GUARDIA DI FINANZA: LA SCOMPARSA DEL GENERALE NINO DI PAOLO, UN FEDELE SERVITORE DELLO STATO E UN PEZZO DI STORIA DEL CORPO

Di Gerardo Severino* 

ROMA. Sono particolarmente grato al Direttore di Report Difesa, Luca Tatarelli per avermi chiesto di scrivere un pezzo da dedicare alla cara figura del Generale di Corpo d’Armata Nino Di Paolo, prematuramente scomparso ieri sera, a pochi giorni dal Santo Natale.

Una delle prime immagini del Generale Di Paolo Comandante Generale del Corpo. Alla sua sinistra il Generale Cicciò, mentre alla sua destra Il Generale Giorgio Toschi

È, questa, la festa alla quale l’uomo, profondo cristiano quale era, teneva moltissimo, trascorrendola molto spesso nel suo amato Abruzzo, ove era nato il 19 agosto del 1946.

È per me difficile parlare adesso del Generale Di Paolo, uno dei Superiori ai quali ero e sono particolarmente affezionato, dovendogli moltissimo, e che non ho mai dimenticato, tanto da sentirlo ogni tanto al telefono o con Whatsapp.

Pur tuttavia, evito di ricordare la sua straordinaria biografia, sia professionale che umana. Preferisco non tracciare ciò che è facilmente reperibile in Internet, laddove è diffusamente riportata la storia di un uomo che, entrando nel Corpo della Guardia di Finanza nel lontano 1965, ha raggiunto, al termine di una brillantissima carriera, l’apice della gerarchia, assurgendo – era il 10 giugno 2010 – alla suprema carica di Comandante Generale della Guardia di Finanza: il primo proveniente dalle fila del Corpo, dopo ben 104 anni di Comandi retti da Generali dell’Esercito.

Voglio, invece, condividere con i lettori di Report Difesa alcuni passaggi poco noti della vita umana e professionale che hanno caratterizzato l’alto Ufficiale.

Premetto che la mia conoscenza con il Generale Di Paolo risale a moltissimi anni fa, quando lui era, da Colonnello, Comandante dell’allora Nucleo Centrale di Polizia Tributaria di Roma mentre io, anziano Brigadiere, uno dei Sottufficiali addetti alla Sezione Criminalità Organizzata.

Il Colonnello Di Paolo era un Ufficiale che amava seguire da vicino le indagini più complesse, ragion per cui, più di una volta lo accompagnai presso i Magistrati che ci coadiuvavano nelle delicatissime indagini sulla cosiddetta “Banda della Magliana”.

I componenti della Banda delal Magliana

Fu, poi, lo stesso Generale Di Paolo, allora capo di Stato Maggiore del Comando Generale, che mi volle, da neo Sottotenente (grado al quale mi aveva proposto lui stesso), alla Direzione del Museo Storico del Corpo.

Il Museo storico della Guardia di Finanza di Roma

In seguito, mi affidò la guida del Nucleo di Ricerca, che aveva ricevuto l’incarico di ricostruire – come poi effettivamente fece – le vicende legate agli aiuti offerti dai Finanzieri ai profughi ebrei, avallando egli stesso le varie proposte per il conferimento di importanti decorazioni, sia alla Bandiera di Guerra del Corpo che ai tanti singoli militari.

Non solo, ma nel settembre del 2011 volle personalmente inaugurare, presso il settore italiano del Campo di sterminio di Mauthausen, il cippo marmoreo in memoria dei Finanzieri morti nei lager tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.

La lapide inaugurata a Mauthausen dal Generale Di Paolo il 30 settembre 2011

Ricordo come se fosse ora la grande commozione con la quale il Generale visitò, assieme all’intera delegazione venuta dall’Italia, gli angoli più drammatici del campo, lasciando sul libro d’onore una toccante frase rivolta ai milioni di vittime di quella inaudita barbarie.

Uomo dotato di elevatissima cultura, ma soprattutto di una non comune sensibilità nei riguardi della Storia del Corpo, il Generale Di Poalo fu sempre vicino a me e al compianto Generale Luciano Luciani, straordinario presidente del Museo Storico, appoggiandoci in tutte le iniziative culturali che via via andavamo formulando.

Fu inoltre – e questo ho il dovere di ribadirlo a viva forza – merito esclusivamente suo se i poveri 7 militari delle Fiamme Gialle, cadute in Alto Adige per mano terroristica, ricevettero, attraverso le mie relazioni storiche, la Medaglia d’Oro al Merito Civile “Alla Memoria”.

Un ultimo aspetto per il quale desidero offrire la mia modestissima testimonianza è quello che ci accomunava: la passione per la storia dell’emigrazione italiana nel mondo.

Lui, autore di un brillantissimo testo che trattava di tale argomento, è stato il fondatore di uno straordinario Museo dedicato proprio all’emigrazione: Museo che ha voluto donare al suo borgo nativo, la sua amatissima Cansano, per l’appunto in Abruzzo, la Terra narrata da Ignazio Silone che aveva visto migliaia di suoi figli partire per le lontane Americhe, e non solo.

Era per lui una grandissima gioia allorquando – o per il tramite dell’allora Colonnello Bruno Buratti o del suo segretario, Nicola Scibelli, gli recapitavo qualche cimelio riguardante proprio l’emigrazione.

Ricordo, con grande commozione, le sue puntualissime telefonate di ringraziamento.

Ecco, credo di aver detto tutto, o quasi tutto. Lascio per me i ricordi più intimi, dalle telefonate di augurio per le mie tappe nel Corpo alla solidarietà, nei momenti più difficili dei miei ultimi anni in divisa.

Ma la gioia più grande fu quella di aver voluto condividere con me e con altri cari amici, quali il Generale Luciano Luciani, il Generale Giorgio Toschi, da pochi giorni nominato Comandante Generale del Corpo, il Generale Buratti, il Colonnello Pagnozzi, il Colonnello Cervi, il Capitano Furno e altri amici ancora, il desco che avevo organizzato per la mia recente promozione a Maggiore.

Anche in quella circostanza, il Generale Di Paolo non si smentì, facendomi un regalo molto apprezzato: un bel libro, che ho conservato e che conserverò con grande cura e riconoscenza.

Ebbene, ieri ci ha lasciato non un uomo o un Generale qualunque, uno dei tanti che hanno attraversato le varie tappe della storia delle Fiamme Gialle.

Ieri, purtroppo, ci ha abbandonato un uomo, un Ufficiale che la storia del Corpo ha contribuito a scriverla personalmente, come spero di aver saputo testimoniare, nonostante l’emozione di chi, come me, ritiene di aver perso una guida, un sostegno morale, ma soprattutto un caro amico.

Rivolgo, quindi, alla Signora Paola, ai suoi carissimi figlioli e all’intera famiglia delle Fiamme Gialle, alla quale non ho mai smesso di appartenere, le mie più sentite condoglianze, alle quali aggiungo anche quelle del Direttore Tatarelli e delle colleghe e dei colleghi della Redazione di Report Difesa.

*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare

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