Di Marco Lainati e Aldo Noceti
Bari. L’alba di stamani ha visto l’esecuzione di perquisizioni e sequestri (per oltre 1.100.000 euro) che i finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno portato a termine in diversi quartieri del capoluogo pugliese, ma stavolta la causa non è stata la criminalità organizzata, il traffico di droga oppure il contrabbando, bensì le irregolari posizioni di 512 soggetti di nazionalità rumena che per la locale Procura della Repubblica avrebbero attestato false residenze al fine di percepire il Reddito di Cittadinanza.
È questo il prologo di una nuova ed importante operazione che le fiamme gialle baresi hanno condotto a tutela della spesa pubblica, e che ancora una volta è stata positivamente conclusa grazie al prezioso supporto informativo reso dagli uffici dell’INPS.
L’indagine, infatti, era partita proprio da una qualificata segnalazione del citato Istituto di previdenza sociale, che aveva fatto presente alla GDF un elevato numero di soggetti nati all’estero – in particolare cittadini romeni – i quali avevano presentato domanda per ottenere il Reddito di Cittadinanza dichiarando di risiedere in Italia da almeno 10 anni.
Successivamente alla segnalazione, nello specifico inoltrata al Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza per i particolari adempimenti di sua competenza, sono stati così avviati i primi riscontri sulle banche-dati dell’INPS nonché bloccati precauzionalmente i pagamenti diretti ai soggetti attenzionati dall’indagine.
Dopo l’emersione delle prime anomalie i riscontri sono dunque proseguiti andando ad approfondire la posizione di ogni singolo beneficiario, accertando così che – contestualmente all’ottenimento della certificazione ISEE – gli stessi soggetti presentavano regolare istanza per l’accesso al citato Reddito di Cittadinanza (o della Pensione di Cittadinanza per chi non è più in età lavorativa), ottenendo indebitamente una somma che complessivamente supera il milione e 100mila euro.
Le attività che invece sono state condotte direttamente “sul campo”, affidate ai finanzieri del Nucleo Operativo Metropolitano (NOM) di Bari, hanno confermato quanto le indagini telematiche avevano già lasciato presagire, ovvero la totale inconsistenza delle residenze dichiarate che, nella realtà, erano immobili inesistenti o fatiscenti, il che ha dato il là per procedere alle conseguenti denunce di tutti i responsabili oltre che ai sequestri di cui sopra.
Le perquisizioni sono inoltre proseguite anche presso i CAAF che hanno compilato ed inviato le procedure per il rilascio del beneficio, ciò per riscontrare irregolarità ed accertare eventuali responsabilità in ordine alla gestione delle stesse.
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