Guardia di Finanza: Napoli, scoperta una vasta frode nel settore dei prodotti alcolici. Eseguite 9 misure cautelari e sequestrati beni per 1.700.000 euro

Di Marco Lainati

Napoli. Avevano determinato il dissesto finanziario di due importanti aziende attive nella distillazione e commercializzazione di bevande alcooliche, andando ad accumulare ingenti debiti con l’Erario in tasse ed imposte non pagate; eppure erano riusciti a rientrare in possesso delle attività tramite “prestanome” ed altri raggiri societari finché un’indagine dei finanzieri del Comando Provinciale di Napoli – Nucleo Polizia Economico Finanziaria, non li ha smascherati e posto fine ad una vasta frode fiscale, finanziaria ed anche contrabbandiera condotta con metodi persino sfacciati.

Si conclude con l’esecuzione di 9 misure cautelari disposte dalla Procura della Repubblica del capoluogo campano, una lunga serie di illeciti che oggi vede i responsabili accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di molteplici reati quali bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, contrabbando di prodotti alcolici, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione dei redditi, evasione di accise e trasferimento fraudolento di valori.

Stando a quanto ricostruito dagli investigatori della GDF partenopea, le due aziende finite al centro dell’indagine sarebbero state strumentalmente utilizzate dai dominus della vicenda facendole amministrare da semplici “prestanome”, anche se la gestione delle imprese non era mai uscita da un ben distinto nucleo familiare al cui interno figuravano soggetti in passato già colpiti da pesanti misure cautelari dovute al contrabbando di prodotti alcolici.

GDF, attività d’ufficio

Grazie ad una paziente analisi dei numerosi flussi bancari generati da tali illeciti, i militari delle fiamme gialle sono riusciti a ricostruire tutte le varie fasi che hanno preceduto nonché susseguito il dissesto delle suddette aziende, facendo così emergere le modalità attraverso le quali i responsabili erano riusciti a riacquisire la società portata in decozione, nonché altre condotte di autoriciclaggio dei proventi occulti e sempre frutto del contrabbando di prodotti alcolici.

Più in particolare, gli artifizi escogitati e messi in funzione dai quattro fratelli che figurano tra i destinatari delle odierne misure cautelari, hanno consentito agli stessi di riprendersi la titolarità di un complesso aziendale il cui valore si attesta sui 2 milioni di euro, poi rivenduto ad un’altra diversa società operante nel settore della ristorazione.

Dietro l’apparente regolarità dell’operazione di vendita, gli investigatori hanno però dimostrato come questa fosse stata portata a termine proprio grazie ai guadagni ottenuti dalle stesse attività contrabbandiere, mentre la nuova proprietà del complesso aziendale in questione era da ritenersi in capo alle mogli degli indagati, le quali avevano ne avevano però affidato la materiale gestione ad un amministratore fittizio che godeva della loro completa fiducia.

Il sistema di frode fatto emergere a seguito delle indagini, ha così consentito ai suoi ideatori di contrabbandare ingenti quantità di alcolici, di evadere l’IVA nonché l’accisa prevista per questi prodotti, tutto ciò andando abbondantemente ad emettere ed utilizzare fatture per operazioni inesistenti intestate a “società-fantasma”, le quali venivano interposte ad hoc nelle varie fasi di vendita dei prodotti con il preciso scopo di far ricadere su di esse gli obblighi di natura tributaria dovuti al Fisco.

A seguito di una relazione probatoria così dettagliata, oltre alle sopracitate misure cautelari l’Autorità Giudiziaria inquirente ha altresì disposto il sequestro di somme di denaro, quote societarie, beni mobili ed immobili per un valore complessivo che sfiora il milione e 700mila euro.

 

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