Guardia di Finanza: Denunciati gli amministratori di una società di Torino che stoccavano rifiuti tossici all’interno di capannoni industriali, trovati e smaltiti anche pannelli di amianto

Di Alessandro Margottini               

TORINO. C’erano persino pannelli di amianto tra le tonnellate di rifiuti che i finanzieri del Comando Provinciale di Torino, nell’ambito di un intervento finalizzato alla tutela dell’ambiente, hanno rinvenuto e sequestrato in un comune alle porte del capoluogo piemontese.

Alcuni bidoni ricolmi di liquidi tossici rinvenuti durante l’operazione

I luoghi nei quali i rifiuti erano stati illecitamente stoccati sono due stabilimenti industriali riconducibili a società torinese, attiva questa nella produzione di filtri per olio lubrificante da autotrazione. All’interno degli stabilimenti erano stati difatti stoccati oltre 100mila litri di rifiuti liquidi nocivi, nonché diversi quintali di rifiuti solidi.

A condurre l’intervento sono stati i finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano (NOM), che si sono avvalsi della specialistica collaborazione fornita dal personale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) del Piemonte.

L’individuazione di questi illeciti siti di stoccaggio di rifiuti tossici e speciali è avvenuta a seguito d’una specifica attività info-investigativa, grazie alla quale è stato possibile svelare un’inquietante realtà che perdurava ormai da anni, con presenza di vasche ricolme di liquidi solventi, diluenti e svernicianti, scarti di produzione, 10 container con evidenti segni di pronunciata corrosione e numerosi sacchi di polipropilene (meglio conosciuti come big-bags), all’interno dei quali erano contenuti quintali di rifiuti solidi tra i quali pannelli in amianto, che come noto necessitano di speciali trattamenti e particolari equipaggiamenti prima di essere rimossi, per poi essere manovrati e smaltiti in sicurezza per evitare che disperdano nell’ambiente i loro filamenti altamente cancerogeni.

Altro particolare di non poco conto rilevato dai militari è stato quello legato alla presenza di un tubo in plastica, che negli anni ha probabilmente riversato materiale liquido nocivo all’interno della locale rete fognaria.

L’intera area industriale in questione – estesa su circa 20mila metri quadrati – è stata sottoposta a sequestro, mentre diversi i responsabili che nel tempo si sono succeduti a capo della società sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, anche se le loro responsabilità d’ordine penale non potranno essere dichiarate fino al pronunciamento d’una eventuale sentenza di condanna, sussistendo fino a quel momento la presunzione d’innocenza.

L’operazione testimonia ancora una volta l’impegno della Guardia di Finanza nella tutela dell’ambiente, contrastando abusi e reati ambientali d’ogni genere dietro i quali, molto spesso, si celano anche reati tributari.

 

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