nel mondo dei prossimi decenni, sempre più multipolare, competizione e cooperazione andranno, senz’altro, di pari passo e, allo scopo di conservare un certo peso in ambito politico-strategico, l’Italia dovrà, per forza di cose, porsi come uno dei maggiori punti di riferimento nell’ambito degli sforzi finalizzati ad “aumentare la cooperazione e gestire la competizione”.
Questo concetto è, forse, il più rappresentativo del pensiero espresso dal presidente della Fondazione “Med-Or” Marco Minniti durante il “Med-Or Day 2024”; evento tenutosi l’altro ieri a Roma a cui, tra gli altri, hanno preso parte il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovani, il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, l’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani e quello di Fincantieri Pierroberto Folgiero.
Sempre nel corso del suo intervento, il presidente Minniti è, quindi, tornato a sottolineare come l’Italia debba necessariamente far leva sul fatto di essere un Paese di “confine” tra Occidente e “Global South” allo scopo di porsi come “ponte” tra queste due realtà. Il tutto anche in ragione del fatto che, senza un adeguato coinvolgimento del cosiddetto “sud globale” (costituito, peraltro, da realtà estremamente diverse tra loro) ogni sforzo volto a dare stabilità al Sistema Internazionale rischierebbe di rivelarsi inutile.
Al fine di agire in modo efficace è, però, necessario che il Paese coltivi la propria capacità di “fare sistema”. Un aspetto, quest’ultimo, su cui, per l’ex ministro Minniti, vi sarebbe, oggi, molta più consapevolezza che in passato.
Sulla sua stessa lunghezza d’onda il sottosegretario Mantovano, che, proprio a tal proposito, ha sottolineato l’importanza del “Piano Mattei per l’Africa”; un progetto dal grande potenziale che, tra le altre cose, avrebbe già fatto registrare alcuni successi per ciò che concerne la cooperazione in campo agricolo.
Sia il sottosegretario che il ministro Bernini hanno, poi, evidenziato il ruolo di partner strategico giocato nell’ambito del Piano Mattei dalla stessa Fondazione Med-Or, che Mantovano ritiene destinata a diventare un sorta di “Fondazione dell’Italia”, attiva nel coordinare tra loro alcune delle più importanti attività portate avanti dalle maggiori aziende strategiche del nostro Paese.
Di particolare interesse anche gli interventi degli AD di Leonardo e Fincantieri, che, sempre con riferimento alla necessità di fare sistema, hanno ribadito la loro intenzione di lavorare al fine di ampliare la collaborazione tra le due aziende.
Parlando, poi, del contributo offerto da Leonardo alla strategia internazionale del nostro Paese, Roberto Cingolani ha, poi, posto l’accento sul ruolo giocato dall’azienda nel mettere a disposizione le tecnologie necessarie a migliorare i livelli di sicurezza energetica e alimentare di alcune aree in via di sviluppo e a favorire la loro digitalizzazione, sottolineando come, per l’Italia, grande economia avanzata collocata nel cuore del cosiddetto “Mediterraneo Allargato”, risulti estremamente importante occuparsi delle dinamiche politico-strategiche del proprio vicinato.
Una visione, quella espressa da Cingolani, che risulta essere pienamente condivisa anche dall’AD di Fincantieri Pierroberto Folgiero, che, nel corso del suo intervento, ha ricordato come l’azienda da lui diretta sia fortemente impegnata nello sviluppo di tecnologie per il settore subacqueo finalizzate alla protezione delle numerose infrastrutture critiche presenti nel Mediterraneo. Infrastrutture da cui dipende non solo gran parte della nostra sicurezza, ama che una buona fetta delle nostre capacità produttive.
© RIPRODUZIONE RISERVATA