Guardia di Finanza: La Spezia, sventata una frode nella fornitura di gas antincendio per le navi della Marina Militare italiana. Notificati 4 avvisi di conclusione delle indagini

Di Mariateresa Levi

La Spezia. Quel contratto d’appalto (valore superiore a 1.000.000 di euro) parlava chiaro, e quelle navi della Marina Militare italiana ancora in costruzione dovevano essere equipaggiate di sistemi antincendio dotati di gas estinguente ad altissime prestazioni prodotto da una sola multinazionale statunitense, questo non però è avvenuto e così quattro persone, tra dirigenti ed amministratori di una società nazionale del settore, sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria per i reati di frode aggravata nelle pubbliche forniture, contraffazione, alterazione nonché uso di marchi e brevetti tutelati da copyright.

Sono questi gli esiti dell’operazione “Navi sicure” che la Guardia di Finanza di La Spezia – Nucleo Polizia Economico Finanziaria, ha condotto sotto la direzione della Procura della Repubblica spezzina nonché avvalendosi della preziosa collaborazione fornita del personale della Marina Militare e da quello della Fincantieri.

La vicenda, l’ennesima ai danni di un’Istituzione dello Stato, è però emersa prima che potesse innescare danni ancor più gravi, allorquando che gli investigatori della GDF hanno iniziato a far luce sulla corretta esecuzione di alcuni lavori che, nello specifico, erano stati affidati ad una ditta subappaltatrice incaricata della fornitura del gas antincendio.

GDF – controlli forniture pubbliche

Proprio a seguito di questi riscontri è però saltato fuori un particolare di non poco conto, ovvero che quel gas (3.000 kg. in tutto) non era stato affatto prodotto dalla fabbrica statunitense che ne detiene il brevetto a livello mondiale. Le bombole contenenti l’estinguente in questione, infatti, erano state caricate con un fluido di origine cinese peraltro fornito da una ditta albanese.

L’indagine dei militari della GDF spezzina, sviluppatasi attraverso sopralluoghi, acquisizioni di documentazioni e perquisizioni condotte nei cantieri navali Fincantieri di La Spezia, Riva Trigoso (Genova) e Castellammare di Stabia (Napoli), ha poi rivelato in toto la frode che, dopo la rifilatura un estinguente di dubbia qualità e dal costo nettamente inferiore rispetto a quello indicato nel contratto di fornitura, avevano apposto sulle bombole del suddetto gas il marchio contraffatto della multinazionale statunitense produttrice del gas stabilito nell’appalto in parola, con l’evidentissimo scopo di mascherare la frode sin lì architettata.

Il prodotto-fake in questione – peraltro già installato su unità navali di ultima generazione – è stato pertanto sottoposto interamente a sequestro, in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari che inevitabilmente investiranno i soggetti interessati dall’indagine.

L’operazione, oltre ad evidenziare l’insostituibile ruolo che la Guardia di Finanza riveste a garanzia delle forniture pubbliche e dei pubblici servizi rimarca, altresì, il saldissimo vincolo esistente tra le fiamme gialle e la Marina Militare.

Un vincolo indissolubile che sorge da precedenti storici fulgidissimi come il fallito assalto di un commando austriaco alle navi italiane ancorate al porto di Ancona (avvenuto durante la prima Guerra Mondiale) che fu eroicamente sventato proprio da due militari dell’allora “Regia Guardia di Finanza”.

 

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