Guardia di Finanza e Polizia di Stato: lotta alla criminalità organizzata. Eseguito un sequestro preventivo da un milione di euro nei confronti di un esponente di spicco del clan camorristico dei “De Micco-Di Martino”

Di Antonella Casazza

NAPOLI. Un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di un milione di euro è stato eseguito oggi dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), in collaborazione con i poliziotti della locale Questura, nei confronti di un soggetto abitualmente dedito al traffico di sostanze stupefacenti nonché ritenuto elemento di spicco del clan camorristico dei “De Micco-De Martino”, attivo nella zona Est del capoluogo partenopeo.

Gli investigatori della GDF napoletana al lavoro

Il provvedimento in questione è stato disposto dal GIP del Tribunale napoletano, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), a seguito di indagini condotte dagli investigatori della Polizia di Stato e che già lo scorso settembre portarono all’adozione di un’ordinanza di convalida del fermo e contestuale applicazione di misura cautelare nei confronti del citato esponente di camorra oltre che del figlio e del cognato, quest’ultimi gravemente indiziati dei reati (peraltro aggravati dal metodo mafioso) di detenzione e porto illegale di arma da fuoco in luogo pubblico e tentata estorsione.

Le indagini erano state avviate all’indomani di un agguato realizzato nel luglio scorso nei confronti predetto soggetto, che in quella stessa occasione venne colpito da proiettili che lo raggiunsero in diverse parti del corpo.

Un agguato di chiara matrice camorristica dunque, che gli stessi investigatori non faticarono a collegare ai contrasti e conseguenti regolamenti di conti intervenuti tra clan rivali, in contesa tra loro per imporre la propria egemonia criminale nel quartiere di Ponticelli.

Dopo essere stato dimesso dall’ospedale il soggetto preso di mira nell’agguato è poi tornato sul territorio, dove con il fiancheggiamento del figlio e al cognato avrebbe realizzato azioni intimidatorie – consumate anche con l’uso di armi da fuoco – nei confronti di soggetti in debito con loro (per importi di decine di migliaia di euro) a causa di rilevanti partite di droga non pagate.

Una sequenza di episodi che hanno indotto il Tribunale del Riesame a confermare la predetta misura restrittiva della libertà personale, mentre ai finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) sono stati affidati i successivi accertamenti di natura patrimoniale che hanno fatto emergere significative incongruenze manifestatesi per oltre un decennio – dal 2010 al 2023 – tra il valore dei beni nella disponibilità del principale indagato (attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Avellino), nonché del suo nucleo familiare, rispetto ai redditi dichiarati nonché in ragione delle attività economiche svolte.

Tale circostanza, che evidentemente deriva da un indebito arricchimento ottenuto da attività criminose protrattesi nel tempo, è dunque alla base dell’odierno sequestro che interessa un immobile e le sue pertinenze, due autovetture oltre alle le giacenze monetarie presenti sui rapporti bancari e finanziari nella disponibilità dell’indagato e dei suoi più stretti familiari.

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